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Il vishing è una particolare tipologia di phishing che sfrutta la tecnologia VoIP (Voice over IP) per compiere gli attacchi. A differenza dei tradizionali servizi di telefonia fissa, con la tecnologia VoIP è possibile effettuare conversazioni telefoniche utilizzando la connessione Internet.
Gli hackers sono soliti utilizzare spesso i VoIP nei loro attacchi vishing perché questo permette loro di falsificare il proprio caller ID con grande semplicità. Fingendosi dipendenti di un ente legittimo, come ad esempio una banca, la polizia o un’azienda nota, gli hacker cercano di ottenere informazioni personali e finanziarie delle loro vittime.
Con le informazioni ottenute è possibile accedere ad un contro bancario e svuotarlo. Inoltre, è possibile commettere frodi, truffe ed altri illeciti utilizzando l’identità del malcapitato. Il furto d’identità è un reato in aumento negli ultimi anni, motivo in più per informarsi e restare all’erta.
Vishing: come riconoscere l’attacco
Solitamente gli attacchi di vishing utilizzano sistemi automatici text-to-speech per reindirizzare la vittima verso un numero telefonico controllato dall’hacker, questo però non esclude la possibilità che un hacker possa intraprendere una conversazione reale con la sua vittima. Le informazioni più comunemente prese di mira dagli attacchi di vishing sono i dati relativi ai conti bancari. Tuttavia, molte volte, gli hacker cercano di ottenere anche credenziali d’accesso a servizi noti come ad esempio Microsoft, Apple o Google.
Utilizzando l’ingegneria sociale, gli hacker che effettuano attacchi di vishing ingannano le loro vittime estorcendo denaro. Generalmente, i truffatori tentano di creare un senso di urgenza o cercano di alterare lo stato emozionale delle loro vittime. Questo per costringerle a pagare velocemente e senza riflettere a fondo su cosa stia succedendo.
Vishing: schemi comuni d’attacco
Gli attacchi di vishing possono essere diversi tra loro, pur avendo sempre scopi comuni. Un truffatore che utilizza questo genere di attacchi, potrebbe camuffare il proprio Caller ID spacciandosi per una persona autorevole o una qualsiasi persona conosciuta. Potrebbe inoltre lasciare messaggi pre-registrati contenenti minacce nelle caselle email delle loro vittime. Non solo le email, gli hackers potrebbero sfruttare anche gli SMS per compiere i loro raggiri, come nei casi di smishing.
I truffatori sono soliti avvicinarsi alle loro vittime spacciandosi per persone autorevoli oppure sfruttano le relazioni personali della vittima. Qui di seguito troverai un elenco con gli schemi di truffa più comunemente adottati.
Attacchi di Vishing più comuni
Truffa dell’agenzia di recupero crediti
Il truffatore si finge un funzionario di un’agenzia addetta al recupero crediti. Il truffatore minaccia conseguenze legali o addirittura l’arresto se la vittima non paga i suoi debiti, anche se effettivamente la vittima non ha alcun debito.
Truffe sentimentali
l’hacker finge un interesse amoroso per la sua vittima conosciuta su un’app o un sito di incontri. Potrebbe talvolta fingersi una vecchia fiamma del passato che ha bisogno urgentemente di denaro per qualche motivo familiare o di natura medica.
Truffa del supporto tecnico
Il truffatore si finge un dipendente di supporto tecnico e afferma la presenza di un grave problema tecnico sul computer della vittima. Il truffatore, in questo caso, sfrutta la paura e il senso di urgenza per ottenere il controllo remoto del computer della vittima. Successivamente installerà poi dei malware spacciandoli per software di diagnostica. Una volta ottenuto il controllo remoto del computer, è possibile accedere a file o a tutte le informazioni personali memorizzate sul computer.
Ci sono vere e proprie aziende che vivono con questo tipo di “business” nei paesi asiatici. Sono noti, inoltre, dei creator e white-hat hacker su YouTube che intercettano questi truffatori e cercano di fare ingegneria (sociale) inversa per incastrare questi deliquenti. Alcuni di questi creator hanno raggiunto risultati ragguardevoli, facendo chiudere alcune di queste aziende di truffatori.
Truffe su affari e investimenti
I truffatori si fingono esperti finanziari e convincono le vittime a versare somme di denaro per gli investimenti. Ultimamente si stanno diffondendo molto le truffe incentrate sulle criptovalute, spinte dall’utopia di fare molti soldi in poco tempo.
Truffe su associazioni di beneficenza
I truffatori si fingono membri di associazioni benefiche per convincere le vittime a donare a favore della loro causa. Queste false organizzazioni in realtà non fanno alcun lavoro di beneficenza e il denaro donato va direttamente ai truffatori. È molto comune che utilizzino foto di bambini o persone affette da malattie per far leva sul senso di compassione umano.
Truffe sulle polizze assicurative
Utilizzando le informazioni in possesso sulle autovetture intestate alle loro vittime, cercano di proporre loro offerte assicurative vantaggiose. Con questa strategia è possibile, non solo raccogliere altre informazioni personali sulle proprie vittime, ma anche truffarli economicamente nel caso in cui la vittima decidesse di acquistare la polizza proposta dall’hacker.
Com’è possibile difendersi dal vishing
Per le vittime molte volte è difficile riconoscere i tentativi di vishing perché non è anomalo che le banche e altri enti ed organizzazioni richiedono informazioni sensibili per telefono. Gli attacchi di vishing sono sempre più sofisticati e possono includere messaggi preregistrati ed altri sistemi per aumentare la propria credibilità.
Noi di SOD suggeriamo diversi modi per rilevare i tentativi di vishing, in seguito sono elencate alcune strategie da adottare per riconoscere questo tipo di attacchi. La miglior difesa da queste frodi, come anche nel caso del phishing, è saperle individuare immediatamente e non diffondere alcuna informazione personale per via telefonica, soprattutto se la richiesta avviene inaspettata.
Bisogna fare sempre attenzione quando si utilizzano forme di pagamento poco tracciabili come contanti, carte regalo e carte prepagate. Inoltre, bisogna prestare particolarmente attenzione alle caratteristiche della telefonata, come il tono o l’accento della persona che ha effettuato la chiamata o l’urgenza della telefonata. Questi possono essere dei campanelli d’allarme che segnalano la possibile presenza di un caso di vishing.
Per evitare di cadere vittima del vishing, è consigliabile non rispondere mai alle chiamate provenienti da numeri sconosciuti. Un altro consiglio utile è quello di non assecondare mai le richieste provenienti da una persona sospetta, come ad esempio premere pulsanti quando richiesto oppure rispondere a domande sospette.
Se non si è sicuri di un numero da cui vengono ricevute delle chiamate, si può sempre fare una ricerca su internet e capire se il numero appartiene a un servizio che utilizziamo che magari ci sta contattando per un reale problema.
In molti paesi, i social media vengono utilizzati per comunicare con il pubblico. Tante piattaforme usano sistemi di protezione per verificare l’effettiva autenticità di profili governativi e bancari, pertanto non bisogna mai fidarsi di un ente sprovvisto di questi badge.
Conclusioni
Le tipologie e i meccanismi di intrusione sono sempre più sofisticati. I tentativi di phishing, smishing e vishing ormai sono una costante nelle nostre vite, mettendo continuamente a rischio i nostri dati personali. Come abbiamo visto in molteplici situazioni, i dati sono la merce di scambio più preziosa sulla rete, pertanto proteggerli deve essere una priorità!
Per difenderci concretamente, l’utilizzo di strumenti professionali è l’unica strada sicura da intraprendere. Il nostro servizio SOCaaS protegge dal vishing ma è anche uno strumento completo che garantisce la sicurezza aziendale, individuando e bloccando ogni genere di minaccia.
Inoltre, SOD organizza anche campagne di attacchi etici per verificare la resilienza dei dipendenti di un’azienda. Dopo gli attacchi, i dati raccolti sono usati per organizzare momenti di formazione orientata alle specifiche caratteristiche dell’azienda e alla resilienza mostrata dai dipendenti.
Per avere informazioni sui servizi di phihsing etico che offriamo o per comprendere meglio come un SOCaaS potrebbe essere una soluzione ideale per la tua azienda, non esitare a contattarci premendo il pulsante qui in basso.
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Il cybercrimine, sta mirando sempre più ai dispositivi mobili ed è sempre in continua evoluzione. Sui social network e tramite i nostri contatti personali riceviamo sempre più spesso tentativi di truffe mascherati da semplici inviti. Dai rapporti e dai comunicati della polizia postale possiamo notare come negli ultimi anni stiano aumentando i casi di Smishing, che ogni anno causano consistenti danni economici ad aziende e privati per centinaia di migliaia di euro.
Cos’è lo Smishing
Con il termine “Phishing”, ci riferiamo a tutte quelle attività fraudolente messe in atto dagli hackers con il fine di trarre in inganno un individuo. Altri fini possono essere sottrarre informazioni sensibili e utilizzarle per commettere illeciti di natura fiscale.
Lo Smishing si differenzia dal Phishing per via dell’utilizzo degli SMS come strumento di contatto. Il nome viene proprio dalla crasi di SMS e phishing.
Questa tipologia di attacco solitamente avviene sfruttando l’ingenuità del malcapitato, inducendolo a scaricare dei malware autoinstallanti o invitandolo a compilare dei moduli con le proprie informazioni personali. Questi malware si mascherano da comuni applicazioni, in modo da non insospettire la vittima. Nel caso in cui l’utente rilasci delle informazioni all’interno di queste applicazioni, i dati inseriti verranno automaticamente inviati all’hacker, che potrà usarli a suo piacimento.
Analogie con il phishing
Altre tipologie di Smishing, invece, prevedono l’invio di messaggi di testo apparentemente provenienti dalla nostra banca, da un’organizzazione di credito, da un’azienda o da un individuo che conosciamo, nel quale riponiamo fiducia. Di solito questi messaggi contengono segnalazioni riguardanti presunti movimenti sospetti o problemi per l’accesso ai servizi bancari. Sfruttando la fiducia che un individuo pone nei confronti di una banca, l’hacker conduce la sua vittima verso un sito web fasullo.
Infatti, il testo del messaggio, oltre a contenere un messaggio allarmante per la vittima, contiene anche almeno un link che reindirizza il malcapitato verso un sito fraudolento.
Questo tipo di siti lo abbiamo visti anche negli attacchi di phishing, e sono creati appositamente dall’hacker con la speranza che la richiesta di dati sensibili sia compilata. Questa può essere sotto forma di un form di login della banca, del tutto simile a quello originale.
Dei dati raccolti, poi, possono essere fatte varie cose. Potrebbero essere rivenduti, usati per ricattare la vittima o per rubarne altri account che utilizzano la stessa combinazione di user e password. Quest’ultima eventualità è il motivo per cui le password dovrebbero essere uniche e non condivise con vari servizi.
Come difendersi
Per difendersi dagli attacchi di Smishing, non è necessario adottare sofisticate tecniche di difesa.
Essendo dei tentativi di raggiro, potrebbero essere facilmente evitati ignorando il contenuto dei messaggi fraudolenti. Di fatto questa tipologia di attacco, per poter funzionare, necessita dell’interazione da parte dalla vittima. Senza un’interazione da parte dell’utente, è impossibile attuare questa tipologia di attacco informatico.
Individuare tentativi di Smishing.
Ecco alcune tipologie di messaggi o situazioni sospette a cui fare attenzione e di cui valutare bene la provenienza:
– Avvisi urgenti sulla sicurezza, messaggi che promettono denaro o premi gratuiti, offerte o regali. Questi sono tutti dei campanelli d’allarme. Molto probabilmente si tratta di un tentativo di raggiro. Fare leva su un senso di urgenza è tipico di questi attacchi. Una tecnica simile viene usata nel marketing per fare fretta al cliente e spingerlo ad acquistare.
– Gli istituti finanziari o i commercianti non utilizzano mai gli SMS per chiedere ai loro clienti di aggiornare le informazioni relative al proprio conto personale. Soprattutto, non chiedono mai informazioni sensibili, come ad esempio i numeri di una carta di credito.
Un SMS che contiene questo genere di richieste, probabilmente è un tentativo di Smishing. In caso di dubbi inoltre, è possibile contattare la propria banca per avere spiegazioni in merito alla richiesta, in modo da accertarsi se si tratta effettivamente di un tentativo di Smishing oppure no.
– Evitare di cliccare sui link presenti in un messaggio se non si è sicuri che l’SMS provenga realmente da una fonte attendibile.
– Prestare particolarmente attenzione ai numeri telefonici che sembrano sospetti. Questi numeri spesso sono collegati a degli strumenti che hanno la funzionalità di inviare SMS direttamente da una casella e-mail. I truffatori utilizzano questo sistema per evitare di fornire il loro numero di telefono.
– Mai conservare credenziali d’accesso, dati bancari, o informazioni personali sensibili sullo smartphone. Se si utilizza quest’accortezza, sarà impossibile per un hacker ottenere questi dati, anche se dovesse utilizzare un malware.
Mai salvare nulla su un dispositivo, è sempre opportuno avvalersi di sistemi di archiviazione tradizionali, come carta e penna o la nostra cara e vecchia memoria. Alternativamente, affidarsi a un servizio di gestione delle password come Bitwarden.
– Mantenere sempre la calma, anche se il testo del messaggio dovesse contenere minacce o scadenze. Mai abboccare all’amo.
– Denunciare i tentativi di attacco di smishing alla Polizia Postale. Segnalando queste truffe è possibile evitare che altre persone possano cadere nello stesso raggiro.
Conclusioni
Come abbiamo visto in questo articolo, i tentativi di truffa sono in continua crescita. Fortunatamente però, a nostro supporto ci sono istituzioni che indagano costantemente, bloccando i responsabili di queste truffe. Ricordiamo sempre di fare sempre attenzione ogni qualvolta che si forniscono delle informazioni personali. Bisogna sempre verificare che la fonte alla quale stiamo affidando i nostri dati sia attendibile.
Quando si tratta di un’azienda, tuttavia, consigliamo di prendere in considerazione un servizio per fornire gli strumenti adeguati ai dipendenti per contrastare lo smishing o il phishing. I nostro servizio di phishing etico può aiutare a individuare quali siano le vulnerabilità aziendali. Inoltre, organizziamo dei training ad hoc sulle basi dei risultati dei test per aiutare i dipendenti a saper riconoscere i tentativi di phishing e smishing.
Per saperne di più su come il nostro servizio di phishing etico potrebbe aiutare la tua azienda, non esitare a contattarci, saremo lieti di rispondere ad ogni domanda.
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Le applicazioni di Cyber Threat Analytics monitorano i log di sicurezza e il network per rilevare in maniera tempestiva eventuali infezioni malware (per esempio, gli attacchi zero day e i ransomware), la compromissione del sistema, le attività di “lateral movement”, pass-the-hash, pass-the-ticket e altre tecniche avanzate d’intrusione. L’uso di un SOCaaS permette di estrapolare dati da sorgenti come firewalls, proxy, VPN, IDS, DNS, endpoints, e da tutti i dispositivi connessi alla rete con lo scopo di identificare modelli dannosi come il “beaconing”, connessioni a domini generati digitalmente, azioni eseguite da robot e tutti i comportamenti anomali.
Il nostro sistema SOCaaS è dotato di intelligenza artificiale che arricchisce e trasforma gli eventi SIEM, in modo da identificare le minacce nell’intero ambiente IT, includendo anche le applicazioni aziendali critiche.
Quali sono i vantaggi a livello aziendale?
L’uso di un SOCaaS. Qui sotto è riportata una lista con soltanto alcuni dei vantaggi che l’uso di un SOCaaS può comportare un rapido rilevamento delle violazioni, la riduzione dell’impatto di queste. Inoltre, un SOCaaS fornisce risposte e indagini complete sulle minacce, diminuisce i costi di monitoring e gestione, così come i costi di conformità.
L’uso di un SOCaaS permette, inoltre, di ricevere segnalazioni quantificate e non soggettive su minacce e rischi.
Casi d’uso SOCaaS
Dopo una panoramica generale sui vantaggi che potrebbe offrire all’azienda l’uso di un SOCaaS, vediamo in quali contesti viene normalmente impiegato.
Un SOCaaS è costituito da elementi che sono molto idonei per essere applicati in caso di esecuzioni anomale di applicazioni, così come nell’analisi del traffico bot verso un sito web dannoso.
In altri casi il SOCaaS individua query DNS insolite, una possibile attività di comando e controllo a distanza, analizza gli spike in byte verso destinazioni esterni e quindi controlla anche il traffico, relazionandolo in un contesto applicazione/porta.
Altri scenari in cui l’uso di un SOCaaS è ideale sono i rilevamenti di exploit, di sessioni dalla durata insolita, ma anche di connessioni a IP o domini in blacklist e di attività anomale in genere.
Infine, è in grado anche di individuare attacchi di SPAM mirato e i tentativi di phishing.
Threat Models
Analizzando gli indicatori di minaccia è possibile rilevare comportamenti correlati su più origini di dati, per rilevando anche tutte quelle minacce che solitamente passano inosservate. Molteplici indicatori di minaccia che si verificano in uno schema e che coinvolgono entità simili tendono a presentare un maggior rischio di costituire una minaccia reale.
I Threat Models definiscono questi schemi e combinano le policy e gli indicatori di minaccia per rilevare i comportamenti correlati su più sorgenti di dati, identificando le minacce che potrebbero passare inosservate. In seguito sono riportati alcuni dei Threat Models più comuni che sono inclusi nell’uso di un SOCaaS
Rilevamento dei Lateral Movement
Questo Threat Model rileva i possibili scenari di “lateral movement”, impiegati dagli aggressori per diffondersi progressivamente in una rete alla ricerca di risorse e dati chiave. I segnali di un attacco del genere possono essere vari e li possiamo dividere in tre categorie: Autenticazione anomala, privilegi sospetti, processo anomalo.
Autenticazione anomala è solitamente individuabile tramite alcuni indizi. Per esempio se un account accede a un host mai raggiunto prima. Oppure se vengono usate credenziali esplicite su più host, oppure ancora se viene rilevato un tipo/processo di autenticazione sospetto.
Per quello che riguarda i privilegi sospetti, ecco alcuni indicatori rilevabili con l’uso di un SOCaaS:
- attività di provisioning anomala
- escalation sospetta dei privilegi
- accesso anomalo agli oggetti della condivisione della rete
Un processo anomalo viene individuato in questo modo tramite l’uso di un SOCaaS: un codice processo inconsueto, oppure la creazione sospetta di attività pianificate. Alternativamente possono essere rilevati dei cambiamenti sospetti alle impostazioni del registro di sistema.
Rilevamento di host compromessi
Questo modello viene impiegato nell’uso di un SOCaaS per rilevare gli host che mostrano segni di infezione e compromissione mettendo in relazione le anomalie basate su host e rete sulla stessa entità.
Un possibile allarme è dato dalle anomalie nel traffico in uscita. Questo si verifica quando il traffico si dirige verso domini casuali o host notoriamente malevoli. In altri casi, invece, un numero anomalo di domini contattati è un altro campanello di allarme rilevabile tramite l’uso di un SOCaaS.
Sono trovate anomalie nell’endpoint quando si trovano processi rari o un uso sospetto di porte o protocolli da parte del processo stesso. Una possibilità è anche quella di rilevare un agente inconsueto.
Rilevazione APT tramite uso di un SOCaaS
La rilevazione APT individua gli attacchi alle reti informatiche sanitarie, in cui lo scopo dell’aggressore solitamente è quello di ottenere un accesso non autorizzato a una rete con l’intenzione di rimanere inosservato per un periodo prolungato.
Questo include tentativi di phishing, l’individuazione di una scansione di rete o un’elusione dei controlli. In fase di delivery, invece, potrebbe essere individuato traffico verso domini casuali, un’anomalia nel traffico DHCP o traffico destinato verso host notoriamente dannosi.
In fase di exploit, gli indicatori possono essere: la rilevazione di attività da account terminati, traffico DNS anomalo, ma anche un processo di autenticazione sospetto. Un altro possibile indicatore individuabile con l’uso di SOCaaS è un’anomalia nella velocità della rete.
Tramite l’uso di un SOCaaS possono essere individuati anche casi di esfiltrazione di dati. I segnali in questo caso sono l’upload non autorizzato di dati sulla rete.
Modello rilevamento Phishing tramite uso di SOCaaS
Questo modello è in grado di rilevare possibili tentativi di phishing verso utenti all’interno dell’organizzazione. Ne abbiamo parlato anche in altri articoli, ed ecco alcuni indicatori di questo tipo di attacchi. Un campanello di allarme è sicuramente il rilevamento di campagne di phishing note. Non è raro, inoltre, che si individuino attacchi di spear phishing.
L’uso di un SOCaaS è in grado anche di individuare possibili tentativi di phishing o Campagne di phishing persistenti, grazie al confronto con email da mittenti/domini/indirizzi IP noti nelle blacklist. Come al solito, bisogna fare attenzione agli allegati e-mail sospetti, ma l’uso di un SOCaaS potrebbe automatizzare, almeno in parte, i controlli.
È poi possibile individuare delle anomalie del traffico in uscita, per esempio quello verso domini casuali, anch’esso possibile segnale di phishing. Possono essere indicatori anche il classico traffico verso host malevoli, un numero anomalo di domini rari a cui si è acceduto.
Enumerazione di Host/Account su LDAP
Utilizzato, solitamente, per identificare potenziali asset o enumerazioni di account sulla rete da parte di entità maligne.
Esecuzione di processi sospetti
- Processo/MD5 anomalo rilevato
- Uso di possibili set di strumenti di enumerazione AD (Active Directory)
- Rilevato l’uso di strumenti e utilità malevoli
Scansione della rete
- Possibili account AD/privilegi di enumerazione
- Conteggio dei servizi LDAP o SMB
- Numero anomalo di richieste di ticket di servizio Kerberos
- Port scanning
Anomalie di autenticazione
- Account che accedono a un host per la prima volta
- Uso di account mai visti prima sulla rete
- Numero anormalo di richieste di autenticazione fallite
Ricognizione seguita da un potenziale sfruttamento
Questo modello di minaccia mira a identificare i tentativi di ricognizione della rete che hanno avuto successo, seguiti da indicatori di sfruttamento.
Scansione esterna
- Scansione delle porte da host esterni
- Enumerazione di host da host esterni
Scansione della rete
- Possibile conteggio di account/privilegi AD
- Enumerazione di servizi LDAP
- Numero insolto di richieste di ticket di servizio Kerberos
- Picchi nel traffico LDAP
- Enumerazione di servizi SMB
Anomalie nei processi
- Rilevamento dei processi o MD5 anomali
- Creazione sospetta di attività pianificate
- Rilevati cambiamenti sospetti alle impostazioni del registro di sistema
Conclusioni
Abbiamo visto quali sono i maggiori casi d’uso SOCaaS, dando uno sguardo ad alcuni dei modelli di minaccia più comuni che include nel suo sistema di protezione. Per avere informazioni sui modelli di minaccia relativi ai malware e sugli identificatori di minaccia visitate questo articolo.
L’uso di un SOCaaS è una soluzione aziendale solida e di grande valore, chiedici cosa può fare per la tua azienda, saremo lieti di rispondere a ogni domanda.
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Gli attacchi informatici sono numerosi e non fanno distinzione tra aziende e singoli individui quando prendono di mira un bersaglio. Molto probabilmente avrai già sentito il temine “cyber threat” sui media ma esattamente di cosa stiamo parlando? Altri modi in cui puoi averlo sentito sono “minaccia informatica”, “cyberattacchi” o simili.
Cos’è un Cyber Threat?
Oggi il temine “cyber threat” è usato prevalentemente nel mondo della sicurezza informatica.
Un cyber threat è un atto malevolo concepito con lo scopo di danneggiare sistemi, rubare dati o qualsiasi finalità che ha lo scopo di arrecare danno di qualsiasi natura. Virus, violazioni di dati e attacchi DDoS ne sono compresi. Anche se la minaccia è virtuale, ciò che è reale è l’intento dell’aggressore così come il potenziale impatto. Mentre molti cyberattacchi sono semplici seccature, alcuni sono abbastanza seri. Alcuni, addirittura, minacciano potenzialmente anche vite umane.
Il potenziale impatto che questo genere di attacchi può arrecare è spesso sottovalutato. Il più delle volte, gli attacchi sono facilmente identificabili e non comportano grossi rischi. Invece, altre volte capita di imbattersi in alcune minacce più sofisticate, difficilmente identificabili, che rappresentano un grosso problema anche per molte realtà aziendali.
I cyber threat sono una problematica importante per le aziende. Gli attacchi informatici possono causare interruzioni elettriche, guasti alle attrezzature governative e violazioni di segreti di stato. Possono manipolare le reti telefoniche e informatiche o, come nel caso dei ransomware, possono paralizzare interi sistemi rendendo i dati non accessibili.
Ogni giorno nuove aziende ed organizzazioni mettono piede nel digitale con la consapevolezza dei rischi legati alle loro infrastrutture tecnologiche. In alcuni casi vengono sottovalutate le minacce informatiche e questo significa spesso un grosso danno economico e d’immagine per l’azienda che ha sottovalutato i cyber threat e la sicurezza.
L’aumento dei rischi legati al mondo IT è reale, come lo sono anche le soluzioni di sicurezza dei dati. La cosa migliore da fare è prendere subito le dovute misure di sicurezza.
Tipi di Cyber Threat
I tipi di cyber threat sono numerosi, e bisogna anche considerare che sono in continua evoluzione. L’intento degli hackers di solito è garantirsi un guadagno economico effettuando operazioni di sabotaggio, spionaggio o furto dei dati. Di conseguenza, ci si può aspettare che facciano tutto il possibile per raggiungere i loro scopi.
Praticamente ogni cyber threat rientra in uno sei seguenti dieci tipi di rischi. Gli hackers hanno un’abbondanza di opzioni tra cui scegliere per poter operare. Inoltre, l’alfabetizzazione infomatica è tutto sommato scarsa, quindi gli hacker hanno spesso vita facile, soprattutto per le piccole realtà locali.
I 10 tipi più comuni di minacce informatiche
Malware
È una tipologia di software che esegue un comando malevolo su un dispositivo o all’interno di una rete informatica, corrompendo i dati o prendendo il controllo del sistema.
Phishing
Il phishing è un attacco via e-mail che consiste nell’ingannare il destinatario, facendogli rivelare informazioni riservate o invitandolo a scaricare un malware cliccando su un collegamento presente nel corpo del messaggio. Si tratta di vere e proprie truffe, di cui abbiamo parlato ampiamente in altri articoli. Spesso non coinvolgono nemmeno grandi doti informatiche da parte di chi sferra gli attacchi, solo un po’ di ingegneria sociale.
Vishing
Il vishing è una forma più sofisticata di phishing in cui l’hacker sfrutta la tecnologia VoIP per contattare la vittima, tendando di raggirarla. Esiste anche una variante che invece sfrutta gli sms per attaccare, è chiamata smishing.
Man in the Middle
Come suggerisce il nome stesso, questa tipologia di attacchi si riferisce a quando un hacker si interpone in una conversazione fingendosi una delle due parti, con il fine di sottrare informazioni sensibili. Quello a cui spesso non si pensa, è che la conversazione è tra due macchine e quindi non immdiata da monitorare.
Virus Trojan
L’origine del suo nome prende spunto dal famoso Cavallo di Troia dell’antica Grecia. Il Trojan è un tipo di malware che si infiltra in un sistema informatico nascondendo la sua vera natura. Ad esempio potrebbe spacciarsi per un software conosciuto per poi rilasciare del codice maligno una volta all’interno del dispositivo ospitante.
Ransomware
I ransomware sono degli attacchi che sfruttano la crittografia per rendere inaccessibili le informazioni presenti in un sistema. Il fine è quello di richiedere un riscatto in cambio della possibilità di accedere nuovamente ai dati. Possibilità che a volte, in realtà, non è nemmeno assicurata.
Attacco DDoS
Si verifica quando l’attaccante utilizza molti dispositivi per sovraccaricare di richieste un bersaglio, come ad esempio un sito web, causandone il crash o delle instabilità.
Attacchi ai dispositivi IoT
Questo è un attacco sempre più diffuso per via della natura dei bersagli. Dispositivi come sensori o impianti industriali collegati alla rete sono vulnerabili a molteplici tipi di cyber threat. L’hacker potrebbe prendere il controllo del dispositivo per poi successivamente utilizzarlo in un attacco DDoS. Alternatuvamente potrebbe rubare le informazioni presenti nel dispositivo stesso ottenendo dati importanti per proseguire l’attacco. Dato il loro numero e i sistemi operativi spesso non aggiornati, i dispositivi IoT sono un obiettivo molto appetibile.
Malware all’interno di applicazioni mobile
Cellulari e tablet sono vulnerabili ai malware proprio come ogni altro dispositivo. È possibile inserire malware all’interno di app, nei siti web o nelle e-mail sfruttando il phishing. Una volta compromesso, un dispositivo mobile può fornire l’accesso a informazioni personali, dati di localizzazione e conti finanziari.
Un esempio recente di questo tipo di eventualità è il software Pegasus, utilizzato per monitorare e raccogliere dati di giornalisti in tutto il mondo. (Fonte: The Guardian)
Soluzioni pratiche di difesa e prevenzione
I cyber threat sono sempre in continua espansione e miglioramento. Ogni anno ne vengono creati milioni, in molti seguono le caratteristiche sopracitate, però altri sono tecnologicamente più complessi e più potenti.
Fortunatamente però, ci sono anche sempre più aziende estremamente qualificate nell’ambito della sicurezza informatica che offrono strumenti e servizi all’avanguardia che aiutano a prevenire, identificare e bloccare tempestivamente ogni genere di attacco informatico.
Strumenti di rilevamento delle minacce
Gli strumenti di rilevamento delle minacce sono una parte essenziale dello stack tecnologico di cybersecurity di un’azienda. Il rilevamento delle minacce è anche la prima difesa contro ogni Cyber Threat.
Soluzioni specifiche, come ad esempio l’utilizzo di un SOCaaS, sono di vitale importanza per la salvaguardia di un′infrastruttura informatica, grazie anche all’integrazione del motore SIEM che include UBA e UEBA, garantendo un controllo completo anche sugli utenti.
Un altro strumento utile è sicuramente ACP. Acronis Cyber Protect è una soluzione che integra protezione e gestione dei dati al fine di tutelare endpoint, dati e sistemi. Le sue capacità di automazione forniscono una protezione senza pari, permettendo alle aziende di aumentare la loro produttività e riducendo i rischi.
Vulnerability Assessment & Penetration Test (VA-PT)
I servizi come VA & PT sono test sul campo che mettono alla prova l’infrastruttura in un contesto concreto. I nostri team di hacker white hat trovano vulnerabilità all’interno del sistema per puntare il dito contro le debolezze da risolvere.
Conclusioni
Abbiamo appreso cos’è un cyber threat e le sue più comuni tipologie, scoprendo anche quali soluzioni è possibile adottare al fine di garantire una migliore sicurezza aziendale e dei suoi dipendenti.
La tua azienda quali contromisure ha preso per tutelare la tua sicurezza? Se desideri avere ulteriori informazioni a riguardo puoi contattarci premendo il pulsante qui in basso. Offriamo servizi e soluzioni ad hoc per rafforzare le difese aziendali.
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Ogni anno cresce costantemente il numero di attacchi che minacciano la sicurezza di dispositivi, sistemi informatici, server e infrastrutture di rete. Questo avviene traendo vantaggio dalle vulnerabilità presenti in questi sistemi. Tra le tante tipologie di attacchi, bisogna prestare particolarmente attenzione all’attacco pass the ticket (PTT).
Con un attacco pass the ticket è possibile sfruttare il protocollo di rete Kerberos, presente in tutti i principali sistemi operativi, per accedere alla sessione di un utente pur non avendo le sue credenziali d’accesso. Un attacco di questo tipo può essere difficile da rilevare e solitamente è in grado di aggirare i più comuni controlli d’accesso al sistema.
Pass The Ticket: cos’è e come funziona
Kerberos
Prima di capire nel dettaglio cos’è e come funziona un attacco PTT è opportuno fare un po’ di chiarezza sul protocollo di rete Kerberos dato che un attacco di questo tipo, sfrutta proprio questo protocollo. Kerberos è un protocollo di rete progettato dal MIT negli anni ’80 ed è diventato uno standard IETF nel 1993. Viene usato per l’autenticazione forte tra diversi terminali tramite un sistema di crittografia a chiave simmetrica, senza trasmettere alcuna password.
Il vantaggio nell’utilizzare il protoccolo Kerberos sta nel suo sistema di autenticazione forte tra client e server. Questo lo rende molto efficace contro i tentativi di phishing e contro gli attacchi “man in the middle“.
Kerberos è integrato in tutti i principali sistemi operativi appartenenti ad aziende note come Microsoft, Apple, Red Hat Linux e molte altre ancora.
Con un attacco pass the ticket è possibile sfruttare l’autenticazione Kerberos per ottenere l’accesso ad un account utente. Le conseguenze che potrebbe comportare un avvenimento del genere non sono da sottovalutare. Tra i tanti scenari immaginabili ad esempio, ci potrebbe essere la possibilità che l’account compromesso goda di elevati privilegi amministrativi garantendo così all’hacker pieno accesso alle risorse.
L’attacco
Un attacco pass the ticket permette di ottenere un accesso privilegiato alle risorse di rete senza dover utilizzare alcuna password utente. Ecco come: in Active Directory, un Ticket Granting Ticket (TGT) ha la funzione di dimostrare che un utente è proprio chi dice di essere. Tramite alcuni strumenti e tecniche, un hacker potrebbe raccogliere questi ticket e utilizzarli per richiedere dei Ticket Granting Service (TGS) con il fine di accedere alle risorse presenti in altre parti della rete.
Un attacco PTT potrebbe comportare dei rischi anche se l’account compromesso non gode di particolari privilegi amministrativi dal momento che l’hacker, tramite il Lateral Movment, potrebbe riuscire ad ottenere l’accesso ad altri account e dispositivi.
La differenza tra il pass the ticket e un attacco pass the hash sta nel fatto che il primo sfrutta i ticket TGT che hanno una scadenza di poche ore, mentre il secondo utilizza gli hash NTLM che cambiano solo nel caso in cui un utente decida di cambiare la sua password. Un ticket TGT deve essere utilizzato entro i tempi della sua scadenza oppure va rinnovato per un periodo di tempo più lungo.
Come difendersi e prevenire un attacco Pass The Ticket
Mantenere sicura una rete e i dispositivi ad essa connessi è un fattore molto importante. Bisogna sempre avere protocolli e software che riescano a garantire una protezione efficace da ogni tipo di minaccia, con sistemi aggiornati che mantengano le informazioni sensibili al sicuro. Le aziende possono avvalersi di tecnologie di rilevamento e risposta degli endpoint. Sarà possibile il rilevamento locale di più ticket utilizzati per la stessa sessione.
Caso account senza privilegi
Nel caso in cui avvenga un attacco pass the ticket, se l’account compresso a cui è stato sottratto il TGT o il TGS era un account con privilegi limitati, la mitigazione potrebbe essere abbastanza semplice. Basta reimpostare la password di Active Directory dell’utente. Un’azione simile invaliderebbe il TGT o il TGS, impedendo all’hacker di generare nuovi ticket.
Caso account con privilegi
Al contrario, se l’attacco PTT ha compromesso un account privilegiato, limitare il danno è molto più difficile. In questi casi, le aziende potrebbero rispondere all’attacco reimpostando il servizio Kerberos TGT in modo da generare una nuova chiave di firma, assicurandosi di eliminare la chiave compromessa.
Successivamente è necessario analizzare nel dettaglio i registri Kerberos e le informazioni di Active Directory per investigare e scoprire a quali risorse di rete sono state compromesse. In questo modo si ha anche modo di capire quali dati potrebbero essere stati sottratti. La tecnologia SIEM consente alle organizzazioni di assimilare, analizzare e analizzare questi dati.
Protezione dall’attacco
Per garantire una protezione completa ad una infrastruttura, impedendo anche attacchi pass the ticket, è bene usare tecnologie di rilevamento valide come UEBA e SIEM. Infatti, è possibile prevenire attacchi Pass The Ticket analizzando il comportamento degli utenti e delle entità. La soluzione UEBA, in questi casi, assicurerebbe l’identificazione rapida di qualsiasi account compromesso, bloccandolo in modo da mitigare i danni.
Alcuni software SIEM inoltre, permettono non solo di analizzare i tradizionali logs ma sono in grado anche di fornire un’analisi accurata della sicurezza, analizzando il comportamento della rete e degli utenti in modo da rilevare tempestivamente la presenza di eventuali minacce all’infrastruttura.
Conclusioni
Abbiamo visto cos’è un attacco pass the ticket e in che modo le aziende possono adottare soluzioni specifiche per intercettare i pericoli e le anomalie di un’intera infrastruttura informatica. Possiamo così mitigare più efficacemente le minacce.
Una soluzione completa, come abbiamo visto, coinvolge un monitoring costante e granulare delle comunicazioni. La soluzione che proponiamo a questo scopo è un SOCaaS.
Se vuoi conoscere i nostri servizi dedicati alla sicurezza, non esitare a contattarci. Puoi usare il pulsante qui sotto, saremo lieti di rispondere a qualsiasi tua domanda.
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Siamo solo a metà del 2021, e il mondo ha subito attacchi ransomware da record su infrastrutture critiche, scuole e reti sanitarie.
Anche le organizzazioni che offrono prodotti per aiutare il recupero da attacchi ransomware, come le compagnie di assicurazione informatica e i fornitori di backup dei dati, non sono rimaste al sicuro. Massicce richieste di riscatto sono state segnalate a pochi giorni di distanza l’una dall’altra, e una era senza precedenti.
Molte aziende hanno ceduto a queste richieste, nonostante avessero backup e anche se questo non garantiva un recupero completo dei dati. In molti casi, la portata completa dell’attacco non è stata rivelata, ma l’impatto dei dati esposti, dei tempi di inattività e delle interruzioni è chiaro.
Mentre questa lista veniva compilata, si è verificato un altro grande attacco: Kaseya è stata violata. Gli attori del ransomware REvil hanno usato il fornitore di software per violare e infettare centinaia di altre organizzazioni in uno dei più grandi attacchi ransomware del 2021 e di sempre. Abbiamo già parlato di questo gruppo in un altro articolo.
Questi attacchi e la reazione di alcune delle vittime, sono la chiara dimostrazione che ormai i dati hanno valore maggiore del denaro per molte aziende.
Ecco 10 dei più grandi attacchi ransomware del 2021:
1. Scuole pubbliche di Buffalo
Nel 2020, gli attacchi al settore dell’istruzione sono aumentati significativamente. Questa attività non è cessata.
Molte scuole sono state colpite da attacchi ransomware nel 2021. In particolare, il sistema della Buffalo Public School di New York serve 34.000 studenti e contiene informazioni altamente sensibili che potrebbero essere trapelate. L’attacco ransomware si è svolto il 12 marzo e ha spento l’intero sistema scolastico, sospendendo didattica a distanza e in presenza per una settimana. Il sovrintendente delle scuole di Buffalo, Kriner Cash, ha rilasciato una dichiarazione il 15 marzo. Ha detto che la scuola stava “lavorando attivamente con gli esperti di sicurezza informatica, così come le forze dell’ordine locali, statali e federali per indagare pienamente su questo attacco di sicurezza informatica”.
Il sistema scolastico ha ripreso le operazioni il 22 marzo.
2. Acer
Un attacco al produttore di PC con sede a Taiwan, Acer, ha portato alla più alta richiesta di riscatto a seguito di un ransomware del 2021 e di sempre. 50 milioni di dollari è stata la cifra richiesta, senza precedenti.
Il 18 marzo, si è visto in modo indipendente un post sul sito nel dark web di REvil, che conteneva una lunga lista di documenti finanziari che presumibilmente provenivano dal fornitore. Successivamente, la pubblicazione LeMagIT, ha trovato un campione del ransomware REvil sul sito di analisi del malware, Hatching Triage. Conteneva un link a una richiesta di REvil ransomware per 50 milioni di dollari in criptovaluta Monero.
Acer ha fornito una dichiarazione:
Le aziende come noi sono costantemente sotto attacco, e abbiamo segnalato le recenti situazioni anomale osservate alle forze dell’ordine competenti e alle autorità di protezione dei dati in più paesi”.
Non è chiaro se il produttore di PC abbia pagato il riscatto.
3. CNA Financial
Uno delle più grandi compagnie assicurative negli Stati Uniti è stata colpita da un attacco ransomware il 21 marzo 2021, causando un’interruzione della rete. In una dichiarazione pubblicata sul suo sito web, CNA Financial lo ha definito un “sofisticato attacco informatico” e ha detto che per eccesso di cautela, ha preso “un’azione immediata disconnettendo proattivamente i [suoi] sistemi” dalla rete CNA.
Il ripristino non è stato completamente ultimato fino al 12 maggio. CNA ha detto che l’indagine “ha identificato la portata dei dati colpiti nell’incidente, così come i server su cui risiedevano i dati”. La compagnia ha detto che non crede che le richieste e i sistemi di sottoscrizione, dove la maggior parte dei dati degli assicurati sono memorizzati, siano stati colpiti dall’attacco.
Tuttavia, Bloomberg ha riferito che CNA ha pagato un riscatto di 40 milioni di dollari agli attori della minaccia. CNA non ha confermato il pagamento.
4. Applus Technologies
Applus Technologies, che fornisce attrezzature di prova alle stazioni di controllo dei veicoli statali, ha subito un attacco ransomware che ha interrotto i suoi sistemi per settimane nella primavera del 2021. L’attacco ha messo fuori uso i servizi di ispezione in diversi stati.
Nel solo Massachusetts, dove Applus è utilizzato in migliaia di siti di ispezione, il Registro di Stato dei veicoli a motore (RMV) è stato costretto a estendere le scadenze per gli adesivi di ispezione del veicolo a tempo indeterminato. Una dichiarazione di Applus si riferiva al servizio come solo “temporaneamente interrotto”, ma settimane dopo, le ispezioni dei veicoli hanno continuato ad essere posticipate.
La causa dietro il lungo tempo di inattività non è chiara perché nella sua dichiarazione iniziale, Applus ha detto di aver rilevato e fermato un attacco malware a fine marzo. Ulteriori dettagli sull’attacco e il tipo di ransomware non sono stati rivelati. Il Massachusetts RMV ha ripreso i servizi di controllo degli adesivi nella maggior parte delle sedi il 17 aprile, mentre i servizi in altri stati sono ripresi più tardi nello stesso mese.
Conclusioni
Questi sono solo alcuni degli attacchi che sono andati a segno nel 2021. Come suggerito anche in apertura, ormai è chiaro che il reale prodotto di valore sulla rete siano i dati, per cui le aziende sono disposte a pagare cifre veramente considerevoli.
Per difendere la tua azienda da un attacco ransomware, non abbassare la guardia, perché nel 2021 sono ancora attacchi molto comuni. SOD può aiutare a difendere gli asset aziendali in vari modi, il più diretto è il servizio Acronis Cyber Protect per la gestione dei backup e la difesa dei dati. Ma anche il SOCaaS può aiutare nell’individuare i segnali di attacco ransomware prima che sia sferrato. Infine, anche un servizio di phishing etico potrebbe essere una valida scelta per investire nel capitale umano e fornir gli strumenti per riconoscere le minacce.
Contattaci per sapere come SOD può aiutare la tua azienda nella difesa dei dati.
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Nel periodo 2019-2020 si è notato un drammatico aumento del 1160% dei file PDF dannosi. Si è passato da 411.800 file dannosi a 5.224.056. I file PDF sono un vettore di phishing allettante in quanto sono multi piattaforma e consentono agli aggressori di ingaggiare maggiori utenti, rendendo i loro schemi di truffa più credibili rispetto a una e-mail testuale con un semplice link.
Per attirare gli utenti a cliccare su link e pulsanti incorporati nei file PDF di phishing, sono cinque i principali schemi utilizzati dagli aggressori: Fake Captcha, Coupon, Play Button, File Sharing ed E-commerce.
Analisi dei dati
Per analizzare le tendenze, sono stati utilizzati i dati raccolti dalla piattaforma WildFire di Palo Alto Networks. Sono stati raccolti un sottoinsieme di campioni PDF di phishing per tutto il 2020 su base settimanale. Sono stati analizzati oltre 5 milioni di casi di phishing con PDF per il solo 2020 e l’aumento dell’incidenza rispetto al totale dei documenti inviati, è salito del 1160%.
In particolare: nel 2019 il totale dei file analizzati è stato 4,5 miliardi, di cui circa 411 mila sono risultati malware (0.009%). Nel 2020, in seguito all’analisi di oltre 6,7 miliardi di documenti, ben 5,2 milioni sono risultati vettori di phishing con PDF (0.08%).
Phishing con PDF, i metodi analizzati più comunemente
Sono stati individuati cinque principali schemi di phishing dal set di dati e ora li analizzeremo in breve in ordine di distribuzione. È importante tenere a mente che i file usati in attacchi di phishing con PDF spesso agiscono come un passo secondario e lavorano insieme al loro vettore (ad esempio, un’e-mail o un articolo che li contiene).
1. Fake CAPTCHA
I file PDF Fake CAPTCHA, come suggerisce il nome, richiedono agli utenti di verificare sé stessi attraverso un falso CAPTCHA. I CAPTCHA sono test di sfida-risposta che aiutano a determinare se un utente è umano o meno.
Tuttavia, i casi di phishing con PDF osservati non usano un vero CAPTCHA, ma un’immagine che raffigura un test CAPTCHA. Non appena gli utenti cercano di “verificarsi” cliccando sul pulsante continua, vengono portati su un sito web controllato dall’attaccante.
La figura qui sotto mostra un esempio di un file PDF con un falso CAPTCHA incorporato, che è solo un’immagine cliccabile.
2. Coupon
La seconda categoria identificata sono file PDF di phishing a tema coupon e spesso usavano il logo di una importante compagnia petrolifera.
Una notevole quantità di questi file era in russo con note come “ПОЛУЧИТЬ 50% СКИДКУ” e “ЖМИТЕ НА КАРТИНКУ” che si traducono rispettivamente in “ottieni il 50% di sconto” e “clicca sull’immagine”. La figura qui sotto mostra un esempio di questi tipi di file PDF di phishing:
Simile ad altre campagne osservate in passato, questi phishing con PDF hanno anche sfruttato il re-indirizzamento del traffico per le ragioni menzionate in precedenza. Analizzando diversi di essi, si è scoperto che usano due re-indirizzatori di traffico. La figura qui sotto mostra la catena di un campione:
Il sito web di ingresso ci ha portato a un altro sito web (track[.]backtoblack.xyz
), su cui era impostato un altro redirect.
Alla fine, si viene indirizzati a un sito di incontri per adulti attraverso una richiesta GET con alcuni parametri compilati come click_id
, che può essere utilizzato per la monetizzazione della pagina. Tutti questi reindirizzamenti sono avvenuti attraverso messaggi di redirect HTTP 302. La ricerca ha mostrato che il parametro offer_id
di backtoblack[.]xyz
controlla su quale sito l’utente arriva alla fine.
3. Immagine statica con un play button
Questi phishing con PDF non portano necessariamente un messaggio specifico, in quanto sono per lo più immagini statiche con sovrimpresso un pulsante di riproduzione video, in modo che sembrino dei video da dover far avviare.
Anche se si sono osservate diverse categorie di immagini, una parte significativa di esse ha usato come soggetto nudità o temi economico/monetari specifici come i Bitcoin, grafici azionari e simili per attirare gli utenti a cliccare sul pulsante di riproduzione.
L’immagine qui sotto mostra un file PDF con un logo Bitcoin e un pulsante di riproduzione cliccabile.
Cliccando il pulsante play, come intuibile, si viene reindirizzati a un altro sito web. Nella maggior parte dei test effettuati, il redirect puntava a https://gerl-s[.]online/?s1=ptt1
.
Dal nome del dominio, si potrebbe supporre che il sito sia anche nel regno degli incontri online. Tuttavia, al momento di questo scritto, il sito è stato rimosso. A differenza della campagna precedente, c’era solo un redirect coinvolto, e si è notato che tutti i redirect avevano il seguente formato:
id-6-caratteri-alfanumerici[dot]sed
seguito da un dominio principale, analoghi a quelli elencati qui di seguito:
http://pn9yozq[.]sed.notifyafriend.com/ http://l8cag6n[.]sed.theangeltones.com/ http://9ltnsan[.]sed.roxannearian.com/ http://wnj0e4l[.]sed.ventasdirectas.com/ http://x6pd3rd[.]sed.ojjdp.com/ http://ik92b69[.]sed.chingandchang.com/
http://of8nso0[.]sed.lickinlesbians.com/
4. Condivisione di file
Questa categoria di phishing con PDF utilizza servizi popolari di condivisione di file online per attirare l’attenzione dell’utente. Spesso informano l’utente che qualcuno ha condiviso un documento con lui. Tuttavia, per ragioni che possono variare da un file PDF all’altro, l’utente non può vedere il contenuto e apparentemente deve cliccare su un pulsante incorporato o un link. L’immagine qui sopra mostra un PDF con un logo Dropbox che chiede all’utente di cliccare sul pulsante per richiedere l’accesso.
Qui sotto, analogamente, un’immagine di un file PDF con un logo OneDrive, chiede all’utente di cliccare su “Access Document” per visualizzare il contenuto del file.
Con l’aumento del numero di servizi di condivisione di file basati su cloud, non sarebbe sorprendente vedere questo tema aumentare e continuare ad essere tra gli approcci più popolari.
Facendo clic sul pulsante “Access Document” si viene portati a una pagina di accesso con un logo Atlassian, come mostrato qui sotto. Ci sono due opzioni da utilizzare per l’accesso: Microsoft email o altri servizi di posta elettronica.
Atlassian Stack è orientato verso le imprese, quindi presumiamo che questa campagna fosse rivolta agli utenti aziendali. Ognuno di questi link è stato progettato per assomigliare a una legittima pagina di accesso via e-mail.
Per esempio, “Continua con Microsoft” porta a una pagina che sembra in qualche modo simile a quella che si incontra entrando nel legittimo https://login.live.com, come mostrato qui sotto:
Dopo aver inserito un indirizzo email, si procede ad un’altra pagina che ci ha chiesto di inserire la nostra password.
Si è potuto osservare che le credenziali rubate sono state inviate sul server dell’attaccante attraverso i parametri in una richiesta GET.
Dopo aver inserito le credenziali, si viene riportati alla prima pagina di login.
Vorremmo far notare che, nel momento in cui abbiamo visitato questo sito, era già segnalato come phishing dai principali browser come Google Chrome e Mozilla Firefox.
Tuttavia, durante le ricerche, si è proceduto testando tutto il percorso con credenziali false per indagare ulteriormente e approfondire il metodo di phishing con PDF.
5. E-commerce
Incorporare temi di e-commerce in email e documenti di phishing con PDF non è una nuova tendenza. Tuttavia, si è osservata un trend in salita del numero di file PDF fraudolenti che hanno utilizzato marchi di e-commerce internazionali per indurre gli utenti a cliccare sui link incorporati.
L’immagine qui sotto mostra un esempio di phishing con PDF che notifica all’utente che la sua carta di credito non è più valida e che deve “aggiornare le informazioni di pagamento” per non interrompere i benefici di Amazon Prime.
Analogamente, un’altra immagine qui in basso mostra un documento che comunica all’utente che il suo account Apple ID sarà sospeso se non clicca sul link per aggiornare le sue informazioni.
Al momento dell’analisi dei dati ai fini di questo articolo, tutti i siti web di questa specifica campagna di phishing con PDF sono stati eliminati. Vale la pena notare che la maggior parte di questi file a tema e-commerce hanno utilizzato https://t.umblr[.]com/
per scopi di re-indirizzamento.
Conclusioni
Abbiamo coperto le campagne di phishing con PDF più comuni del 2020 insieme alla loro distribuzione e funzionamento generale. I dati degli ultimi anni dimostrano che la quantità di attacchi di phishing continua ad aumentare e l’ingegneria sociale è il vettore principale per gli attaccanti per approfittare degli utenti.
Ricerche precedenti hanno dimostrato che il phishing su larga scala può avere un tasso di click-through fino all’8%. Pertanto, è importante verificare e ricontrollare i file che si ricevono inaspettatamente, anche se provengono da un ente che si conosce e di cui ci si fida.
Per esempio, perché il tuo account è stato bloccato dal nulla, o perché qualcuno ha condiviso un file con te quando meno te lo aspettavi?
È proprio con un occhio critico e riflettendo prima di agire che ci si difende meglio da campagne phishing di qualunque tipo. Abbiamo visto più volte quanto dannosi possono essere gli attacchi di phishing che vanno a segno, per questo ti consigliamo di valutare il nostro servizio di phishing etico per i dipendenti della tua azienda.
Tramite campagne di phishing etico saremo in grado di testare i dipendenti e recuperare dati importanti che verranno poi usati per progettare e svolgere training specifici su misura per le persone coinvolte.
Per saperne di più contattaci, saremo lieti di rispondere a ogni domanda.
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Gli attacchi di phishing di successo stanno aumentando rapidamente e così anche la varietà di forme in cui si presentano. Oggi voglio portare un paio di esempi di phishing segnalati nell’ultimo periodo sul territorio italiano dal CSIRT (Computer Security Incident Response Team).
Milioni di utenti in tutto il mondo sono messi a rischio ogni giorno, statisticamente, uno ogni 30 secondi. I criminali informatici si stanno evolvendo e così anche le loro tecniche.
Ma non è solo la tradizionale truffa di phishing che sta prendendo piede, ma anche lo spear phishing e la frode CEO ora offrono una portata molto più dannosa in ambito aziendale. Per le aziende, un attacco andato a buon fine, potrebbe significare milioni di dollari di danno.
Poiché è noto che gli utenti, anche quelli aziendali, tendono ad essere pigri e a non gestire in modo efficace le loro password, anche una campagna di phishing diretta ai privati, potrebbe fornire credenziali utili per colpire poi account aziendali. Per questo motivo, una delle difese più efficaci è la formazione degli utenti, che conoscendo il pericolo, possono evitarlo del tutto.
Perché il phishing funziona?
Prima di fare degli esempi concreti di phishing avvenuti in territorio italiano, è interessante capire come mai sia una tecnica che funziona così bene. Secondo un white paper della Ostermann Research del 2017, il phishing è la maggiore fonte di preoccupazioni dei team di sicurezza.
Ci sono 5 principali motivi, individuati da Ostermann Research, per cui il phishing è ancora un pericolo concreto.
1. Mancanza di consapevolezza
Senza dubbio, il motivo predominante è la mancanza di “consapevolezza della sicurezza“. Più specificamente, la mancanza di formazione su questioni come, per esempio, il phishing e il ransomware sono le ragioni principali del successo di questi attacchi.
2. Necessità di un maggiore numero di informazioni
L’uso e la notorietà del Dark Web hanno abbassato il valore commerciale dei dati rubati. Il prezzo di un record di una carta di credito è sceso da 25 dollari nel 2011 a 6 dollari nel 2016, il che significa che i criminali informatici hanno dovuto adattare la loro attenzione a nuovi modi per guadagnare le quantità di denaro che facevano in passato.
3. Mancanza di protezione adeguata
Le aziende non stanno facendo abbastanza per ridurre i rischi associati al phishing. Mancano processi di backup adeguati, così come l’incapacità di identificare gli utenti più deboli che hanno bisogno di ulteriore formazione.
Inoltre, mancano forti processi di controllo, come una doppia conferma per ogni richiesta di trasferimento bancario. Trascurare questi protocolli significa mettersi direttamente nelle mani di alcune delle tecniche fraudolente più comuni.
4. Facilità di reperimento degli strumenti
La disponibilità di kit di phishing e l’ascesa del ransomware-as-a-service (RaaS) ha dato agli aspiranti hacker una facile opportunità per entrare nel mercato e competere con le organizzazioni criminali sofisticate.
La parte più preoccupante di questa tendenza crescente è che anche persone con poca o nessuna esperienza informatica stanno raccogliendo i frutti di questi strumenti facili da ottenere.
5. Gli attacchi fanno leva sui punti deboli delle persone
Come abbiamo visto con l’ingegneria sociale, fare leva su alcuni fattori riesce ad abbassare la guardia delle persone. In alternativa, si punta a un senso di urgenza per fare in modo che non vengano effettuati i dovuti controlli prima di agire. Altre volte ancora è il senso di colpa o la vergogna che vengono utilizzati come arma per richiedere denaro in modo diretto, come nel caso del ransomware.
Tra gli esempi di phishing che vedremo tra poco, io credo che i fattori principali per cui riescono ad andare a segno siano l’ignoranza in materia di (sicurezza) informatica e sensi di colpa o di urgenza trasmessi negli messaggi usati negli attacchi.
Esempi di phishing del 2021 su territorio italiano
“Rimborso Eni Gas e Luce”
Questa campagna, segnalata nel marzo 2021, sfrutta come pretesto un finto rimborso proveniente da ENI Gas e Luce al fine di sottrarre dati personali e informazioni bancarie dalle vittime. La promessa di un rimborso e le pagine web apparentemente legittime sono elementi chiave dell’attacco.
Vengono richiesti, i seguenti dati personali: nome, cognome, data di nascita, codice fiscale e numero di telefono. Inoltre, sono richiesti anche: tipologia carta di credito, numero, data di scadenza e codice di sicurezza.
La vittima raggiunge la pagina di phishing seguendo un collegamento verso hxxps://legendaryfirewitch.tumblr[.]com/eni
, una pagina ospitata sulla piattaforma social Tumblr. Da qui l’utente viene reindirizzato, mediante uno script Javascript, verso una pagina del tutto simile al sito di ENI.
Dopo aver inserito le credenziali nel form, vengono visualizzate due schermate. Una di riepilogo e una di conferma. Da notare che nella schermata di riepilogo viene menzionato il metodo di conferma SMS/OTP che però non è richiesto alla vittima. Infine, si viene indirizzati sul sito reale di ENI.
Per difendersi, prestare sempre attenzione agli URL delle pagine visitate. Questi contengono spesso elementi di evidente illecito. Per esempio l’estensione ru
delle pagine.
Esempio di phishing relativo ad account bancari (N26)
A fine marzo 2021, viene segnalata una campagna che colpisce i clienti della banca online N26. Attraverso SMS ed email, vengono richieste agli utenti i dati anagrafici, informazioni personali (numero di telefono e codice fiscale) e il codice OTP e il token di accesso univoco della carta di credito.
Attraverso una landing page del tutto simile a quella di N26, viene chiesto di fare il login al servizio. L’utente inserisce le credenziali di accesso, il codice della carta e poi vengono richieste anche informazioni personali. La scusa è quella di effettuare un controllo sui dati dell’utente.
Dopo l’inserimento dei dati, viene comunicato alla vittima che il codice OTP inserito è errato e ne viene richiesto uno nuovo. Questo avviene per 3 volte, finché non viene mostrata una pagina di errore del server.
Ormai i dati sono stati inseriti e mandati all’attaccante, il quale può accedere al conto della vittima grazie alle informazioni raccolte.
Conclusioni
Gli esempi di phishing riportati in questo articolo sono solo due di tutti quelli riportati regolarmente sul sito del CSIRT. Spesso le truffe sono del tutto evitabili, se solo si conoscessero le basi per individuare una pagina web fraudolenta.
Un consiglio sempre valido: prima di seguire un link ricevuto vai email, è meglio visitare il sito dal proprio browser, senza usare gli URL forniti nel messaggio. Le comunicazioni via email sono spesso delle notifiche che devono avere un riscontro anche nella pagina dell’account sul sito.
Chi cade vittima di un attacco di phishing, è probabile che non sia in grado di riconoscere le minacce in generale. Questo può diventare un rischio per tutta l’azienda.
La difesa migliore è investire sui propri dipendenti. Questo può avvenire tramite campagne di ethical phishing seguite da una formazione mirata a consolidare i problemi rilevati. Noi di SOD possiamo aiutare la tua azienda a riconoscere i punti deboli per poi fornire ai dipendenti le informazioni di cui hanno bisogno per alzare il livello di guarda.
Contattaci per sapere come possiamo aiutare nello specifico la tua azienda per alzare le difese contro il phishing e rendere più sicura l’infrastruttura.
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L’ethical hacking indica l’applicazione a fin di bene di tecniche di hacking. Il termine “hacker” è stato coniato negli anni ’60 al Massachusetts Institute of Technology (MIT) per descrivere gli esperti che usavano le loro abilità per ri-sviluppare i sistemi mainframe, aumentandone l’efficienza e permettendo loro di svolgere più compiti.
Al giorno d’oggi, il termine descrive normalmente i programmatori esperti che ottengono un accesso non autorizzato nei sistemi informatici sfruttando le debolezze o utilizzando bug, motivati da cattive intenzioni. Per esempio, un hacker potrebbe creare algoritmi per crackare (violare) le password, penetrare nelle reti o anche interrompere i servizi di rete.
Con l’aumento della popolarità di Internet e del commercio elettronico, l’hacking negativo è diventato la forma più comunemente conosciuta. Un’immagine rafforzata dalla sua rappresentazione in varie forme di notizie e intrattenimento. Di norma, la spinta principale dell’hacking malevolo/non etico è il furto di informazioni preziose o il guadagno finanziario.
Detto questo, non tutto l’hacking è cattivo. Infatti, esiste un secondo tipo di hacking: ethical hacking. Si potrebbe dibattere che questo è il tipo originale di hacking. Infatti, i primi hacker non avevano nessun intento negativo, anzi, il loro scopo era ottimizzare e migliorare i sistemi esistenti.
Cos’è l’ethical hacking e perché ne abbiamo bisogno?
Ethical Hacking è la pratica autorizzata di bypassare la sicurezza di un sistema per identificare potenziali violazioni di dati e minacce in una rete. La società che possiede il sistema o la rete permette agli ingegneri/hacker etici di eseguire tali attività al fine di testare le difese del sistema. Quindi, a differenza dell’hacking malevolo, l’ethical hacking è pianificato, approvato e, soprattutto, legale.
Gli hacker etici hanno lo scopo di indagare il sistema o la rete alla ricerca di punti deboli che gli hacker malintenzionati potrebbero sfruttare o distruggere. Raccolgono e analizzano le informazioni per capire come rafforzare la sicurezza del sistema/rete/applicazioni. Così facendo, possono migliorare la sicurezza in modo che possa resistere meglio agli attacchi o mitigarli.
Gli hacker etici sono assunti dalle organizzazioni per prevenire le violazioni dei dati. In sostanza si fa questo ragionamento: per capire come un ladro potrebbe entrarci in casa, la cosa migliore è fingersi ladri e usare le loro tecniche.
Da notare che il ragionamento implica che chi svolge ethical hacking non conosca lo stato del sistema che sta per violare, così non sarà in alcun modo influenzato nello svolgere determinate attività o violare solo certe parti del sistema. Per l’azienda questo significa che il miglior hacker etico che possono trovare è un esterno al team di sicurezza.
L’attività degli hacker etici
L’ethical hacking controlla vulnerabilità chiave che includono molti aspetti del sistema informatico come: cambiamenti nelle impostazioni di sicurezza, esposizione di dati sensibili, violazione dei protocolli di autenticazione, etc.
Ovviamente ogni infrastruttura aziendale è composta da una combinazione di strumenti, hardware e software potenzialmente unica. Per questo, l’hacker etico deve mettere in campo moltissime conoscenze, strumenti personalizzati e procedure specifiche che non sono quasi mai le stesse da progetto a progetto. Questo è positivo, perché, proprio come gli hacker malintenzionati, anche l’hacker etico è spinto ad essere sempre aggiornato sulle novità del settore, testare nuove tecniche e studiare nuovi modi per mitigare il rischio.
Tipi di hacker
La pratica dell’ethical hacking è chiamata in gergo hacking “white hat” e coloro che la eseguono sono chiamati hacker white hat. In contrasto con l’hacking etico, quello “Black Hat” descrive le pratiche che comportano violazioni della sicurezza. Gli hacker black hat utilizzano tecniche illegali per compromettere i sistemi o violare dei dati.
A differenza degli hacker white hat, gli hacker “Grey Hat“ non chiedono il permesso prima di entrare nel sistema, ma le loro motivazioni non sono malevole. Infatti, i grey hat sono anche diversi dai Black Hat perché non eseguono l’hacking per vantaggio personale o di terzi. Questi hacker violano i sistemi per divertimento, di solito informando il proprietario di qualsiasi minaccia che trovano. Grey hat e black hat hacking sono entrambi illegali perché entrambi costituiscono una violazione non autorizzata del sistema, anche se le intenzioni sono profondamente diverse.
Le intenzioni
Il modo migliore per distinguere tra gli i white hat e black hat è dare un’occhiata alle loro motivazioni. I black hat sono motivati da guadagni personali, profitto o molestie; mentre i white hat (hacker etici) cercano e rimediano alle vulnerabilità, in modo da impedire agli altri hacker di trarne vantaggio.
Vediamo insieme altre differenze tra i due tipi di hacker.
Tecniche utilizzate
L’ethical hacking duplica le tecniche e i metodi seguiti dagli hacker malintenzionati al fine di scoprire le falle del sistema. Replicando tutti i passi dei cyber criminali, si può scoprire come un attacco al sistema sia avvenuto o possa avvenire. Se trovano un punto debole nel sistema o nella rete, lo segnalano immediatamente e sistemano la falla. Questo tipo di servizi sono solitamente chiamati valutazione delle vulnerabilità e test di penetrazione, e sono offerti anche da SOD.
Legalità
Anche se il l’hacker etico segue le stesse tecniche e metodi dei black hat hacker, solo una pratica è legalmente accettabile. Gli hacker, normalmente, infrangono la legge penetrando nei sistemi senza consenso, mentre gli hacker etici ricevono il permesso dai proprietari dei sistemi che li ingaggiano per testare le infrastrutture.
Proprietà
Gli hacker etici sono impiegati dalle organizzazioni per penetrare nei loro sistemi e rilevare problemi di sicurezza. I black hat hacker non possiedono il sistema né lavorano per qualcuno che lo possiede.
Benefici dell’ethical hacking
Imparare l’hacking etico comporta lo studio della mentalità e delle tecniche dei black hat hacker per imparare a identificare e correggere le vulnerabilità all’interno delle reti. Lo studio dell’hacking etico può essere applicato dai professionisti della sicurezza in tutte le industrie e in una moltitudine di settori. Questa sfera include il network defender, il risk management e il quality assurance tester.
Tuttavia, il vantaggio più evidente dell’apprendimento dell’hacking etico è il suo potenziale per informare e migliorare e difendere le reti aziendali. La minaccia principale per la sicurezza di qualsiasi organizzazione è un hacker. Imparare, capire e implementare come operano questi criminali può aiutare i responsabili della sicurezza a dare priorità ai potenziali rischi e imparare come rimediare al meglio.
Da notare che l’hacking non deve essere inteso come relativo solo alle infrastrutture informatiche ma a tutto l’apparato tecnologico di un azienda. L’ingegneria sociale, per esempio, fa leva sul fattore umano per ottenere accessi a luoghi, fisici o virtuali, in cui sono custoditi dei dati di valore. Ancora, tramite campagne di phishing, è possibile ingannare gli utenti di un sistema a fornire le proprie password e “regalare” l’accesso a malintenzionati.
I servizi di SOD per la sicurezza della tua azienda
Ogni azienda che gestisce dati sensibili dei propri clienti deve assicurarsi che le procedure e i sistemi utilizzati siano sufficientemente sicuri. Come accennato prima, far svolgere test e prove di vulnerabilità a personale interno potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Se anche si disponesse di un esperto di sicurezza, è da considerare che dovendo violare sistemi che magari ha lui stesso messo in opera, aumenta il rischio di un falso positivo.
Per questo motivo, aziende come SOD mettono a disposizione dei servizi orientati proprio alla valutazione e test delle misure di sicurezza aziendale.
Dal classico Vulnerability Assessment e Penetration Test, pensati per mettere alla prova hardware e software di rete, è possibile passare a servizi che testano fisicamente la sicurezza aziendale o anche le procedure di gestione dei dati sensibili.
Con gli addon per la sicurezza fisica si mettono in campo tecniche per guadagnare l’accesso agli uffici, tentare di raggiungere le centraline di rete o i server, ma anche tentativi di manomissione o installazione di hardware non autorizzato.
Per quello che riguarda il fattore umano, è anche disponibile un servizio di phishing etico, attraverso il quale viene lanciata una campagna di phishing verso l’azienda e vengono testate le reazioni dei dipendenti. Questo individua i punti deboli che saranno poi utilizzati per organizzare un percorso formativo ad hoc.
Come vedi, SOD mette a disposizione delle aziende dei servizi completi per la sicurezza. Non esitare a contattarci per richiedere ulteriori informazioni o farci eventuali domande che potresti avere.
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La Cyber Security è la pratica di difendere computer, server, dispositivi mobili, sistemi elettronici, reti e dati da attacchi maligni. È anche conosciuta come Information Technology Security e Electronic Information Security. Il termine si applica in una grande varietà di contesti, dal business al mobile computing e può essere diviso in alcune categorie comuni.
Possiamo dividere la cyber security in diverse aree di interesse che elenco qui di seguito brevemente. In quasi ogni situazione elencata, SOD dispone di un servizio dedicato.
Aree di interesse della Cyber Security
La network security è la pratica di proteggere una rete di computer dagli intrusi, sia che si tratti di aggressioni mirate o di malware generici.
L’application security si concentra sul mantenere il software e i dispositivi liberi da minacce. Un’applicazione compromessa potrebbe fornire l’accesso ai dati che è stata progettata per proteggere. Una sicurezza solida inizia nella fase di progettazione, ben prima che un programma o un dispositivo venga distribuito. Per questo l’analisi del codice di un’app è essenziale prima che venga rilasciata.
L’operational security include i processi e le decisioni nella gestione e protezione delle risorse e dei dati. I permessi che gli utenti hanno quando accedono a una rete e le procedure che determinano come e dove i dati possono essere memorizzati o condivisi rientrano tutti in questo ambito.
Disaster recovery e business continuity definiscono come un’organizzazione sia in grado di rispondere a un incidente che riguarda la cyber security o a qualsiasi altro evento che causi la perdita di dati. Le politiche di disaster recovery dettano come l’organizzazione ripristina le sue operazioni e informazioni per tornare alla stessa capacità operativa di prima dell’evento. La continuità del business è il piano a cui l’organizzazione ricorre mentre cerca di operare senza certe risorse.
La parte umana della cyber security
L’educazione dell’utente finale affronta il fattore più imprevedibile della sicurezza informatica: le persone. Chiunque può accidentalmente introdurre un virus in un sistema altrimenti sicuro non seguendo le best practice per la sicurezza. Per esempio, insegnare agli utenti a cancellare gli allegati di posta elettronica sospetti e a non inserire unità USB non identificate è vitale per la sicurezza di qualsiasi organizzazione.
In quest’area, particolare rilievo va dato alle truffe, al phishing e in generale all’ingegneria sociale, che fa leva sull’elemento solitamente più debole del sistema informatico: l’operatore.
La portata delle cyber threat
La minaccia informatica (cyber threat) globale continua ad evolversi ad un ritmo rapido, con un numero crescente di violazioni dei dati ogni anno. Un rapporto di RiskBased Security ha rivelato che 7,9 miliardi di documenti sono stati esposti a violazioni di dati nei primi nove mesi del 2019. Questa cifra è più del doppio (112%) del numero di documenti esposti nello stesso periodo l’anno precedente.
I servizi medici, i rivenditori e gli enti pubblici hanno sperimentato il maggior numero di violazioni, con criminali malintenzionati responsabili della maggior parte degli incidenti. Alcuni di questi settori sono più attraenti per i criminali informatici perché raccolgono dati finanziari e medici, ma tutte le aziende che utilizzano le reti possono essere prese di mira per i dati dei loro clienti, lo spionaggio aziendale o per attaccare i clienti.
Cosa fanno i governi
Con la scala della minaccia cibernetica destinata a continuare a crescere, l’International Data Corporation prevede che la spesa mondiale per le soluzioni di cyber security raggiungerà una cifra record di $133,7 miliardi entro il 2022. I governi di tutto il mondo hanno risposto alla crescente minaccia informatica con una guida per aiutare le organizzazioni a implementare pratiche efficaci di sicurezza informatica.
Negli Stati Uniti, il National Institute of Standards and Technology (NIST) ha creato un cyber security framework, per combattere la proliferazione del codice malware e aiutare il rilevamento preventivo. Il framework raccomanda il monitoraggio continuo e in tempo reale di tutte le risorse elettroniche.
L’importanza del monitoraggio del sistema è ripresa nei “10 passi verso la sicurezza informatica“, una guida fornita dal National Cyber Security Centre del governo britannico. In Australia, l’Australian Cyber Security Centre (ACSC) pubblica regolarmente una guida su come le organizzazioni possono contrastare le ultime minacce alla sicurezza informatica.
In Italia abbiamo il framework nazionale per la cyber security che fornisce tutorial, guide e norme europee in fatto di sicurezza informatica.
MSSP e servizi per la cyber security
Un Managed Security Service Provider (MSSP) fornisce monitoraggio e gestione in outsourcing per dispositivi e sistemi di sicurezza. In pratica si occupa di tutte le misure di cyber security per l’azienda che ne richiede i servizi.
SOD è un MSSP e i servizi offerti includono protezione e monitoring di diversi settori del reparto IT aziendale.
I nostri servizi di verifica includono test di vulnerabilità e di penetrazione, così come l’analisi delle procedure di sicurezza. Con il servizio SOC as a Service mettiamo a disposizione le potenzialità di un Security Operation Center sollevando l’azienda dai costi di installazione e gestione. Il SOC adotta tecnologie di ultima generazione come SIEM Next Gen e UEBA, che introducono l’analisi da parte di una IA per il motoring dei log e degli utenti.
SOD utilizza centri operativi di sicurezza per fornire servizi 24/7 progettati per ridurre il numero di personale operativo che un’azienda deve gestire, garantendo comunque livelli di cyber security eccellenti.
Ma i fronti di difesa non si devono fermare al software e alle macchine, devono includere anche l’elemento più imprevedibile: l’utente finale. Ecco perché nella nostra offerta per le aziende si trovano anche servizi people-oriented, come vedremo tra poco.
Protezione dell’utente finale
La protezione dell’utente finale è un aspetto cruciale della cyber security. Dopo tutto, è spesso l’utente finale che accidentalmente carica un malware o un’altra forma di minaccia informatica sul proprio dispositivo.
Come suggerito prima, i protocolli di sicurezza messi in piedi da SOD analizzano i software in tempo reale. Attraverso sistemi di analisi comportamentale possiamo monitorare sia il comportamento di un software che dell’utente. Nel caso di un attacco basato sul lateral movement, per esempio, accessi e richieste anomale da parte di un utente possono essere indicatori di un attacco in corso.
Ma non ci fermiamo a questo, possiamo mettere alla prova l’azienda contro tecniche di ingegneria sociale, phishing e manomissione fisica. Grazie ai servizi di ethical hacking e conseguente report, siamo in grado di individuare i punti deboli dell’azienda e suggerire strategie efficaci per mitigare i rischi. Nel caso del phishing, organizziamo anche formazione ad hoc in base alle debolezze evidenziate dal report.
Tramite il servizio di sicurezza fisica, in aggiunta ai servizi di test delle vulnerabilità informatiche, ci mettiamo nei panni dei malintenzionati e proviamo a portare a termine attacchi fisici. Per esempio, cerchiamo di entrare negli edifici aziendali che dovrebbero essere protetti, cerchiamo di raggiungere le infrastrutture di rete e installare hardware potenzialmente dannosi, etc.
Grazie a un team di hacker etici e operatori formati e preparati, testiamo ogni aspetto di cyber security prima che un rischio diventi un problema.
Se vuoi maggiori informazioni riguardo ai nostri servizi o hai delle domande, non esitare a contattarci.
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Link utili:
La minaccia del ransomware DDos
Cyber Threat Intelligence (CTI)
Vulnerability Assessment & Penetration Test
Mobile App Penetration Test & Code Review
VPN Aziendali e navigazione internet sicura
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Lo spam sembra arrivare ad ogni singolo account di posta elettronica che usiamo, non importa quanto siamo attenti o quale sia il provider dell’indirizzo. Come fanno gli spammer ad avere tutti i nostri indirizzi e-mail? Possiamo fare qualcosa per nascondere il nostro indirizzo e-mail alle più comuni tecniche spammer?
Sfortunatamente, non c’è molto che tu possa fare per evitare che gli spammer ti bombardino di email. Ci sono alcuni consigli che ti aiuteranno a proteggerti, ma gli spammer probabilmente troveranno il tuo indirizzo e-mail comunque.
Il problema non è tanto il messaggio di pubblicità indesiderato, quanto piuttosto cosa comporta il fatto che tu abbia ricevuto un messaggio. Come hai reagito? Lo hai cancellato? Hai cliccato su qualche link? Lo hai flaggato come spam? Ogni azione potrebbe portare informazioni utili agli attaccanti senza che tu te ne accorga.
Vediamoci più chiaro e partiamo da una domanda: dove gli spammer trovano le nostre e-mail?
Tecniche spammer per il recupero degli indirizzi e-mail
Nessuno fornisce la propria e-mail a un sito web e si aspetta che finisca nelle mani di un truffatore. Eppure non è raro che qualcuno trovi la propria casella di posta piena di email di spam non richieste.
Database rubati
La più semplice tra le tecniche usate dagli spammer per raccogliere grandi liste di indirizzi e-mail attivi è attraverso database di account trafugati. Questi furti di password accadono con spaventosa regolarità. Compagnie come Adobe, LinkedIn, eHarmony, Gawker, Last.fm, Yahoo!, Snapchat e Sony sono state tutte compromesse negli ultimi anni.
I database trapelati sono normalmente considerati una minaccia alla sicurezza perché spesso mostrano nomi di account e password. Tuttavia, generalmente mostrano anche gli indirizzi e-mail. Gli spammer possono scaricare questi database trapelati e aggiungere i milioni di indirizzi e-mail alle loro liste. Gli spammer sanno che la maggior parte di questi indirizzi e-mail dovrebbe essere attiva, quindi questi database sono eccellenti per loro.
Questo è probabilmente il modo in cui la maggior parte degli spammer sta trovando indirizzi e-mail per inviare spam. Non c’è davvero molto che tu possa fare per proteggerti da uno spammer che ottiene il tuo indirizzo in questo modo.
Un sito come Have I been pwned? può dirti se le informazioni del tuo account potrebbero essere state diffuse.
Puoi proteggerti dal furto di password utilizzandone di diverse, purtroppo però, devi utilizzare sempre lo stesso indirizzo email ovunque, sarebbe impensabile avere un indirizzo per ogni servizio usato.
Link nei messaggi di posta
Se ricevi email di spam, dovresti evitare di cliccare sui link nell’email. Se trovi un link “Unsubscribe” in un’e-mail da un’azienda legittima, è probabilmente sicuro cliccarlo. Un’azienda reale non vuole spammare e potenzialmente incorrere nelle leggi anti-spam, quindi ti rimuoverà semplicemente dalla sua lista.
Tuttavia, se vedi un link “Unsubscribe” (o, peggio ancora, un link “Buy Now!”) in un’e-mail che sembra molto poco professionale e truffaldina, lo spammer non ti rimuoverà necessariamente dalle sue liste.
Qui le cose si fanno più complesse. Noteranno il tuo clic e i loro sistemi identificheranno il tuo indirizzo email come attivo. Sanno che sei lì, e potresti vedere quantità maggiori di spam dopo aver cliccato il link.
Lo stesso vale per il caricamento delle immagini nelle e-mail di spam. Non cliccare sul pulsante “Carica immagini”, o gli spammer sapranno che hai aperto l’e-mail. Anche se non vedi un’immagine nel messaggio, potrebbe esserci un piccolo pixel di tracciamento che permette allo spammer di identificarti se carichi la risorsa.
Questo è il motivo per cui la maggior parte dei client di posta elettronica non carica automaticamente le immagini.
E-mail scraping, cercare e-mail in chiaro nella rete
Un’altra tecnica spammer per recuperare indirizzi dalla rete, è quella di raschiarle (scraping) dai dati in chiaro in rete. Ci sono in giro dei software che leggono i file in rete e trovano quelli che contengono e-mail e se le salvano. Un po’ come fanno i crawler di Google quando scansionano un sito, ma con intenti malevoli.
Ti sarà capitato di leggere un commento in cui qualcuno lascia il proprio indirizzo per essere contattato. Il bot che scansiona la rete salverà indirizzi simili.
Lo spammer aggiunge questo indirizzo alle sue liste di spam et voilà, lo spam è servito. Questo è il motivo per cui eBay fornisce un indirizzo email temporaneo dove puoi essere raggiunto piuttosto che includere il tuo vero indirizzo email. Questa tecnica è probabilmente meno comune ora che gli spammer hanno dei database di account trapelati enormi con cui lavorare.
Gli spammer possono anche cercare di acquisire indirizzi email validi curiosando in altri posti che sono pubblicamente disponibili, come i record whois per un dominio. Questi record mostrano un indirizzo email associato alla persona o all’organizzazione che ha registrato il nome del dominio.
Acquisto di indirizzi e-mail
Un’altra tecnica spammer, decisamente per hacker pigri, è quella di acquistare indirizzi da banche dati che li mettono a disposizione.
Persone senza scrupoli vendono liste di e-mail agli spammer per un basso prezzo. Questi indirizzi erano spesso distribuiti su CD in passato, e potrebbero esserlo ancora, ma i database di account trapelati hanno probabilmente eliminato un po’ di interesse per questo mercato.
Gli spammer possono anche semplicemente scambiarsi le loro liste di indirizzi tra loro, assicurandosi che altri malintenzionati mettano le mani sul tuo indirizzo, una volta che accade la prima volta.
Sia chiaro che questa tecnica non è del tutto illegale. Quando ci iscriviamo ad un servizio, spesso abbiamo la possibilità di fornire il nostro indirizzo e-mail a terzi per scopi pubblicitari. Alcuni utenti accettano senza rifletterci e senza verificare se sia un obbligo per sottoscrivere il servizio o no.
Mi è personalmente successo di venire contatto da una persona che, senza intento di spam, ma per fare numero, aveva acquistato il mio indirizzo da un’agenzia di rivendita di contatti, suddivisi per aree di interesse. Se fosse stato uno spammer, avrebbe potuto usare un servizio simile.
Come proteggere il proprio indirizzo
Gli spammer possono anche ottenere indirizzi e-mail in altri modi ma i metodi elencati qui sopra sono alcuni dei più comuni.
Non c’è molto che tu possa fare per evitare che il tuo indirizzo e-mail venga diffuso e riceva spam.
- – puoi evitare di mettere il tuo indirizzo e-mail sul web in forma di testo semplice
- – non cliccare mai su un link
- – non caricare un’immagine in una email sospetta.
Tuttavia, il tuo indirizzo finirà quasi sicuramente nell mani di uno spammer, ad un certo punto.
In realtà, non bisogna preoccuparsi tanto che l’indirizzo sia in circolazione, quanto piuttosto su come viene usato l’indirizzo, soprattutto se attivo.
Tecniche spammer di uso degli indirizzi
Una volta che un truffatore ottiene il tuo indirizzo e-mail, è molto probabile che lo userà per avvantaggiarsi in ogni modo possibile. Più è bravo, maggiori saranno i rischi.
Molti ti invieranno email di spam, con la speranza di raccogliere informazioni private come i numeri delle carte di credito. Cercheranno di ingannarti facendoti credere di aver vinto qualcosa, o che hanno un articolo vantaggioso in vendita. Gli hacker potrebbero anche usare la tua email per rubarti l’identità e mandare messaggi ai tuoi contatti. Ricordi le tecniche di Zombie Phishing?
Altri truffatori useranno le tue informazioni personali per cercare di accedere ai tuoi altri account. La maggior parte delle persone riutilizza le stesse password per diversi account, il che significa che gli hacker che hanno accesso a un account possono facilmente infiltrarsi negli altri.
Questo è il motivo per cui usare password uguali in giro per il web è sconsigliatissimo e per niente sicuro.
Creare botnet
Uno dei motivi per cui non dovresti mai interagire attivamente con i messaggi di spam è che le interazioni mandano agli hacker un’importante informazione: l’indirizzo è attivo, qualcuno lo usa sul proprio dispositivo.
Un indirizzo attivo, una volta che viene individuato, è un bersaglio perfetto per attacchi più specifici di phishing, e poiché tutti gli indirizzi sono a rischio, anche quelli aziendali, dal phishing si può facilmente arrivare a un ransomware a doppia estorsione.
In quest’ultimo caso, la minaccia di un attacco DDoS potrebbe arrivare dalla già citata tecnica dello zombie phishing, e potrebbe tutto essere partito da qualche messaggio di spam.
I computer che praticamente invieranno le richieste al server per eseguire il DDoS attack potrebbero essi stessi essere parte di una botnet creata a seguito di tecniche usate dagli spammer.
Fenomenologia di un attacco
Come prima tecnica spammer, vengono recuperati degli indirizzi aziendali. Questo può avvenire tramite scraping o acquisto di database nel dark web. Successivamente, per verificare quali indirizzi siano attivi, vengono inviate un paio di campagne di spam. Niente di dannoso, delle finte newsletter con un evidente messaggio Unsubscribe, oppure un pixel di tracciamento.
Nota: un pixel di tracciamento è solitamente un’immagine trasparente molto piccola che viene caricata da un server remoto. Basterà verificare quante volte è stata scaricata e da chi per capire quali indirizzi siano attivi e quali no.
Come risultato, il database di contatti si sarà ridotto a una lista di indirizzi attivi, in cui gli utenti sono stati abbastanza disattenti da cliccare su un link da una mail sospetta.
Infine, a questi indirizzi selezionati, viene inviato un vero e proprio messaggio di phishing contenente un malware oppure una richiesta di intervento su una pagina web apparentemente legittima. Per esempio, la richiesta di reset delle proprie credenziali tramite il link allegato.
L’ignaro utente, pensando di stare facendo una cosa sicura, segue il link, inserisce le credenziali regalandole di fatto allo spammer. A questo punto l’attaccante ha ottenuto accesso a un account. Da quel momento i rischi sono molti di più e molto più dannosi.
Come difendersi dalle tecniche spammer
Facciamo qualche passo indietro. Tutta la catena di eventi che ha portato l’hacker ad ottenere l’accesso ad un account importante è passato attraverso lo spam e messaggi di phishing.
Ethical Phishing
In alcuni dei passaggi, l’attacco si sarebbe potuto evitare. L’abilità di riconoscere un messaggio sospetto e quindi ignorarlo, è la prima arma a disposizione di un utente. SOD può aiutare la vostra azienda in questo.
Tramite un servizio di ethical phishing, testiamo prima di tutto la resilienza degli utenti. Una volta individuati gli eventuali punti deboli, viene costruito un percorso formativo ad hoc per fornire gli adeguati strumenti di difesa proattiva a tutti i dipendenti.
SOC as a Service
Non sempre essere utenti consapevoli è sufficiente, e un errore di distrazione potrebbe costare moltissimo ad un’azienda che tratta dati sensibili. Per questo, possiamo mettere in campo anche un servizio SOCaaS per la mitigazione del rischio e del danno in seguito ad un attacco.
In questo scenario, un sistema formato da SIEM di nuova generazione e protocolli UEBA implementati da una intelligenza artificiale, monitorano la rete in cerca di ogni anomalia. Ogni comportamento sospetto è individuato e analizzato da tecnici per verificare se possa diventare effettivamente una minaccia oppure no.
Se vuoi avere maggiori informazioni in merito a come SOD può aiutarti ad alzare il livello di sicurezza informatica della tua azienda, non esitare a contattarci.
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Dal nulla, qualcuno risponde a una conversazione email datata mesi fa. Si tratta di una conversazione vera che è realmente accaduta. Forse riguarda una riunione, un’opportunità di lavoro. Questa email sembra molto rilevante, ma attenzione, potrebbe essere zombie phishing.
Infatti, qualcosa non va, l’argomento discusso è passato da mesi e ora c’è uno strano messaggio di errore nel corpo della mail. Questa è una tattica subdola: far rivivere una conversazione via email morta da tempo.
Non il solito phishing
Il Cofense™ Phishing Defense Center™ (PDC) ha individuato nel 2018 una vasta campagna di Zombie Phishing. La truffa, come quasi ogni attacco di phishing, viene realizzata attraverso account di posta elettronica compromessi.
I truffatori si impadroniscono di un account email e rispondono a conversazioni già chiuse da tempo con un link di phishing o un allegato dannoso (per esempio malware o un keylogger). Dato che l’oggetto dell’email è solitamente rilevante per la vittima, è molto probabile che si verifichi un clic guidato dalla curiosità. Non scordiamoci, infatti, che la conversazione originale era già presente tra i messaggi ricevuti, è facile pensare che si tratti di un follow up o simili.
Questi attacchi di Zombie Phishing sembrano utilizzare URL di infezione generati automaticamente per eludere il rilevamento. Non ci sono due link uguali, inoltre, sono nascosti dietro messaggi di “errore” senza troppi fronzoli nel corpo del messaggio. Questo scenario fornendo uno schema di apparente legittimità per gli utenti che ne sono vittime.
Gli zombie in informatica
Nel settore informatico, uno zombie è un computer compromesso connesso alla rete. Lo stato di compromissione potrebbe essere dovuto a un hacker, un virus, un malware o un trojan horse.
La macchina infetta esegue compiti dannosi sotto una direzione remota. Le botnet di computer zombie sono spesso utilizzate per diffondere spam e-mail e lanciare attacchi di tipo denial-of-service (DoS).
Tipi di attacco
Ecco alcuni modelli osservati di Zombie Phishing che trasportano link dannosi. Un fattore distintivo era l’uso di due template grafici distinti contenenti messaggi di errore con pulsante o link.
Il messaggio recita qualcosa tipo “Messaggio incompleto” o “Impossibilità di mostrare tutto il messaggio”. Il link o pulsante invita a cliccare per vedere il messaggio originale. Ovviamente il click comporta solo l’installazione di un malware o altri eventi simili. Da notare che non sono stati individuati due link uguali, segno che probabilmente a generare gli indirizzi era un bot.
Un altro fattore comune è l’utilizzo di domini con TLD .icu
. Questo è probabilmente un fattore che col tempo varia sensibilmente. Ecco alcuni dei domini riscontrati nella prima analisi del 2018:
Si è osservato che questi attacchi zombie phishing utilizzano loghi organizzativi ufficiali per aggiungere legittimità alle false pagine di login. Una pratica comune nelle tecniche di phishing che abbiamo già visto in altri articoli.
Le pagine di destinazione sono progettate per sembrare un portale online legittimo, compreso di logo dell’azienda e persino una favicon. In questi casi l’obiettivo finale è il furto di credenziali della vittima.
Inoltre, qualsiasi vittima che visita il sito web dannoso viene “marcata” utilizzando l’indirizzo IP dell’host come identificatore e, dopo aver inserito le credenziali, viene indirizzata allo stesso sito web di spam visto da altre vittime. Questo avviene spesso tramite link offuscati utilizzando accorciatori di URL (come hxxps://href[.]li/
).
Se lo stesso host tenta di visitare di nuovo il link di phishing, la finta pagina di login viene saltata e si viene inoltrati direttamente alla pagina di spam. Questa marcatura e l’offuscamento dell’URL shortener aiuta gli aggressori a mantenere un basso profilo e a continuare la loro campagna senza sosta.
Conversation Hijacking
La tattica del conversation hijacking non è affatto nuova e sta ora vivendo una nuova vita grazie al zombie phishing . I truffatori hanno dirottato account di posta elettronica compromessi per distribuire malware ed email di phishing come risposte a conversazioni concluse da anni ormai.
Questa tecnica è ancora popolare perché rende le vittime molto più propense a cliccare su link e scaricare o aprire i file. La soglia di attenzione contro i classici attacchi di phishing è abbassata quando i messaggi sono portati all’interno di conversazioni già nella loro casella di posta.
Un esempio datato un paio d’anni di questo è stata la botnet Geodo. Sostanzialmente si tratta di inserimento in thread di posta elettronica esistenti (conversation hijacking) per consegnare documenti dannosi. Questi, a loro volta, scaricano un campione di Geodo o altri malware come Ursnif, che secondo il Key4Biz era il più diffuso in Italia a giugno 2020.
Tuttavia, l’efficacia di questa tattica può dipendere molto dal contenuto delle conversazioni. Una risposta a un’email pubblicitaria automatica ha meno probabilità di provocare un’infezione rispetto a una risposta a un thread di supporto help-desk.
Sono state diverse le campagne zombie phishing di Geodo consistenti in risposte a email pubblicitarie automatizzate. Questo è indice del fatto che, in alcuni casi, le campagne consistono in risposte indiscriminate a tutte le email in una casella di posta. Dato che il volume di queste campagne di conversation hijacking è ancora relativamente basso, la portata ridotta di queste email è probabilmente limitata dal numero di conversazioni in corso.
Alcuni tipi di account hanno quindi maggiori probabilità di attirare l’attenzione diretta degli attori delle minacce e di indurli a investire ulteriori sforzi e tempo nello sviluppo di campagne di phishing uniche per quegli account.
Difesa dal zombie phishing
Ecco alcuni suggerimenti veloci per evitare di perdere le credenziali per un attacco Zombie Phishing:
- Attenzione ai soggetti delle email che possono sembrare rilevanti ma che provengono da vecchie conversazioni
- Fate attenzione a un eventuale messaggio di errore nel corpo del messaggio
- Non fidatevi dei documenti allegati solo perché stanno rispondendo a una conversazione
- Passate il mouse sopra i pulsanti o i link nei messaggi sospetti per controllare che non contengano domini sospetti
È stato osservato che queste campagne sono diventate sempre più intelligenti. Per combattere questo e altre forme di phishing, la formazione dei dipendenti è fondamentale.
Una forza lavoro adeguatamente formata è ciò che serve per difendere la tua organizzazione contro gli attacchi di Zombie Phishing.
SOD offre un servizio completo a riguardo. Cominciamo attaccando in modo controllato l’azienda, testando eventuali debolezze nella sicurezza o nel comportamento dei dipendenti. Successivamente viene progettata una formazione specifica per rimediare alle lacune e formare in modo completo il personale.
Per mantenere alte le difese, inoltre, il nostro SOCaaS comprende l’analisi del comportamento degli utenti, dei log delle macchine collegate e della rete in modo da individuare immediatamente tentativi di phishing.
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Ingegneria sociale è il termine usato per una vasta gamma di attività dannose compiute attraverso le interazioni umane. Utilizza la manipolazione psicologica per indurre gli utenti a commettere errori di sicurezza o a fornire informazioni sensibili. In seguito, con quelle informazioni, l’hacker è in grado di portare a termine con successo attacchi mirati, come il furto di dati, un ransomware o un’interruzione di servizi.
Gli attacchi di ingegneria sociale avvengono solitamente in più fasi. L’esecutore prima indaga sulla vittima designata per raccogliere le informazioni di base necessarie, come i potenziali punti di ingresso e i protocolli di sicurezza deboli, necessari per procedere con l’attacco. Poi, l’attaccante si muove per guadagnare la fiducia della vittima e fornire stimoli per azioni successive che violano le pratiche di sicurezza, come rivelare informazioni sensibili o concedere l’accesso a risorse critiche.
Ciò che rende il social engineering particolarmente pericoloso è che si basa sull’errore umano, piuttosto che sulle vulnerabilità del software e dei sistemi operativi. Gli errori commessi dagli utenti legittimi sono molto meno prevedibili, il che li rende più difficili da identificare e contrastare rispetto a un’intrusione basata sul malware.
È da notare che il target di un ingegnere sociale non è per forza una rete o un software. Riuscire ad entrare in un edificio eludendo la sicurezza, per poi installare un dispositivo o rubare dei documenti, sono azioni che rientrano comunque sotto questa tipologia di attacchi.
Le tecniche dell’ingegneria sociale
Gli attacchi di ingegneria sociale si presentano in molte forme diverse e possono essere eseguiti ovunque sia coinvolta l’interazione umana. I seguenti sono cinque metodi più comuni di attacchi di ingegneria sociale digitale.
Baiting (dall’inglese bait, “esca”)
Come suggerisce il nome, gli attacchi di baiting utilizzano una falsa promessa (un esca, appunto) per stuzzicare l’avidità o la curiosità della vittima. Attirano gli utenti in una trappola che ruba le loro informazioni personali o installa sui loro sistemi un malware.
La forma più infame di baiting utilizza supporti fisici per disperdere il malware. Per esempio, gli aggressori lasciano l’esca (tipicamente chiavette infette) in aree appariscenti dove le potenziali vittime sono certe di vederle (ad esempio, bagni, ascensori, il parcheggio di un’azienda presa di mira). L’esca ha un aspetto legittimo, come un’etichetta che indica il contenuto, come la lista degli stipendi dell’azienda. L’indizio che rivela cosa dovrebbe contenere può cambiare, ovviamente, ma ha la prerogativa di essere potenzialmente molto interessante.
Le vittime raccolgono l’esca per curiosità e la inseriscono in un computer di lavoro o di casa, con conseguente installazione automatica di malware sul sistema.
Le truffe di adescamento non devono necessariamente essere eseguite nel mondo fisico. Le forme di baiting online consistono in annunci allettanti che portano a siti dannosi o che incoraggiano gli utenti a scaricare un’applicazione infetta da malware. Qui si sfocia nelle tecniche di phishing, che vedremo tra poco.
Note di difesa: per difendersi da questi attacchi di ingegneria sociale, oltre che prestare la massima attenzione a cosa si collega al proprio computer, non guasta avere un sistema di antivirus e anti-malware efficiente. Per l’azienda, un sistema SIEM di nuova generazione e UEBA aiutano nell’individuare comportamenti sospetti degli utenti e riducono moltissimo il rischio di infezione malware.
Scareware (dall’inglese to scare, “spaventare”)
Lo scareware consiste nel bombardare le vittime con falsi allarmi e minacce fittizie. Gli utenti sono ingannati a pensare che il loro sistema sia infettato da un malware, spingendoli a installare un software che non ha alcun beneficio reale (se non per l’esecutore) o è esso stesso un malware. Lo scareware viene anche chiamato software di inganno (deception software), rogue scanner software e fraudware.
Un esempio comune di scareware è il banner popup dall’aspetto legittimo che appare nel tuo browser mentre navighi sul web, mostrando un testo come “Il tuo computer potrebbe essere infettato da programmi spyware dannosi“. In altri casi il popup si offre di installare lo strumento (spesso infetto da malware) al posto vostro, o vi indirizza a un sito dannoso dove il vostro computer viene infettato.
Lo scareware è anche distribuito tramite email di spam che distribuisce avvisi fasulli, o fa offerte agli utenti per comprare servizi inutili/nocivi. L’ingegneria sociale è spesso molto fantasiosa e riesce a trovare modi sempre nuovi per ingannare. È necessario essere sempre all’erta.
Note di difesa: Nel caso si sospetti che il messaggio ricevuto sia davvero legittimo, la cosa migliore è cerca una soluzione attivamente, senza cioè usare i link suggeriti dal messaggio stesso. Per esempio, si è ricevuto un messaggio da un servizio che annuncia che il nostro account è stato compromesso. In caso di dubbio, si può contattare l’assistenza del servizio direttamente dal loro sito per chiedere chiarimenti. Evitare a tutti i costi di usare i link suggeriti dal messaggio sospetto.
Pretexting (dall’inglese to pretend, “fingere”)
In questo attacco di ingegneria sociale, un attaccante ottiene informazioni attraverso una serie di menzogne abilmente costruite. La truffa è spesso avviata da un esecutore che finge di aver bisogno di informazioni sensibili da una vittima in modo da eseguire un compito critico.
L’aggressore di solito inizia stabilendo la fiducia con la sua vittima impersonando colleghi, polizia, funzionari bancari e fiscali, o altre persone che hanno il diritto di conoscere l’autorità. L’hacker pone domande che sono apparentemente necessarie per confermare l’identità della vittima, attraverso le quali raccoglie importanti dati personali.
Molti tipi di informazioni vengono raccolte utilizzando questa tecnica, come numeri di carta d’identità, indirizzi personali e numeri di telefono, registri telefonici, date di ferie del personale, registri bancari e persino informazioni di sicurezza relative a un impianto fisico.
Ogni informazione, per quanto possa sembrare innocua, potrebbe successivamente essere usata per un secondo attacco. Anche il nome di una guardia giurata assunta dall’azienda potrebbe essere già sufficiente per instaurare fiducia e chiedere uno strappo alla regola quando si domanda il codice di accesso alle porte automatiche.
Phishing (dall’inglese to fish, “pescare”)
Essendo uno dei più popolari tipi di attacco di ingegneria sociale, le truffe di phishing sono campagne di e-mail e messaggi di testo che mirano a creare un senso di urgenza, curiosità o paura nelle vittime. Poi le spinge a rivelare informazioni sensibili, a cliccare su link a siti web dannosi o ad aprire allegati che contengono malware.
Un esempio è un’e-mail inviata agli utenti di un servizio online che li avvisa di una violazione della politica che richiede un’azione immediata da parte loro, come un cambio di password obbligatorio. Include un link a un sito web, quasi identico nell’aspetto alla sua versione legittima, che invita l’utente a inserire le sue credenziali attuali e la nuova password. Dopo aver inviato il modulo, le informazioni vengono inviate all’attaccante.
Dato che i messaggi identici, o quasi identici, vengono inviati a tutti gli utenti nelle campagne di phishing, individuarli e bloccarli è molto più facile per i server di posta che hanno accesso alle piattaforme di condivisione delle minacce.
Nota di difesa: Se è vero che in alcuni casi ci siamo abituati a non dare peso a questo tipo di messaggi, è anche vero che gli ingegneri sociali si sono fatti sempre più furbi. Non è il caso di abbassare la guardia. Invece è molto utile diffidare sempre di messaggi che richiedono inserimento di credenziali.
Questi attacchi fanno leva sul fatto che è facile imbrogliare alcuni utenti, vuoi per distrazione o ingenuità. La difesa migliore è la formazione dei dipendenti tramite un servizio di phishing etico e successivi training mirati.
Spear phishing (dall’inglese spear, “lancia”)
Questa è una versione più mirata del phishing in cui un aggressore sceglie specifici individui o imprese. Quindi adattano i loro messaggi in base alle caratteristiche, alle posizioni lavorative e ai contatti delle loro vittime per rendere il loro attacco meno evidente. Lo spear phishing richiede molto più sforzo da parte dell’autore e può richiedere settimane e mesi per essere portato a termine. Sono molto più difficili da rilevare e hanno migliori tassi di successo se fatti con abilità.
Uno scenario di spear phishing potrebbe coinvolgere un attaccante che, impersonando il consulente IT di un’organizzazione, invia un’e-mail a uno o più dipendenti. È formulata e firmata esattamente come il consulente fa normalmente, ingannando così i destinatari a pensare che sia un messaggio autentico. Il messaggio richiede ai destinatari di cambiare la loro password e fornisce loro un link che li reindirizza a una pagina dannosa dove l’attaccante ora cattura le loro credenziali.
Come difendersi dagli attacchi di ingegneria sociale
Gli ingegneri sociali manipolano i sentimenti umani, come la curiosità o la paura, per portare avanti gli schemi e attirare le vittime nelle loro trappole. Pertanto, è essenziale essere prudenti ogni volta che vi sentite allarmati da un’e-mail, attratti da un’offerta visualizzata su un sito web, o quando vi imbattete in media digitali vaganti in giro. Essere all’erta può aiutarvi a proteggervi dalla maggior parte degli attacchi di ingegneria sociale che avvengono online.
Inoltre, i seguenti consigli possono aiutare a migliorare la tua vigilanza in relazione agli attacchi di ingegneria sociale.
- Non aprire e-mail e allegati da fonti sospette. Se non si conosce il mittente in questione, non è necessario rispondere a un’e-mail. Anche se li conosci e sei sospettoso del loro messaggio, fai un controllo incrociato e conferma le notizie da altre fonti, come per telefono o direttamente dal sito di un fornitore di servizi. Anche un’e-mail che sembra provenire da una fonte affidabile potrebbe essere stata avviata da un aggressore.
- Usare l’autenticazione multi-fattore. Uno dei pezzi più preziosi di informazioni che gli aggressori cercano sono le credenziali dell’utente. Usando l’autenticazione a 2 fattori aiuti a garantire la protezione del tuo account in caso di compromissione del sistema. Esistono applicazioni gratuite per ogni tipo di dispositivo mobile che ti permettono di implementare questo tipo di autenticazione.
- Diffidare delle offerte allettanti. Se un’offerta sembra troppo allettante, pensaci due volte prima di accettarla come reale. Usa Google per verificare l’argomento e determinare rapidamente se hai a che fare con un’offerta legittima o con una trappola.
- Aggiornare il software antivirus/antimalware. Assicurati che gli aggiornamenti automatici siano attivati. Controlla periodicamente che gli aggiornamenti siano stati applicati e scansiona il tuo sistema per possibili infezioni.
Se l’azienda dispone di un reparto IT, questi consigli dovrebbero essere le misure standard di sicurezza.
Servizi di sicurezza per aziende
Quando si pensa ai dati che la propria azienda custodisce e gestisce, non si è mai troppo prudenti nella difesa. L’ingegneria sociale fa leva sul fatto che un dipendente si hackera più facilmente di un computer, cosa che molto spesso risulta veritiera.
Oltre alle misure di protezione informatica elencate qui sopra, è bene che i dipendenti siano tutti consapevoli dei rischi e delle potenziali minacce.
SOD propone una serie di servizi che vanno proprio in questa direzione. Il primo e forse più importante è quello di phishing etico in cui proviamo ad attaccare l’azienda con tecniche di phishing. Scopriamo quali sono i punti deboli e organizziamo training interni per fornire gli strumenti adeguati al personale.
Abbiamo anche i classici Vulnerability Assessment e Penetration Test per testare i sistemi di sicurezza informatica. A questo servizio sono applicabili degli addon per coprire un maggior numero di aree. È disponibile un addon specifico per l’analisi delle app e la revisione del codice, ma anche uno in cui proviamo a violare l’azienda con attacchi fisici. Testeremo la sicurezza fisica dell’azienda, la possibilità di entrare negli edifici, l’accesso alle centraline di rete e altro.
Infine, per mantenere controllate le reti, il servizio SOCaaS permette di monitorare tutta la rete, individuare azioni sospette (con analisi del comportamento tramite intelligenza artificiale), installazioni non autorizzate, tentativi di violazioni e molto altro.
La sicurezza dei dati in azienda è davvero importante, contattaci per sapere come possiamo aiutarti!
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Il phishing è un tipo di attacco di ingegneria sociale spesso utilizzato per rubare i dati degli utenti, comprese le credenziali di accesso e i numeri delle carte di credito. Si verifica quando un aggressore, mascherato da un’entità fidata, inganna una vittima ad aprire un’e-mail, un messaggio istantaneo o un messaggio di testo.
Il destinatario viene quindi indotto a cliccare su un link dannoso, che può portare all’installazione di malware, al congelamento del sistema come parte di un attacco ransomware o alla rivelazione di informazioni sensibili.
Un attacco può avere risultati devastanti. Per gli individui, questo include acquisti non autorizzati, il furto di fondi o il furto di identità.
Cos’è il phishing per le aziende?
Ancora più dannoso, il phishing è anche utilizzato per guadagnare un punto d’ingresso nelle reti aziendali o governative come parte di un attacco più grande, come un evento di minaccia avanzata persistente (APT – Advanced Persistent Threat). In quest’ultimo scenario, i dipendenti vengono compromessi al fine di aggirare i perimetri di sicurezza, distribuire malware all’interno di un ambiente chiuso, o ottenere un accesso privilegiato ai dati protetti.
Un’organizzazione che soccombe a un attacco di questo tipo in genere subisce gravi perdite finanziarie, oltre a un calo della quota di mercato, della reputazione e della fiducia dei consumatori. A seconda della portata, un tentativo di phishing potrebbe degenerare in un incidente di sicurezza da cui un’azienda avrà difficoltà a riprendersi.
Come si presenta un attacco phishing
Sapere cos’è il phishing spesso non basta per proteggersi. La cosa migliore da fare è lavorare sulla resilienza agli attacchi e capire come individuarli prima di caderne vittima.
Come abbiamo accennato prima, infatti, le conseguenze possono essere di proporzioni enormi. Ma, se sembra semplice da fare quando si tratta di un singolo individuo, come fare se c’è un’intera azienda da proteggere? SOD offre un servizio orientato proprio a questo: formare intere aziende al riconoscimento e mitigazione del rischio di attacchi phishing.
Attraverso un primo attacco controllato, siamo in grado di capire quali sono i punti su cui lavorare. Successivamente vengono organizzate delle proposte formative per i dipendenti. Viene loro insegnato come riconoscere le minacce prima che queste diventino problematiche. Per saperne di più, è possibili visitare la pagina del servizio.
Ma vediamo come si presenta un attacco generico.
Esempio di attacco
1. Un’email fasulla apparentemente proveniente da lamiauniversita.edu
viene distribuita in massa al maggior numero possibile di membri della facoltà.
2. L’email sostiene che la password dell’utente sta per scadere. Vengono date istruzioni per andare sul link lamiauniversita.edu/rinnovo
per rinnovare la loro password entro 24 ore.
Possono accadere varie cose cliccando sul link proposto.
– L’utente viene reindirizzato a lamiauniversita.edurinnovo.com
, una pagina fasulla che appare esattamente come la vera pagina di rinnovo, dove vengono richieste sia la password nuova che quella esistente. L’attaccante, monitorando la pagina, dirotta la password originale per – ottenere l’accesso alle aree protette della rete universitaria.
– L’utente viene inviato alla vera pagina di rinnovo della password. Tuttavia, mentre viene reindirizzato, uno script maligno si attiva in background per dirottare il cookie di sessione dell’utente. Questo si traduce in un attacco di tipo Cross Site Scripting, dando all’autore l’accesso privilegiato alla rete universitaria.
Logica di un attacco
L’email phishing è un gioco di grandi numeri. Un aggressore che invia migliaia di messaggi fraudolenti può ottenere informazioni significative e somme di denaro, anche se solo una piccola percentuale di destinatari cade nella truffa.
Gli hacker si impegnano a fondo nella progettazione di messaggi per un attacco phishing imitando le email reali di un’organizzazione camuffata. Usando lo stesso fraseggio, gli stessi caratteri tipografici, gli stessi loghi e le stesse firme, i messaggi appaiono legittimi.
Inoltre, un’altra cosa a cui prestare attenzione, è che gli aggressori di solito cercano di spingere gli utenti all’azione creando un senso di urgenza. Per esempio, come mostrato in precedenza, un’email potrebbe minacciare la scadenza dell’account e mettere il destinatario in una condizione di urgenza. L’applicazione di tale pressione porta l’utente ad essere meno diligente e più incline all’errore.
Infine, i link all’interno dei messaggi assomigliano alle loro controparti legittime, ma in genere hanno un nome di dominio scritto male o sottodomini extra. Nell’esempio precedente, l’URL lamiauniverista.edu/rinnovo
è stato cambiato in lamiauniversita.edurinnovo.com
. Le somiglianze tra i due indirizzi offrono l’impressione di un collegamento sicuro, rendendo il destinatario meno consapevole che un attacco è in corso.
Cos’è lo spear phishing
Lo spear phishing prende di mira una specifica persona o impresa, al contrario degli utenti casuali. È una versione più approfondita del phishing che richiede una conoscenza speciale di un’organizzazione, compresa la sua struttura di potere.
Un attacco potrebbe svolgersi nel seguente modo:
– Un hacker ricerca i nomi dei dipendenti all’interno del dipartimento di marketing di un’organizzazione e ottiene l’accesso alle ultime fatture dei progetti.
– Fingendosi il direttore del marketing, l’aggressore invia un’email a un project manager del dipartimento utilizzando un oggetto che dice: Fattura aggiornata per le campagne Q3. Il testo, lo stile e il logo incluso duplicano il modello di email standard dell’organizzazione.
– Un link nell’e-mail reindirizza a un documento interno protetto da password, che è in realtà una versione falsificata di una fattura rubata.
– Al direttore marketing viene richiesto di effettuare il login per visualizzare il documento. L’attaccante ruba le sue credenziali, ottenendo l’accesso completo alle aree sensibili all’interno della rete dell’organizzazione.
Fornendo all’attaccante credenziali di accesso valide, lo spear phishing è un metodo efficace per eseguire la prima fase di un attacco di tipo ransomware.
Cos’è il whale phishing
Il whale phishing, o whaling, è una forma di spear phishing che mira ai pesci molto grossi: CEO o altri obiettivi di alto valore. Molte di queste truffe prendono di mira i membri del consiglio di amministrazione di un’azienda, che sono considerati particolarmente vulnerabili. Infatti, essi hanno una grande autorità all’interno dell’azienda, ma poiché non sono dipendenti a tempo pieno, spesso usano indirizzi email personali per la corrispondenza relativa al business, che non ha le protezioni offerte dalle email aziendali.
Raccogliere abbastanza informazioni per ingannare un obiettivo di alto valore potrebbe richiedere tempo, ma può avere un ritorno sorprendentemente alto. Nel 2008, i criminali informatici hanno preso di mira i CEO aziendali con e-mail che sostenevano di avere allegati i mandati di comparizione dell’FBI. In realtà, hanno installato keylogger sui computer dei dirigenti. Il tasso di successo dei truffatori è stato del 10%, catturando quasi 2.000 vittime.
Come difendersi
La protezione contro un attacco phishing richiede l’adozione di misure sia da parte degli utenti che delle imprese.
Per gli utenti, la vigilanza è la chiave. Un messaggio contraffatto spesso contiene errori sottili che espongono la sua vera natura. Questi possono includere errori di ortografia o modifiche ai nomi di dominio, come visto nell’esempio dell’URL precedente. Gli utenti dovrebbero domandarsi quale sia il motivo per cui stanno ricevendo una certa e-mail.
Per le imprese, una serie di misure possono essere prese per mitigare sia il phishing che gli attacchi di spear phishing:
L’autenticazione a due fattori (2FA) è il metodo più efficace per contrastare gli attacchi di phishing, in quanto aggiunge un ulteriore livello di verifica quando si accede ad applicazioni sensibili. La 2FA si basa sul fatto che gli utenti abbiano due cose: qualcosa che conoscono, come una password e un nome utente, e qualcosa che hanno con sé, come il loro smartphone. Anche quando i dipendenti vengono compromessi, 2FA impedisce l’uso delle loro credenziali compromesse, poiché queste da sole non sono sufficienti per entrare.
Oltre all’uso di 2FA, le aziende dovrebbero applicare rigorose politiche di gestione delle password. Per esempio, ai dipendenti dovrebbe essere richiesto di cambiare frequentemente le loro password e di non essere autorizzati a riutilizzare una password per più applicazioni.
Infine, le campagne educative possono anche aiutare a diminuire la minaccia di attacchi di phishing facendo rispettare pratiche sicure, come non cliccare su link esterni alle email. A questo proposito vorrei ricordare il servizio di phishing etico di SOD, che ha proprio l’intento di testare l’azienda e organizzare formazioni mirate per mitigare i rischi.
Non è sufficiente sapere cos’è il phishing, è necessario anche saperlo riconoscere.
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Ransomware a doppia estorsione
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Cercando di alzare la posta in gioco e guadagnare più soldi con il ransomware, i criminali informatici utilizzano sempre più spesso una tattica nota come ransomware a doppia estorsione. Non solo criptano i dati e chiedono un riscatto alla vittima per riottenere l’accesso. Minacciano anche di caricarli online se le loro condizioni non vengono soddisfatte.
Facciamo un passo indietro, il ransomware è uno dei tipi più comuni di minaccia informatica. Prende di mira un’azienda ogni 14 secondi ed è costato $11,5 miliardi solo nel 2019. In genere, gli hacker che effettuano questi attacchi violano un sistema per rubare i dati e cancellarli se la vittima non paga un riscatto.
Perché gli hacker prediligono i ransomware a doppia estorsione?
L’ascesa del ransomware a doppia estorsione dimostra che i criminali informatici espandono costantemente il loro arsenale. Paolo Passeri, direttore di cyber intelligence della ditta di software Netskope, dice che questi attacchi sono diventati popolari perché sono il modo più semplice per gli hacker di guadagnare.
Dice Passeri: “Con gli attacchi ransomware a doppia estorsione, anche se è disponibile un backup, gli aggressori possono mettere più pressione sulla vittima per pagare il riscatto. La maggiore pressione deriva dalle potenziali gravi conseguenze di una fuga di dati, per esempio danni economici e di reputazione. Gruppi come REvil sono ancora più creativi: non fanno semplicemente trapelare i dati, li monetizzano mettendoli all’asta sul dark web e mettendo ancora più pressione sulle loro vittime.”
Quando conducono un attacco ransomware a doppia estorsione, gli hacker cominciano a dedicare più tempo alla strategia generale. Passeri avverte che i truffatori non stanno più adottando un approccio opportunistico. Stanno, invece, selezionando attentamente il loro obiettivo e il metodo di attacco per aumentare il denaro che guadagnano dai riscatti. Spiega: “gli attori della minaccia selezionano le loro vittime, scegliendo organizzazioni i cui affari possono essere colpiti da una fuga di dati“.
Lo spear phishing è il mezzo principale per distribuire ransomware a doppia estorsione, ma i criminali informatici stanno anche sfruttando le vulnerabilità nei dispositivi on-premises come i concentratori VPN. “Negli ultimi mesi, quasi tutte le principali tecnologie VPN hanno subito gravi vulnerabilità che sono state sfruttate per attacchi simili”, dice Passeri.
“Questo è spiacevole, data la situazione attuale con telelavoro forzato dove queste tecnologie di accesso remoto giocano un ruolo cruciale nel garantire la continuità aziendale durante il Covid-19. Questi sistemi sono direttamente esposti a Internet, quindi gli attori della minaccia possono scansionarli e successivamente sfruttare qualsiasi vulnerabilità scoperta”.
Rischi del Doxing: la diffusione dei dati privati
Il ransomware a doppia estorsione fornisce ai criminali informatici maggiori opportunità, permettendo loro di estorcere due volte alle vittime. Possono chiedere un primo pagamento per decriptare i file e un secondo per non renderli pubblici.
Questa tecnica, conosciuta anche come doxing, è stata usata da un numero crescente di gruppi ransomware nell’ultimo anno. Le conseguenze del doxing sono più gravi per la vittima, quindi spesso si abbassano alle richieste. Questo significa più soldi nelle tasche dei criminali informatici per finanziare nuovi ceppi di ransomware e sostenere altre attività criminali.
I miglioramenti nel malware e gli incentivi finanziari per gli hacker hanno portato alla crescita degli attacchi ransomware a doppia estorsione. In passato il ransomware criptava i file e gli hacker rubavano i dati, ma era raro fare entrambe le cose.
Ora abbiamo bot che possono scansionare il web alla ricerca di dati non protetti, rubarli, criptarli o cancellarli e lasciare una nota di riscatto per il proprietario, il tutto in un unico attacco automatizzato. L’hacker può poi riscuotere un riscatto per i dati e vendere i dati ad altri criminali, facendo il doppio gioco con il minimo sforzo.
Una tattica aggressiva
Nell’ultimo anno c’è stato un afflusso di attacchi ransomware a doppia estorsione. Gli hacker hanno guadagnato trazione alla fine del 2019 quando dei gruppi di alto profilo come Maze hanno iniziato a sfruttare aggressivamente questa tattica.
In questi casi particolarmente aggressivi, l’hacker estraeva una copia dei dati prima di criptarli. In questo modo l’aggressore non solo impedisce alla vittima di accedere ai suoi dati, ma tiene anche una copia dei dati per sé.
Per rivendicare la responsabilità e fare pressione sulla vittima durante il processo di negoziazione, l’attaccante spesso rilasciava piccole porzioni di dati online. Se le trattative si bloccano o falliscono, l’aggressore pubblica tutti i dati sottratti o li vende a terzi. Questo crea una significativa violazione nei confronti della vittima.
Cosa fare
Per difendersi da questi attacchi, ci sono diversi passi che le aziende dovrebbero fare. Per esempio, mantenere i sistemi aggiornati per garantire che le vulnerabilità conosciute siano risolte. È anche imperativo che le organizzazioni abbiano un approccio di sicurezza a più livelli che includa l’uso di strumenti di prevenzione della perdita di dati. Un esempio è il servizio offerto da SOD Acronis Cyber Protect Cloud. Il sistema può fermare l’estrazione o la cifratura dei dati che dà inizio a questi attacchi di doppia estorsione.
Ma cosa possono fare le organizzazioni se non riescono a mitigare con successo uno di questi attacchi?
Le organizzazioni dovrebbero cercare di includere un’ultima linea di difesa che isoli e fermi immediatamente la crittografia illegittima. Questo mitiga il rischio quando la sicurezza tradizionale basata sulla prevenzione è stata compromessa o bypassata. Anche i processi di backup robusti, comprese le copie off-line (air-gap backup), dovrebbero essere presi in considerazione per rendere più difficile ai criminali criptare o disabilitare gli archivi di dati critici.
Conseguenze
Se un’organizzazione diventa vittima di un attacco ransomware a doppia estorsione, ci sono spesso conseguenze disastrose. I gruppi di criminali sono sempre più sfacciati, anche i nomi distopici come Maze, Netwalker e REvil, sono un indice di questa inclinazione. Il loro orgoglio li porta a mostrare i dati esfiltrati come trofei online e sponsorizzare persino concorsi clandestini di hacking per mostrare il loro malware. In una sorta di cyber show-off.
Per le vittime le conseguenze possono essere devastanti. Travelex, un servizio di cambio valuta, è andato in amministrazione controllata con la perdita di 1.300 posti di lavoro nel Regno Unito a seguito di un attacco ransomware. Durante il colpo, la cyber gang REvil ha chiesto all’azienda di pagare 6 milioni di dollari in 48 ore. L’azienda ha dovuto fare i conti con la minaccia di pubblicazione dei dati della carta di credito, dei numeri di assicurazione nazionale e delle date di nascita dei suoi clienti.
Chiaramente è fondamentale che le aziende facciano tutto il possibile per identificare e fermare questi attacchi prima che causino danni maggiori. Prevenire questi attacchi in modo proattivo è molto meglio che mitigarne gli effetti, con tutti i costi finanziari e i danni alla reputazione che comportano.
La maggior parte degli aggressori ottiene l’accesso attraverso un errore umano. Per questo, insieme a misure tecniche come la gestione interna dell’accesso ai dati e il back-up, l’addestramento del personale e la vigilanza sono elementi chiave nelle difese di un’organizzazione.
Le vittime hanno essenzialmente due scelte, entrambe costose: se si rifiutano di pagare, affrontano una catastrofica violazione di dati con esposizione a dolorose multe normative e richieste civili; se pagano il riscatto, non hanno comunque alcuna garanzia di restituzione dei dati.
Gestire i ransomware a doppia estorsione
Anche se essere colpiti da un ransomware può infliggere un duro colpo a qualsiasi azienda, le compagnie dovrebbero essere prudenti quando viene chiesto loro di pagare un riscatto. Farlo potrebbe comportare rischi ancora maggiori. Non c’è certezza che questi hacker non chiederanno altri soldi senza rilasciare comunque i dati.
È importante per le aziende mettere in sicurezza le loro reti e condurre test di simulazione per mitigare la minaccia del ransomware. Tali attacchi simulati aiuteranno ad evidenziare le vulnerabilità all’interno dell’organizzazione senza il rischio di affrontare seri problemi finanziari e di dover rispondere a domande molto difficili da parte dei clienti.
Implementare forti misure di resilienza è il modo migliore per prevenire il ransomware a doppia estorsione. Il ransomware è spesso un’infezione secondaria. Gli attori delle minacce cercano di sfruttare le vulnerabilità conosciute, in particolare in relazione ai protocolli di accesso remoto e alle applicazioni che sono fondamentali per lavorare da casa.
Critico per mitigare tutto ciò, è assicurarsi che le vulnerabilità vengano patchate in modo tempestivo e che i log dei dati di rete vengano monitorati per rilevare qualsiasi attività insolita o esfiltrazione di dati. C’è quindi una potenziale finestra di opportunità per rimediare a qualsiasi infezione primaria (che precede il ransomware) e quindi impedire che si sviluppi il processo per la richiesta di riscatto.
Educazione
Le organizzazioni devono educare il personale sui rischi del ransomware a doppia estorsione e su come viene eseguito. Anche gli utenti individuali possono essere di grande aiuto essendo consapevoli del potenziale degli allegati non sicuri. Dovrebbero, inoltre, essere prudenti nel cliccare qualsiasi link e-mail ricevuto in qualsiasi comunicazione, in particolare con la recente ricomparsa di Emotet, un malware noto.
Ci sono due strategie di difesa per affrontare il ransomware a doppia estorsione. Innanzi tutto, backup robusti, per assicurarsi di non avere le mani legate se gli hacker ottengono il controllo dei dati. Poi, la crittografia, per assicurarsi che se un aggressore minaccia di esporre i dati, anche questo sia protetto.
Questi approcci dovrebbero poi essere incorporati in una strategia più ampia: un attento monitoraggio della rete che potrebbe permettere di tagliare fuori gli aggressori, e la promozione dell’educazione informatica dei dipendenti a non cadere vittima di attacchi di phishing che spesso sono la causa principale di un incidente ransomware.
La minaccia del ransomware a doppia estorsione è innegabile, con i criminali informatici che prendono attentamente di mira e creano questi attacchi nel tentativo di aumentare le dimensioni dei riscatti.
Spesso le organizzazioni pensano di non avere altra scelta che pagare il riscatto per evitare la fuga di dati sensibili. Ma in realtà si tratta di un gioco di roulette russa e le informazioni rubate possono ancora farsi strada online. Quindi l’attenzione deve concentrarsi sulla prevenzione e sulla mitigazione del rischio.
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Una definizione comune di data exfiltration (esfiltrazione dei dati) è il furto, la rimozione o lo spostamento non autorizzato di qualsiasi dato da un dispositivo. L’esfiltrazione dei dati implica tipicamente un cybercriminale che ruba dati da dispositivi personali o aziendali, come computer e telefoni cellulari, attraverso vari metodi di cyberattack.
L’incapacità di controllare la sicurezza delle informazioni può portare alla perdita di dati che può causare danni finanziari e di reputazione a un’organizzazione.
Come avviene un data exfiltration?
L’esfiltrazione dei dati avviene in due modi, attraverso attacchi da parte di estranei e attraverso minacce dall’interno. Entrambi sono rischi importanti, e le organizzazioni devono garantire che i loro dati siano protetti individuando e prevenendo l’esfiltrazione dei dati in ogni momento.
Un attacco dall’esterno dell’organizzazione si verifica quando un individuo si infiltra in una rete per rubare dati aziendali o credenziali degli utenti. Questo tipicamente è il risultato di un cyber-criminale che inserisce malware in un dispositivo connesso ad una rete aziendale.
Alcuni filoni di malware sono progettati per diffondersi nella rete di un’organizzazione e infiltrarsi in altri, cercando dati sensibili nel tentativo di estrazione. Altri tipi di malware rimangono dormienti su una rete per evitare di essere rilevati dai sistemi di sicurezza delle organizzazioni fino a quando i dati non vengono estratti in modo sovversivo o le informazioni non vengono gradualmente raccolte nel corso di un periodo di tempo.
Gli attacchi possono derivare da insider malintenzionati che rubano i dati della propria organizzazione e inviano documenti al proprio indirizzo email personale. Tipicamente i dati sono poi venduti a cyber criminali. Possono anche essere causati da un comportamento disattento dei dipendenti che vede i dati aziendali cadere nelle mani di cattivi attori.
Tipi di Esfiltrazione Dati
La data exfiltration avviene in vari modi e attraverso molteplici metodi di attacco, per lo più su Internet o su una rete aziendale.
Le tecniche che i cyber criminali usano per estrarre i dati dalle reti e dai sistemi delle organizzazioni stanno diventando sempre più sofisticate. Queste includono: connessioni anonime ai server, attacchi ai Domain Name System (DNS), Hypertext Transfer Protocol (HTTP) tunneling, indirizzi IP (Direct Internet Protocol), attacchi fileless ed esecuzione remota del codice.
Vediamo nel dettaglio alcune tecniche di attacco per sapere di cosa stiamo parlando nello specifico.
1. Ingegneria sociale e attacchi di phishing
Gli attacchi di ingegneria sociale e gli attacchi di phishing sono dei popolari vettori di attacco alla rete. Vengono usati per ingannare le vittime a scaricare malware e a inserire le credenziali del loro account.
Gli attacchi di phishing consistono in email progettate per sembrare legittime e spesso sembrano provenire da mittenti fidati. Solitamente contengono un allegato che inietta malware nel dispositivo. Altre tipologie contengono un link a un sito web che sembra legittimo ma che viene falsificato per rubare le credenziali di accesso inserite. Alcuni aggressori lanciano anche attacchi mirati di phishing per rubare dati da un utente specifico. Spesso i target sono i dirigenti di una società o individui noti.
Per difendersi da questo tipo di attacchi, la cosa migliore è riconoscerli immediatamente e cestinare le email. In un’azienda è possibile aiutare il processo tramite un percorso di formazione ad hoc, basato su dati raccolti internamente all’azienda tramite un test controllato. SOD offre anche questo servizio, se fossi interessato, maggiori informazioni le troverai nella pagina del servizio stesso.
2. Email in uscita
I cyber criminali controllano la posta elettronica per recuperare qualsiasi dato in uscita dai sistemi di posta elettronica delle organizzazioni. I dati recuperati possono essere calendari, database, immagini e documenti di pianificazione. Questi forniscono informazioni sensibili di valore o informazioni utili per il recupero di dati di valore.
3. Download su dispositivi non sicuri
Questo metodo di esfiltrazione dei dati è una forma comune di minaccia accidentale da parte di insider. L’attore dell’attacco accede alle informazioni aziendali sensibili sul suo dispositivo di fiducia, quindi trasferisce i dati su un dispositivo insicuro. Il dispositivo insicuro potrebbe essere un drive esterno o uno smartphone non protetto da soluzioni o politiche di sicurezza aziendali, il che lo mette a rischio di esfiltrazione dei dati.
Anche gli smartphone sono suscettibili all’esfiltrazione dei dati. I dispositivi Android sono vulnerabili all’installazione di malware che prendono controllo del telefono per scaricare applicazioni senza il consenso dell’utente.
4. Upload su dispositivi esterni
Questo tipo di esfiltrazione di dati proviene tipicamente da malintenzionati. L’aggressore interno può estrarre i dati scaricando le informazioni da un dispositivo sicuro, per poi caricarle su un dispositivo esterno (non sicuro). Questo dispositivo esterno potrebbe essere un laptop, uno smartphone, un tablet o una chiavetta USB.
5. Errore umano e comportamenti non sicuri nella rete
Il cloud fornisce agli utenti e alle aziende una moltitudine di vantaggi, ma insieme ci sono significativi rischi di esfiltrazione dei dati. Per esempio, quando un utente autorizzato accede ai servizi cloud in modo insicuro, consente a un malintenzionato una via di accesso da cui può recuperare dati e portarli fuori dalla rete sicura. Anche l’errore umano gioca un ruolo nell’estrazione di dati, perché la protezione appropriata potrebbe non essere più in atto.
Come individuare un attacco data exfiltration
A seconda del tipo di metodo di attacco utilizzato, il rilevamento dell’esfiltrazione dei dati può essere un compito difficile. I cyber criminali che utilizzano tecniche più difficili da rilevare possono essere scambiati per il normale traffico di rete. Questo significa che possono rimanere in agguato nelle reti inosservati per mesi e persino anni. L‘esfiltrazione dei dati spesso viene scoperta solo quando il danno è stato già causato.
Per rilevare la presenza di utenti a rischio, le organizzazioni devono usare strumenti che scoprano automaticamente e in tempo reale il traffico dannoso o insolito.
Uno strumento con questa capacità è il SOC (offerto anche come servizio: SOCaaS) che implementa un sistema di monitoraggio delle intrusioni, così come un sistema automatico che verifica del comportamento degli utenti. Quando il SOC rileva una possibile minaccia, invia un avviso ai team IT e di sicurezza dell’organizzazione che possono intervenire e verificare la situazione.
Il SOC funziona cercando e rilevando le anomalie che si discostano dalla regolare attività di rete. Quindi emettono un avviso o un rapporto in modo che gli amministratori e i team di sicurezza possano esaminare il caso.
Oltre a rilevare le minacce automatiche, le organizzazioni possono anche costruire l’intera sequenza di un evento così come si è verificato, inclusa la mappatura su una kill chain conosciuta o su un framework di attacco.
Utilizzare un SOCaaS, per un’azienda che gestisce dati sensibili, è un vantaggio sotto molti punti di vista. Essendo offerto come servizio, l’azienda non dovrà investire nel mettere in piedi un reparto specializzato IT per il proprio SOC, non dovrà assumere personale aggiuntivo e potrà contare su sistemi di sicurezza sempre aggiornati con operatori qualificati e sempre disponibili.
Per maggiori informazioni, non esitare a contattarci.
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