Estimated reading time: 6 minuti
I continui progressi in ambito di automazione della sicurezza informatica hanno permesso agli analisti di potersi dedicarsi maggiormente all’analisi delle minacce più importanti. Questo evitando di sprecare energie eseguendo operazioni ripetitive.
Anche se questi progressi tecnologici portano benefici in termini di tempo, è fondamentale avere il controllo completo su tutti i processi integrati dai sistemi automatizzati. Proprio per questo è importante utilizzare strumenti che semplificano il compito, come ad esempio un SOAR.
SOAR è l’acronimo di Security Orchestration, Automation and Response e descrive l’insieme delle funzionalità impiegate per proteggere i sistemi informatici dalle minacce.
Le funzioni di automazione della sicurezza informatica consentono di alleggerire il carico di lavoro delle organizzazioni, automatizzando i comportamenti consueti di basso valore. Il grado di automazione dev’essere regolato adeguatamente e i team di sicurezza devono stabilire quali azioni debbano includere l’interazione umana, che rappresenta l’aspetto fondamentale nei processi di analisi.
I vantaggi che comporta l’impiego di un SOAR sono sostanzialmente due: riduzione del tempo di risposta agli incidenti informatici e miglioramento dell’efficienza del SOC.
SOAR: progetti di automazione per la sicurezza informatica
È necessario effettuare alcune analisi preliminari prima di poter avviare un progetto di automazione di sicurezza SOAR.
Fase 1: Identificazione delle Procedure Standard Operative (SOPs) da attivare in risposta delle minacce
Prima di avviare un progetto di automazione, è opportuno effettuare delle analisi delle Procedure Standard presenti in azienda, ovvero dei processi di risposta e di investigazione degli incidenti che si vuole automatizzare. È importante identificare quali casi d’uso si vogliono implementare e migliorare prima di passare al passaggio successivo.
Fase 2: Analisi degli strumenti da orchestrare all’interno dei processi
Questa seconda fase consiste nell’analisi degli strumenti che bisogna orchestrare all’interno dei processi per poter effettuare indagini ed eseguire azioni correttive.
Fase 3: Verifica e creazione di connettori API
La terza fase consiste nel verificare che tutti i connettori API per effettuare le singole azioni identificate al punto due siano disponibili o sviluppabili.
Fase 4: Creazione dei connettori API mancanti
Alcune soluzioni SOAR presenti sul mercato sono molto chiuse e per poter effettuare qualche modifica è necessario rivolgersi al produttore. La flessibilità dev’essere una caratteristica chiave di un SOAR, così come la possibilità di poter scrivere e modificare in autonomia i connettori.
Fase 5: Miglioramento dei processi utilizzando workflow grafici
Con la logica dei playbook è possibile creare workflow grafici, in modo da avere sotto controllo tutti quei processi che devono essere eseguiti da un SOAR nell’automazione della sicurezza informatica.
Fase 6: Automazione progressiva
È importante decidere come dev’essere eseguita ogni singola azione dei processi. Qui sotto elenchiamo tre tipologie di azioni:
– Totalmente automatiche: tutte quelle azioni eseguite direttamente dal SOAR senza l’ausilio dell’intervento umano.
– Semi automatiche: le azioni che necessitano un’attivazione da parte di un analista.
– Manuali: tutti i task che un analista deve svolgere manualmente, utilizzando altre tecnologie.
Automazione sicurezza informatica e orchestrazione: le differenze
Quando parliamo di orchestrazione, ci riferiamo alla possibilità di poter gestire tutti gli strumenti di cui gli analisti hanno bisogno, permettendo loro di replicare i processi di risposta alle minacce e di ottenere tutte le informazioni di cui hanno bisogno per poter prendere le giuste decisioni.
Un’automazione della sicurezza informatica, invece, permette di accelerare l’implementazione dei processi, dato che l’operatore interviene solo quando bisogna prendere delle decisioni gestionali.
Automazione della sicurezza informatica in un SOAR
Il SOAR è uno strumento che permette alle organizzazioni di poter replicare i propri processi operativi di sicurezza in un flusso di lavoro che consenta di orchestrare diverse tecnologie esistenti col fine di identificare, tracciare e rispondere agli incidenti informatici in maniera efficace e tempestiva. Gli analisti, in genere, hanno un’infinità di compiti da svolgere e l’automazione dei compiti e dei processi svolge un ruolo fondamentale, permettendo loro di concentrarsi sulle minacce più importanti.
Il SOAR non sostituisce l’intervento umano ma aiuta a velocizzare in modo significativo le attività degli analisti, essendo uno strumento che permette di far dialogare tra loro più tecnologie in un’unica piattaforma.
Quali sono i processi di sicurezza informatica che possono essere automatizzati
Il SOAR è progettato per gestire gli incidenti di sicurezza in un ambiente IT, in considerazione all’enorme quantità di strumenti adottati per rispondere alle minacce. Negli ultimi anni, il numero di reati informatici è salito vertiginosamente. Sono sempre più comuni i tentativi di phishing, smishing, doxing, ransomware e altre tipologie di intrusione più sofisticate.
Un numero maggiore di attacchi comporta un incremento dei processi, e conseguenzialmente anche degli strumenti e delle risorse umane impiegate per eseguire tutte le operazioni necessarie per garantire una corretta protezione di un sistema IT. Grazie al SOAR, gli analisti hanno la possibilità di ricevere notifiche e task fondamentali, permettendo loro di verificare tutte le informazioni raccolte e attivare le contromisure di contenimento.
Il SOAR non solo gestisce gli incidenti di sicurezza informatica, ma è utile anche a svolgere tutte quelle operazioni ripetitive.
Aumentare la velocità di risposta agli incidenti
Il SOAR permette di far seguire le Procedure Operative Standard (SOP), assegnando task e aumentando la collaborazione tra macchine e il team di sicurezza. L’esecuzione di procedure all’interno delle SOP può richiedere molto tempo come, ad esempio, tutte quelle attività ripetitive come l’analisi degli alert e la generazione reportistica.
Per i team di sicurezza, è inaccettabile sprecare energie dietro tutte queste procedure. Un SOAR aiuta ad automatizzare tutte quelle attività ripetitive che presentano minori rischi, consentendo agli analisti di lavorare in modo coordinato.
Una volta individuata e analizzata una minaccia, assegna il task agli operatori e, grazie all’automatizzazione dei compiti ripetitivi, gli analisti ottengono tempestivamente tutte le informazioni necessarie da utilizzare nei processi decisionali in modo da contenere la minaccia.
Il SOAR analizza automaticamente gli alert, documentandone le caratteristiche e classificando la loro natura. I dati collezionati vengono trasmessi agli analisti che, non avendo più la necessità di dover accedere a tanti diversi strumenti, possono focalizzare la loro attenzione sulle minacce reali in modo da sfruttare le loro competenze nelle attività che necessitano dell’analisi da parte dell’uomo e nelle attività di lateral movment.
Senza SOAR, la fase di analisi e le risposte a tutti gli alert vengono eseguite manualmente dagli analisti, con gran dispendio di tempo ed energie, aumentando significativamente il tempo di risposta ad un incidente informatico.
SOAR:soluzione per tutte le aziende
Inizialmente il SOAR era principalmente adottato dalle grandi organizzazioni e aziende che avevano creato ambienti SOC interni con molteplici dipendenti.
Un SOAR ben progettato e implementato è in grado di essere scalato sia verticalmente che orizzontalmente. Considerando che anche le piccole e medie aziende hanno bisogno di un SOAR, è possibile adottare un modello scalabile che offre alle organizzazioni più piccole gli stessi vantaggi che offrono alle organizzazioni più grandi.
Conclusioni
Abbiamo visto cos’è un SOAR e il suo impiego come strumento di automazione della sicurezza informatica, utilizzato per alleviare il carico di lavoro degli analisti, automatizzando un’ampia gamma di attività ripetitive.
A differenza di molte altre aziende, la nostra soluzione SOCaaS include anche la possibilità, per il cliente, di utilizzare il SOAR. Se desideri saperne di più, non esitare a contattarci, siamo pronti a rispondere a tutte le tue domande.
Useful links:
Estimated reading time: 6 minuti
Quando si parla di sicurezza informatica e ci si trova dalla parte degli attaccati, ci si limita spesso a pensare in termini di difesa, protezione e contenimento delle minacce. Tuttavia, l’approccio che si rivela migliore è quello in cui ci si mette nei panni degli attaccanti e si considera la propria infrastruttura come il bersaglio delle proprie azioni. Solo così è possibile affrontare il discorso in modo olistico e non da un unico punto di vista. Per eseguire questo cambio di mentalità, ci si riferisce ai vari attori della scena come a dei team: red team, blue team e purple team. Oggi facciamo un po’ di chiarezza sulle differenze tra le squadre di hacker coinvolte nell’azione.
Definizione dei Team e il loro scopo
I Red Team sono entità interne o esterne dedicate a testare l’efficacia di un programma di sicurezza emulando gli strumenti e le tecniche di probabili attaccanti nel modo più realistico possibile. La pratica è simile, ma non identica al Penetration Testing, e comporta il perseguimento di uno o più obiettivi, solitamente eseguiti come una campagna.
I Blue Team si riferiscono alla squadra di sicurezza interna che difende sia dagli attaccanti reali che dai Red Team. I Blue Team devono essere distinti dai team di sicurezza standard nella maggior parte delle organizzazioni, poiché la maggior parte dei team operativi di sicurezza non hanno una mentalità di vigilanza costante contro gli attacchi, che è la missione e la prospettiva di un vero Blue Team.
I migliori membri del Blue Team sono quelli che possono impiegare tecniche di empatia avversaria, cioè pensare profondamente come il nemico. Questa mentalità di solito viene dettata più che altro dall’esperienza di attacco.
I Purple Team esistono per garantire e massimizzare l’efficacia degli altri due team. Lo fanno integrando le tattiche difensive e i controlli del Blue Team con le minacce e le vulnerabilità trovate dal Red Team in un unica azione che massimizza entrambi. Idealmente, il Purple Team non dovrebbe essere una squadra, ma piuttosto una dinamica permanente tra Red e Blue.
Per approfondire in modo ulteriore i punti di vista, analizziamo meglio i team.
Red Team
I Red Team sono spesso confusi con i Penetration Tester, ma, nonostante abbiano un’enorme sovrapposizione di competenze e funzioni, non sono la stessa cosa. Hanno una serie di attributi che li separano da altri team di sicurezza offensiva. I più importanti tra questi sono:
1. Emulazione delle TTP (tecniche, tattiche e procedure) utilizzate dagli avversari. Utilizzano strumenti simili ai malintenzionati: exploit, metodologie di pivot e obiettivi tipici di un black hat hacker.
2. Test basati su campagne che si protraggono per un periodo di tempo esteso, ad esempio, più settimane o mesi di emulazione dello stesso attaccante.
Si parla di Penetration Test se un team di sicurezza utilizza strumenti standard, esegue i test solo per una o due settimane e cerca di raggiungere un insieme standard di obiettivi. Per esempio irrompere sulla rete interna, rubare dati oppure ottenere l’amministrazione del dominio. Una campagna di Red Team utilizza un set personalizzato di TTP e obiettivi per un periodo di tempo prolungato.
Naturalmente, è possibile creare una campagna Red Team che utilizza le migliori TTP conosciute, una combinazione di strumenti di pentesting continuativo, tecniche ed obiettivi, e di eseguirla come una campagna.
Blue Team
L’obiettivo qui non è la protezione degli ingressi, ma piuttosto l’incoraggiamento della curiosità e una mentalità proattiva. I Blue Team sono i difensori proattivi di un’azienda dal punto di vista della sicurezza informatica.
Ci sono un certo numero di compiti orientati alla difesa che non sono considerati degni del Blue Team. Ad esempio, un analista SOC di livello 1 che non ha alcuna formazione o interesse nelle tecniche offensive, nessuna curiosità per l’interfaccia che sta guardando, e nessuna creatività nel seguire qualsiasi potenziale allarme, difficilmente sarà un valido membro di un Blue Team.
Tutti i Blue Team sono difensori, ma non tutti i difensori fanno parte di un Blue Team.
Ciò che costituisce un membro Blue Team e lo differenzia dall’occuparsi della difesa è la mentalità. Ecco come fare la distinzione: I Blue Team hanno e usano:
1. Una mentalità proattiva e non reattiva
2. Profonda curiosità riguardo alle cose che sono fuori dall’ordinario
3. Miglioramento continuo nel rilevamento e nella risposta
Non si tratta di sapere se qualcuno è un analista SOC autodidatta di livello 1 o un ex membro di un Red Team. Si tratta di curiosità e desiderio di migliorare costantemente.
Purple Team
Il Purple Team è più che altro un mindeset cooperativo tra attaccanti e difensori che lavorano dalla stessa parte. Come tale, dovrebbe essere pensato come una funzione piuttosto che come un team separato.
Il vero scopo di un Red Team è quello di trovare modi per migliorare il Blue Team, quindi i Purple Team non dovrebbero essere necessari in organizzazioni dove l’interazione Red Team / Blue Team è sana e funziona correttamente.
I migliori usi del termine Purple Team sono quelli in cui un gruppo non familiare con tecniche offensive vuole imparare come ragionano gli attaccanti. Potrebbe essere un gruppo di risposta agli incidenti, un gruppo di rilevamento, un gruppo di sviluppatori, qualsiasi cosa. Se i buoni stanno cercando di imparare dagli hacker white hat, questo può essere considerato un esercizio di Purple Team.
Conclusioni
Mentre i Red e Blue Team hanno lo stesso obiettivo di migliorare la sicurezza di un’organizzazione, troppo spesso non sono disposti a condividere i loro “segreti”. Gli attaccanti a volte non rivelano i metodi utilizzati per infiltrarsi nei sistemi, mentre i team di difesa non dicono come gli attacchi siano stati rilevati e bloccati.
Tuttavia, la condivisione di questi “segreti” è fondamentale per rafforzare la posizione di sicurezza dell’azienda. Il valore dei team rossi e blu è nullo se non condividono i loro dati di ricerca e segnalazione. È qui che entra in gioco il Purple Team.
I membri del Purple Team fanno in modo che i loro compagni di squadra Red e Blue lavorino insieme e condividano gli approfondimenti sulle loro risorse, i rapporti e le conoscenze. Per fare ciò, ci si dovrebbe concentrare sulla promozione della comunicazione e della collaborazione tra i membri dei due team principali.
Come usare queste mentalità in azienda
Quando si delocalizza la sicurezza aziendale con un SOCaaS e l’esecuzione di Vulnerability Assessment e Penetration Test, i vari team sono del tutto esterni. I servizi che offre SOD si basano sulle best practice per quello che riguarda il lavoro dei Red e Blue Team, generando una mentalità da Purple Team.
Con noi la sicurezza della tua azienda è in buone mani. I nostri ingegneri hanno esperienza e sono abituati a collaborare per raggiungere il massimo del risultato.
Contattaci per saperne di più su come i nostri servizi possono venire in aiuto nella difesa aziendale, saremo lieti di rispondere ad ogni domanda.
Useful links:
Estimated reading time: 6 minuti
Proprio come qualsiasi altro campo IT, il mercato della cybersecurity è guidato dall’hype. Attualmente si fa hype verso l’XDR, ossia eXtended Detection and Response.
XDR è la novità per quello che concerne il rilevamento e alla risposta alle minacce, un elemento chiave della difesa dell’infrastruttura e dei dati di un’azienda.
Cos’è esattamente l’XDR?
XDR è un’alternativa ai tradizionali approcci reattivi che forniscono solo una layer visibility sugli attacchi. Mi riferisco a procedure come il rilevamento e la risposta degli endpoint (EDR), l’analisi del traffico di rete (NTA) e i SIEM, di cui abbiamo parlato in molti altri articoli.
La layer visibility implica che si adottino diversi servizi, stratificati (layer), che tengono sotto controllo ciascuno una specifica entità nell’infrastruttura. Questo può essere problematico. Infatti, bisogna assicurarsi che i livelli non finiscano isolati, rendendo difficile, o quasi impossibile gestire e visualizzare i dati. La layer visibility fornisce informazioni importanti, ma può anche portare a problemi, tra cui:
Collezionare troppi avvisi incompleti e senza contesto. L’EDR rileva solo il 26% dei vettori iniziali di attacco e a causa dell’elevato volume di avvisi di sicurezza, il 54% dei professionisti della sicurezza ignora gli avvisi che dovrebbero essere indagati.
Indagini complesse e dispendiose in termini di tempo che richiedono competenze specialistiche. Con l’EDR, il tempo medio per identificare una violazione è aumentato a 197 giorni, e il tempo medio per contenere una violazione è aumentato a 69 giorni.
Strumenti incentrati sulla tecnologia piuttosto che sull’utente o sul business. L’EDR si concentra sulle lacune tecnologiche piuttosto che sulle esigenze operative degli utenti e delle aziende. Con più di 40 strumenti utilizzati in un Security Operations Center (SOC) medio, il 23% dei team di sicurezza passa il tempo a mantenere e gestire gli strumenti di sicurezza piuttosto che eseguire indagini. (Fonte)
Per i team di sicurezza già sovraccarichi, il risultato può essere un flusso infinito di eventi, troppi strumenti e informazioni da alternare, tempi più lunghi per il rilevamento e spese per la sicurezza che superano il budget e non sono nemmeno pienamente efficaci.
La novità nell’eXtended Detection Response
XDR implementa un approccio proattivo al rilevamento delle minacce e alla risposta. Offre visibilità sui dati attraverso le reti, i cloud e gli endpoint, mentre applica l’analisi e l’automazione per affrontare le minacce sempre più sofisticate di oggi. I vantaggi dell’approccio XDR per i team di sicurezza sono molteplici:
Identificare le minacce nascoste, furtive e sofisticate in modo proattivo e rapido.
Tracciare le minacce attraverso qualsiasi fonte o posizione all’interno dell’organizzazione.
Aumentare la produttività delle persone che operano con la tecnologia.
Ottenere di più dai loro investimenti in sicurezza.
Concludere le indagini in modo più efficiente.
Dal punto di vista del business, XDR permette alle compagnie di individuare i cyber threat e fermare gli attacchi, oltre a semplificare e rafforzare i processi di sicurezza. Di conseguenza, consente alle aziende di servire meglio gli utenti e accelerare le iniziative di trasformazione digitale. Quando utenti, dati e applicazioni sono protetti, le aziende possono concentrarsi sulle priorità strategiche.
Perché considerarlo per la propria azienda
I due motivi principali per cui è vantaggioso questo tipo di approccio sono: gli endpoint non hanno visibilità sulle minacce in luoghi come i servizi cloud, inoltre, potrebbe non essere possibile mettere un software agent su tutti gli endpoint dell’azienda.
Ma ci sono anche altre motivazioni da considerare. L’aggiunta di altre fonti di dati può fornire maggiore contesto nei risultati dell’EDR, migliorando il triage e l’indagine degli avvisi. I provider si stanno movimentando non solo per fornire maggiori dati meglio organizzati, ma anche consegnando piattaforme di analisi per alleggerire il carico analitico sugli operatori. Questo si traduce in facilità d’uso e costi operativi ridotti.
L’XDR può sembrare molto attraente come prodotto: Integrazione stretta delle parti, contenuto altamente sintonizzato (poiché il fornitore ha il controllo totale sugli eventi dalle fonti di dati), uso di analitiche e automazione della risposta.
A cosa prestare attenzione prima dell’adozione
Alcuni provider stanno posizionando il loro XDR come la soluzione definitiva al rilevamento delle minacce. Tuttavia, molti fornitori non sono in grado di offrire tutti gli strumenti necessari per ottenere il vantaggio venduto. Alcuni provider offrono nel pacchetto il monitoring di endpoint e cloud, altri di endpoint e rete, ma se si esaminano le esigenze complete della maggior parte delle organizzazioni, ci sono spesso dettagli mancanti nell’immagine complessiva.
Se poi, una volta che l’azienda si impegna con un provider e nota una mancanza in uno dei settori monitorati, quali sono le possibili soluzioni? Si genera una situazione di vendor lock-in da cui svincolarsi significa recidere un contratto per poi aprirne un altro, con tutti i costi che ne conseguono.
L’XDR come un approccio, non come prodotto
Prima di sottoscrivere un contratto con un provider che vende un soluzione come definitiva, è sempre bene soppesare in modo analitico i vantaggi e le implicazioni.
L’integrazione stretta e bidirezionale di più capacità di rilevamento e risposta alle minacce è la prima caratteristica distintiva. Ma non è necessario acquistare due componenti tecnologici dallo stesso fornitore per ottenere una buona integrazione. Infatti, molti prodotti hanno la capacità di integrarsi con alcune soluzioni di altri fornitori come uno dei loro principali punti di forza.
L’approccio XDR deve fornire una piattaforma che consente la necessaria raccolta e conservazione dei dati, ma anche forti capacità di analisi, di orchestrare e automatizzare le azioni di risposta fornite dalle altre parti della soluzione. Un Next Generation SIEM cloud based è una soluzione perfetta.
Come muoversi dunque?
L’interesse per i prodotti XDR è un chiaro segnale che l’eccessiva frammentazione stava portando un’eccessiva complessità. Un po’ di consolidamento è un bene, ma deve essere fatto proteggendo la flessibilità e la capacità di seguire le soluzioni migliori.
Secondo noi, un SOCaaS è una soluzione ottimale. Fornisce un SIEM di nuova generazione, con forti capacità di analisi. Inoltre, integra anche un’intelligenza artificiale che aiuta nel riconoscere in tempo le minacce tramite l’analisi del comportamento. Un SOCaaS è il futuro delle piattaforme operative di sicurezza.
Per sapere con i nostri servizi possono aiutarti a proteggere i dati della tua azienda e dei tuoi clienti, contattaci, risponderemo volentieri a ogni tuo dubbio.
Useful links:
Estimated reading time: 6 minuti
I dati di threat intelligence forniscono alle aziende approfondimenti rilevanti e tempestivi necessari per comprendere, prevedere, rilevare e rispondere alle minacce alla sicurezza informatica. Le soluzioni di intelligence sulle minacce raccolgono, filtrano e analizzano grandi volumi di dati grezzi relativi a fonti esistenti o emergenti di minacce. Il risultato sono feed di threat intelligence e rapporti di gestione. I data scientist e i team di sicurezza utilizzano questi feed e report per sviluppare un programma con risposte mirate agli incidenti per attacchi specifici.
Tutti, dalla prevenzione delle frodi alle operazioni di sicurezza all’analisi dei rischi, traggono vantaggio dalla threat intelligence. Il software di intelligence sulle minacce fornisce visualizzazioni interattive e in tempo reale dei dati relativi alle minacce e alle vulnerabilità.
Il vantaggio offerto agli analisti ed esperti di sicurezza è evidente e serve a identificare facilmente e rapidamente i modelli degli attori delle minacce. Comprendere la fonte e l’obiettivo degli attacchi aiuta i capi d’azienda a mettere in atto difese efficaci per mitigare i rischi e proteggersi dalle attività che potrebbero avere un impatto negativo sull’azienda.
La cyber threat intelligence può essere classificata come strategica, tattica oppure operativa. Quella Strategica riguarda le capacità e gli intenti generali degli attacchi informatici. Di conseguenza anche lo sviluppo di strategie informate associate alla lotta contro le minacce a lungo termine. Quella Tattica riguarda le tecniche e le procedure che gli aggressori potrebbero utilizzare nelle operazioni quotidiane. Infine, la threat intelligence Operativa, fornisce informazioni altamente tecniche a livello forense riguardanti una specifica campagna di attacco.
Il ciclo della threat intelligence
Le soluzioni di intelligence sulle minacce raccolgono dati grezzi sugli attori e le minacce da varie fonti. Questi dati vengono poi analizzati e filtrati per produrre feed e rapporti di gestione che contengono informazioni che possono essere utilizzate in soluzioni automatizzate di controllo della sicurezza. Lo scopo principale di questo tipo di sicurezza è quello di mantenere le organizzazioni informate sui rischi delle minacce persistenti avanzate, delle minacce zero-day e degli exploit, e su come proteggersi da esse.
Il ciclo di intelligence delle minacce informatiche consiste nelle seguenti fasi.
Pianificazione: I requisiti dei dati devono essere prima definiti.
Raccolta: Si raccolgono grandi quantità di dati grezzi da fonti interne ed esterne di threat intelligence.
Elaborazione: I dati grezzi sono filtrati, categorizzati e organizzati.
Analisi: Questo processo trasforma i dati grezzi in flussi di informazioni sulle minacce con l’uso di tecniche analitiche strutturate in tempo reale e aiuta gli analisti a individuare gli indicatori di compromissione (IOC).
Diffusione: I risultati dell’analisi vengono immediatamente condivisi con i professionisti della sicurezza informatica e gli analisti di threat intelligence.
Feedback: Se tutte le domande trovano risposta, il ciclo si conclude. Se ci sono nuovi requisiti, il ciclo ricomincia dalla fase di pianificazione.
Indicatori comuni di compromissione
Le aziende sono sempre più sotto pressione per gestire le vulnerabilità della sicurezza e il panorama delle minacce è in continua evoluzione. I feed di threat intelligence possono aiutare in questo processo identificando gli indicatori comuni di compromissione (IOC). Non solo, possono anche raccomandare i passi necessari per prevenire attacchi e infezioni. Alcuni degli indicatori di compromissione più comuni includono:
Indirizzi IP, URL e nomi di dominio: Un esempio potrebbe essere un malware che prende di mira un host interno che sta comunicando con un noto attore di minacce.
Indirizzi e-mail, oggetto delle e-mail, link e allegati: Un esempio potrebbe essere un tentativo di phishing che si basa su un utente ignaro che clicca su un link o un allegato e avvia un comando dannoso.
Chiavi di registro, nomi di file e hash di file e DLL: Un esempio potrebbe essere un attacco da un host esterno che è già stato segnalato per un comportamento nefasto o che è già infetto.
Quali strumenti per la threat intelligence
Il crescente aumento del malware e delle minacce informatiche ha portato a un’abbondanza di strumenti di threat intelligence che forniscono preziose informazioni per proteggere le aziende.
Questi strumenti si presentano sotto forma di piattaforme sia open source che proprietarie. Queste forniscono una serie di capacità di difesa contro le minacce informatiche, come l’analisi automatizzata dei rischi, la raccolta di dati privati, strumenti di ricerca rapida di threat intelligence, la segnalazione e condivisione di queste informazioni tra più utenti, avvisi curati, analisi dei rischi di vulnerabilità, monitoraggio del dark web, mitigazione automatizzata dei rischi, threat hunting e molto altro.
Abbiamo parlato di uno di questi strumenti in un altro articolo: il Mitre Att&ck. Questo è uno strumento molto utile per conoscere i comportamenti e le tecniche di attacco hacker. Questo grazie alle informazioni raccolte dalla threat intelligence e la conseguente condivisione. Un framework come questo è molto efficiente per creare meccanismi difensivi che consentono di mettere in sicurezza le infrastrutture aziendali.
Intelligenza artificiale e informazioni sulle minacce
Come abbiamo visto prima, la raccolta di informazioni da varie fonti non è altro che una delle fasi. Queste devono poi venire analizzate e successivamente elaborate in protocolli di controllo, per essere davvero utili per la sicurezza.
Per questo tipo di lavori di analisi, definizione di comportamenti baseline e controllo dei dati ci si affida sempre di più all’intelligenza artificiale e al deep learning. Un Next Generation SIEM, affiancato a una soluzione UEBA sono perfetti per questo tipo di protezione.
Il controllo del comportamento delle entità all’interno del perimetro effettuato dal UEBA è in grado di identificare ogni comportamento sospetto, in base alle informazioni raccolte e analizzate dal SIEM.
Conclusioni
Gli strumenti di difesa che abbiamo nominato sono il valore primario di un piano di sicurezza aziendale. Adottare soluzioni specifiche, implementare la threat intelligence e quindi una ricerca attiva degli indicatori di minacce, offre una posizione di vantaggio strategica. L’azienda può operare un passo avanti ai criminali, i quali possono far leva solo sull’effetto sorpresa contro le loro vittime. Proprio per questa situazione generale, ogni azienda dovrebbe essere nelle condizioni di non farsi cogliere alla sprovvista. Implementare soluzioni proattive è ormai necessario.
La threat intelligence è quindi un’arma da difesa dietro la quale mettere al riparo le risorse più importanti per poter lavorare in tranquillità.
Se vuoi sapere come possiamo aiutarti con i nostri servizi dedicati alla sicurezza, non esitare a contattarci, saremo lieti di rispondere a ogni domanda.
Useful links:
Cyber Threat Intelligence (CTI) – maggiore efficacia per la sicurezza IT
Progetti di Secure Online Desktop
Cos’è la Cyber Security? Definizione e proposte
Prevenire il shoulder surfing e il furto di credenziali aziendali
Estimated reading time: 5 minuti
Ogni giorno continuano a emergere nuove minacce alla sicurezza informatica e gli hacker sviluppano nuove tecniche d’intrusione per poter accedere a dati sensibili e violare sistemi IT. Per questo è necessario collaborare con degli esperti di alto livello che tengano traccia dei nuovi sviluppi in ambito della sicurezza IT. Con la nascita e con la continua evoluzione dei Big Data si è affermato anche il concetto di Data Lake e di Security Data Lake.
Per un’azienda, è dispendioso assumere un team che si occupi esclusivamente della sicurezza interna di un sistema per questo in molti si rivolgono a dei professionisti, avvalendosi di un Security Operations Center as a Service (SOCaaS) Questo servizio, offerto da SOD, comprende anche un SDL. Cerchiamo ora di capire cosa sia e quale sia la loro importanza e comodità.
Security Data Lake: cosa sono
Un Data Lake è un archivio che include grandi quantità di dati, strutturati e non, che non sono stati ancora elaborati per uno scopo specifico. Questi dispongono di un’architettura semplice per archiviare i dati. Ad ogni elemento viene assegnato un identificatore univoco e successivamente poi, viene contrassegnato con un set di metadati.
Quando sorge una domanda aziendale, i data scientist possono interrogare il Data Lake al fine di rilevare dati che potrebbero rispondere alla domanda. Essendo i Data Lake sorgenti che andranno ad archiviare informazioni aziendali sensibili, è necessario proteggerli con delle misure di sicurezza efficaci, tuttavia l’ecosistema esterno di dati che alimenta i Data Lake è molto dinamico e potrebbero insorgere regolarmente nuovi problemi che minano la sua sicurezza.
Gli utenti abilitati ad accedere ai Data Lake, ad esempio, potrebbero esplorare e arricchire le sue risorse, aumentando conseguenzialmente anche il rischio di violazione. Se ciò dovesse verificarsi, le conseguenze potrebbero rivelarsi catastrofiche per un’azienda: violazione della privacy dei dipendenti, informazioni normative o compromissione di informazioni di rilevanza essenziale per l’azienda.
Un Security Data Lake invece è più incentrato sulla sicurezza. Offre la possibilità di acquisire dati da molti strumenti di sicurezza, analizza questi ultimi per carpire informazioni importanti, mappando i campi seguendo un pattern comune.
I dati contenuti in un SDL
Esistono innumerevoli varietà diverse di dati, in diversi formati, JSON, XML, PCAP e altro. Un Security Data Lake supporta tutte queste tipologie di dati, garantendo un processo di analisi più accurato ed efficiente. Molte aziende sfruttano i Big Data per sviluppare sistemi di rilevamento delle minacce basati sull’apprendimento automatico. Un esempio, per questa eventualità, è il sistema UEBA integrato con il SOCaaS offerto da SOD.
Un Security Data Lake consente di disporre facilmente dei dati, rendendoli disponibili, offrendo l’opportunità anche di un’analisi in tempo reale.
Apache Hadoop
È un’insieme di programmi Open Source che permette alle applicazioni di poter lavorare e gestire un’enorme mole di dati. Lo scopo è quello di risolvere i problemi che coinvolgono elevate quantità di informazioni e di calcolo.
Apache Hadoop include HDFS, YARN e MapReduce. Quando parliamo di Hadoop dunque, ci riferiamo a tutti quegli strumenti in grado di interfacciarsi ed integrarsi con questa tecnologia. Il ruolo di Hadoop è essenziale perché con essi è possibile archiviare ed elaborare dati ad un costo davvero contenuto rispetto ad altri strumenti. Inoltre, è possibile farlo in larga scala. Una soluzione ideale, quindi, per gestire un SDL.
Hadoop Distributed File System (HDFS): è uno dei componenti principali di Apache Hadoop, fornisce un accesso ai dati dell’applicazione senza doversi preoccupare di definire degli schemi in anticipo.
Yet Another Resource Negotiator (YARN): Viene utilizzato per gestire le risorse di calcolo in cluster, dando la possibilità di poterle utilizzare al fine di programmare le applicazioni utente. Si occupa di gestire l’allocazione di risorse in tutto l’ecosistema Hadoop.
MapReduce: è uno strumento grazie al quale è possibile trasferire la logica di elaborazione, aiutando così gli sviluppatori a scrivere applicazioni in grado di manipolare grandi quantità di informazioni in un unico set di dati gestibile.
Quali vantaggi offre Hadoop?
È importante utilizzare Hadoop perché con esso è possibile sfruttare i cluster di più computer per analizzare grandi quantità di informazioni anziché avvalersi di un singolo computer di grandi dimensioni. Il vantaggio, rispetto ai database relazionali ed ai data warehouse, sta nella capacità di Hadoop nel gestire i big data in maniera veloce e flessibile.
Altri vantaggi
Tolleranza di errore: I dati vengono replicati su un cluster, così da essere poi facilmente recuperati in caso di errori o malfunzionamenti del disco o del nodo.
Costi: Hadoop è una soluzione molto più economica rispetto ad altri sistemi. Fornisce calcolo e archiviazione su hardware a prezzi accessibili.
Supporto di una solida community: Hadoop attualmente è un progetto supportato da una comunità attiva di sviluppatori che introducono aggiornamenti, migliorie e idee, rendendolo un prodotto appetibile per molte aziende.
Conclusioni
In questo articolo abbiamo appreso le differenze tra un Data Lake e un Security Data Lake, facendo chiarezza sull’importanza di avvalersi di questi strumenti al fine di garantire una corretta integrità dei sistemi informatici presenti in un’azienda.
Raccogliere i dati dell’infrastruttura è solo il primo passo per l’analisi efficiente e la conseguente sicurezza offerta dal monitoring, essenziale per un SOCaaS. Chiedici come queste tecnologie possono aiutarti nella gestione della cyber security della tua azienda.
Per dubbi e chiarimenti, noi siamo sempre pronti a rispondere ad ogni tua domanda.
Useful links:
Estimated reading time: 6 minuti
Il tema della sicurezza delle informazioni è di grande attualità in questo periodo storico caratterizzato dalla digitalizzazione. Per proteggersi le aziende e gli individui possono utilizzare una serie di strumenti che possono impedire un attacco, ma anche aiutarlo a gestirlo. In questo articolo parliamo di Automated Response Integration e delle automazioni nel SOCaaS offerto da SOD.
Sebbene i sistemi utilizzati siano quasi sempre improntati su tecnologie efficienti, negli ultimi anni l’implementazione di servizi di SOCaaS muniti di SNYPR per l’analisi dei Big Data sta facendo la differenza. I servizi dedicati SOCaaS, agevolano gli utilizzatori finali nell’utilizzo dei sistemi di sicurezza, improntando il loro funzionamento su processi automatici che tutelano i dispositivi aziendali.
Cos’è l’Automated Response Integration
Con il termine Automated Response Integration, si identifica uno specifico approccio all’analisi dei dati e conseguente risposta in uno scenario di difesa informatica. Lo vediamo oggi, in particolare, correlato al nostro SOCaaS su cui viene applicato lo strumento SNYPR, di cui abbiamo già parlato in passato.
SNYPR e l’Automated Response Integration
Affinché si possano comprendere le potenzialità di un servizio SOCaaS, con implementazione di SNYPR, è opportuno capire prima cosa si intenda con questo termine. Quando si utilizza la parola SNYPR si identifica quello strumento di esame capace di analizzare i Big Data e semplificarne le azioni. Un sistema dotato di SNYPR può esaminare un’enorme mole di dati e identificare i comportamenti di tutti coloro che interagiscono con la piattaforma.
Vi è la combinazione dei log SIEM e UEBA, oltre che un’analisi dedicata alla sicurezza in tempo reale, molto utili per automatizzare le operazioni quotidiane svolte nell’infrastruttura.
Il funzionamento di uno strumento SNYPR per la informatica aziendale, è basato sull’analisi di migliaia di informazioni raccolte, grazie a un’intelligenza artificiale. Queste analisi sono poi usate per prevenire e intervenire sulle minacce informatiche. Il fatto che gran parte di queste operazioni sia automatica, ci porta nell’ambito dell’Automated Response Integration.
Tecnicamente si differenzia da altre piattaforme per l’utilizzo di algoritmi di rilevamento delle minacce che hanno la capacità di scansionare in tempo reale i sistemi e gli accessi eseguiti da altri dispositivi. Un sistema tradizionale raccoglie semplicemente i dati, mentre un SOCaaS con implementazione SNYPR può anche rilevare minacce molto più dannose e adattarsi di conseguenza.
I punti di forza del Automated Response Integration con SNYPR / SOCaaS
Tra i punti di forza di questo strumento, figura il sistema di sicurezza basato su SDL (Security Data Lake). Tale condizione permette alle aziende di conservare una copia dei dati nel SDL e inoltrare la richiesta di scansione in qualsiasi momento. Non vi è un blocco dei dati, come nei sistemi tradizionali, ma un sistema aperto capace di condividere le informazioni con i diversi dispositivi.
Come è facile intuire, è proprio questa disponibilità di dati e la possibilità di analisi approfondita, che ci permette di mettere in campo una strategia di Automated Response Integration con il nostro SOCaaS.
Ci sono varie funzioni dei sistemi in campo che sono degni di nota. Tra queste segnaliamo: l’arricchimento dei dati, l’analisi distribuita sul comportamento, l’indagine storica, la scalabilità e la ridondanza dei dati.
Questa coordinazione di servizi, permette di avere un impatto concreto per la sicurezza informatica, condizione evidente in tre aree di competenza dello SNYPR: minacce interne, minacce persistenti e utilizzo professionale.
L’utilizzo professionale di SNYPR: negli ultimi anni le aziende più importanti si sono dotate di una piattaforma SNYPR per tutelare le loro infrastrutture di archiviazione e analisi dei dati. Il sistema monitora costantemente il flusso di informazioni e si adatta alle condizioni migliori in caso di attacchi informatici.
Automated Response Integration per l’automazione nel SOCaaS
Da un punto di vista tecnico un sistema SNYPR garantisce di per sé ottime potenzialità, ma è con l’implementazione SOCaaS che trova la sua massima espressione di protezione nei sistemi informatici.
L’analisi delle minacce in un sistema aziendale, sebbene venga effettuato in tempo reale, necessita dell’intervento di tecnici specializzati per identificare la problematica. Con il SOCaaS l’individuazione si lega alle azioni automatizzate per fronteggiare le possibili minacce, senza che ci sia un intervento di terze parti.
Vi è una vera e propria integrazione con risposta automatizzata utile a prevenire e debellare le possibili minacce. Tale processo è essenziale non solo per evitare che i sistemi aziendali vengano compromessi, ma anche per tutelare le aziende e i loro reparti IT, che si possono focalizzare su altri compiti.
Funzionalità dell’Automated Response Integration
Playbook: lo strumento può avviare un playbook nel momento in cui vengano rilevate minacce da SNYPR. La trascrizione degli eventi è importante per comprendere la provenienza della minaccia.
Query: l’automazione può gestire le azioni o le query sugli end point direttamente da SNYPR, al fine di fronteggiare l’attacco informatico. Tale caratteristica evita il blocco della produzione nei momenti più concitati.
UEBA: come anticipato nelle righe precedenti, uno strumento basato su NSYPR può importare avvisi UEBA. I formati di riferimento usualmente sono CEF, che riportano avvisi provenienti da qualsiasi tipologia di dispositivo, incidendo sulla sicurezza in modo significativo.
Controllo IP: uno dei punti di forza di questa tecnologia è il controllo di domini, IP, file e URL, garantendo la massima versatilità per ogni tipologia di attività lavorativa.
Dati DNS e Whols: la risposta automatizzata è particolarmente utile nell’archiviazione dei dati DNS e Whols, poiché è possibile verificare la validità dei certificati e monitorare gli accessi indesiderati.
Vulnerabilità: è possibile pianificare una scansione della vulnerabilità della rete. Tale processo di analisi è indicato soprattutto per le aziende che inviano e ricevono un flusso ingente di informazioni fuori dal contesto aziendale.
Affidarsi a professionisti
Non tutti i servizi basati su SOCaaS che implementano SNYPR sono identici tra loro, alcuni di questi offrono la medesima tecnologia ma modalità di intervento diverse. Tra le soluzioni più interessanti figura il nostro SOCaaS. Noi da anni ci occupiamo di offrire soluzioni di sicurezza IT a livello internazionale e questo è garanzia di eccellenza, a fianco delle nostre certificazioni e pertnership.
Il nostro servizio per la sicurezza informatica, basato sull’Automated Response Integration, garantisce il monitoraggio completo delle infrastrutture aziendali, aiutando l’azienda a evitare costi aggiuntivi per la manutenzione ordinaria o straordinaria dei dispositivi.
Conclusioni
L’implementazione dei sistemi automatizzati SOCaaS è ormai indispensabile per le aziende che vogliono tutelarsi dagli attracchi informatici. L’analisi in tempo reale e la notifica di potenziali minacce garantiscono una serenità indispensabile in un’epoca sempre più esposta ai pericoli digitali.
Per sapere come SOD e i suoi servizi possono essere d’aiuto alla tua azienda, non esitare a contattarci, saremo lieti di rispondere a ogni domanda.
Useful links:
Estimated reading time: 4 minuti
Quando ci si riferisce all’intelligenza artificiale spesso si fa riferimento alle grandi tecnologie che potrebbero controllare il mondo, con un’evidente vena di fantascienza. La realtà è ben diversa ed è contraddistinta da una tecnologia dalle grandi potenzialità, che è in grado di assicurare innumerevoli vantaggi. Oggi parliamo di come l’intelligenza artificiale possa essere implementata nel monitoring.
L’utilizzo di queste tecnologie è inderogabilmente trasversale a molti settori dell’economia, ma è anche fruibile in alcuni aspetti della vita di tutti i giorni. Alcuni esempi vanno dalle lavatrici che pesando il carico della biancheria riescono a scegliere quale sia il programma di lavaggio più vantaggioso, agli assistenti vocali che ci semplificano la vita di tutti i giorni.
Molto importanti nel settore aziendale sono i sistemi di monitoraggio che sono stati messi appunto a partire da queste tecnologie di cui parleremo più a fondo tra un momento.
Grazie all’ottimizzazione della capacità di calcolo operata dall’intelligenza artificiale, è possibile aumentare l’efficienza degli apparati aziendali. Vediamo come.
Che cos’è l’intelligenza artificiale e come può innovare il monitoring?
Oggi l’intelligenza artificiale viene declinata sotto numerosi aspetti. Forse quello più importante è l’elaborazione di un quantitativo elevato di dati fornendo poi risposte a quesiti complessi. Alla base dell’intelligenza artificiale vi è lo studio di algoritmi che si occupano di eseguire operazioni matematiche complesse.
L’intelligenza artificiale è uno strumento molto utile all’interno di un’azienda, in quanto è in grado di portare a termine elaborazioni molto sofisticate e precise. Queste operazioni sono in grado di migliorare in modo considerevole l’operatività e la produttività di numerosi comparti dell’azienda stessa.
Applicata al monitoring, per esempio, l’intelligenza artificiale è capace di analizzare i log provenienti dalla rete, sia in termini di prestazioni che di comportamento. Il grande passo avanti nell’analisi e nel monitoring di un’infrastruttura consiste proprio nel riconoscere se alcuni comportamenti che emergono dai log siano rischiosi o meno.
Per raggiungere questi risultati è essenziale disporre di tutte quelle caratteristiche che sono disponibili tramite intelligenza artificiale.
Quali sono i vantaggi dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale per il monitoring?
L’intelligenza artificiale è in grado di fornire alle aziende che scelgono di utilizzarla innumerevoli vantaggi. Non soltanto per quanto concerne il miglioramento delle prestazioni dei sistemi informatici, ma anche per rendere più efficiente e migliorare la sicurezza degli stessi, prevenendo gli attacchi.
Questo avviene grazie all’analisi dei log sia da un punto di vista tecnico che comportamentale. L’analisi tecnica evidenzia eventuali problemi in corso, mentre l’analisi comportamentale è in grado di prevenire o individuare immediatamente azione sospette.
Come può il nostro sistema di monitoraggio migliorare l’efficienza aziendale?
Il nostro sistema di monitoring è in grado di migliorare l’efficienza aziendale attraverso le numerose analisi tecniche in grado di essere attuate non soltanto sull’intero sistema, ma anche sulle singole unità.
La capacità inoltre di analizzare i dati in modo approfondito, permette di migliorare la gestione di tutta la struttura informatica e prevenire sovraccarichi o attacchi. Complessivamente si aumentano allo stesso tempo efficienza e sicurezza dell’infrastruttura tramite intelligenza artificiale applicata al monitoring.
Ma c’è di più: questi sistemi di analisi e monitoring sono in grado di inserirsi con estrema efficacia in architetture complesse. Potendo analizzare grandi quantità di dati e potendo dedurre comportamenti e azioni da questi, l’efficienza nella sicurezza è assicurata.
Ulteriore vantaggio è il fatto che questo sistema di monitoring non richiede hardware specifico. Sui sistemi da controllare sono installati degli agenti software che hanno il solo compito di mandare i dati sotto forma di log al sistema di analisi.
Questi sistemi dunque si rivelano come la soluzione ideale per tenere sotto controllo grandi e piccoli architetture informatiche, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza e di aumentare la sicurezza complessiva. Insomma, un’applicazione davvero interessante e utile dell’intelligenza artificiale nel monitoring.
Quali sono i campi di impiego di questa tecnologia?
Noi applichiamo sistemi di Intelligenza artificiale al monitoring traendo enorme vantaggio per nostri clienti. In primo luogo possiamo collezionare grandi quantità di dati, arricchirli in modo automatico e infine analizzarli. Le analisi si svolgono sia da un punto di vista tecnico che da quello comportamentale.
Il risultato è un sistema dedicato, il nostro SOCaaS, che rende estremamente efficiente la mitigazione del rischio, particolarmente veloce l’intervento in caso di anomalia e fornisce, inoltre, report regolari.
Questo servizio è in grado di riunire tutte le caratteristiche elencate nell’articolo, e di proporlo come soluzione per le aziende che vogliono un sistema di sicurezza superiore.
Migliore efficienza, sicurezza, versatilità, operatività, sono solo alcuni dei paradigmi utilizzati per definire i servizi che mettiamo a disposizione dei nostri clienti. Abbiamo come obiettivo principale quello di semplificare e di rendere più efficiente la sicurezza informatica della vostra azienda.
Non esitare a contattarci se vuoi saperne di più, saremo lieti di rispondere a ogni domanda.
Useful links:
Tempo di lettura stimato: 6 minuti
Oggi parliamo dell’aggiornamento CTI dei nostri servizi. La sicurezza dei dati rappresenta un aspetto che deve essere sempre tenuto in considerazione per evitare che i dati possano essere in qualche modo rubati.
Le problematiche della rete
Quando si possiede una presenza collegata alla rete, specialmente se contiene dati sensibili, le potenziali minacce ai quali si viene esposti sono molteplici. Il furto dei dati dei propri clienti, infatti, è solamente una delle potenziali situazioni negative che si possono palesare e che potrebbero compromettere la solidità del proprio sito e la nomea della propria impresa.
Il servizio di Cyber Threat Intelligence (CTI), nasce con l’obiettivo, non solo di scoprire quali sono le aree maggiormente a rischio, ma anche prevenire attacchi mirati. La prevenzione rappresenta la giusta soluzione grazie alla quale è possibile evitare che la situazione possa farsi difficile da affrontare e che possano esserci futuri problemi complessi da risolvere.
CTI: l’analisi preventiva delle minacce
Grazie al servizio di CTI da noi proposto e ai nostri Cyber Treath Hunter, è possibile evitare che un attacco programmato vada a segno. La ricerca delle zone vulnerabili dell’infrastruttura informatica rappresenta il primo processo del servizio di CTI da noi proposto.
Tali informazioni, infatti, sono quelle che vengono elaborate nel Dark Web, dove appunto vengono svolte gran parte delle progettazioni degli attacchi. L’analisi della fuga dei dati, quindi, viene svolta con estrema attenzione per capire quali e quanti dati possono essere divenuti oggetto dell’attenzione di hacker. Di conseguenza possiamo anche capire quali possono essere i target specifici di attacco o le prossime informazioni a rischio.
Le diverse analisi sono svolte con cura e precisione, per evitare che le vulnerabilità siano sfruttate e la sicurezza della struttura messa a repentaglio. Grazie all’analisi svolta da un team di professionisti, la vostra azienda eviterà che gli attacchi possano colpirvi e scatenare problemi economici e d’immagine.
Le analisi svolte dalla Cyber Threat Intelligence
Per quanto riguarda le diverse fasi delle analisi da noi proposte, queste sono svolte in maniera particolarmente accurata. Si pratica una serie di procedure grazie alle quali è possibile identificare quali sono le potenziali minacce che possono essere presenti nella rete.
Vediamo queste fasi per capire come procediamo per offrire un servizio completo ai nostri clienti.
L’analisi globale dei dati
Dopo aver ipotizzato il tipo di minaccia da evitare, quindi i dati necessari che devono essere analizzati, la squadra di tecnici preposti si occupa di svolgere una serie di procedure di raccolta delle informazioni. Grazie a questa possiamo capire se i dati necessari siano ben difesi oppure a rischio di breach. In sostanzia cerchiamo di ragionare come gli hacker prima che si preparino per l’attacco.
I dati sono sottoposti ad un’accurata analisi e soprattutto sono adeguatamente suddivisi. Tale procedura nasce per semplificare poi la fase di studio dei dati stessi, prevenendo quindi un accumulo di informazioni che potrebbero comportare confusione in fase di analisi.
I dati e la seconda analisi, tra informazioni fondamentali e secondarie
Terminata la fase di raccolta delle informazioni, si passa all’analisi iniziale delle stesse. Con questo passaggio fondamentale è possibile eliminare tutte le informazioni reputate superflue lasciando spazio a quelle che hanno maggior rilevanza in fase di studio.
A questo punto si svolge la fase di analisi sui dati, il cui scopo è quello di capire effettivamente quali possono essere le minacce concrete da evitare.
Durante la fase di studio si decide quali sono le diverse procedure da adottare sull’infrastruttura per evitare che gli attacchi vadano a buon fine. Tramite queste analisi possiamo quindi decidere con precisione come aumentare ulteriormente le difese dei dati aziendali.
La scelta delle misure di sicurezza da adottare
Infine, vi è la messa in pratica delle pratiche di sicurezza con un compito preciso: rendere operativi i risultati delle analisi.
Ecco come, grazie a questo insieme di procedure, il servizio di CTI da noi offerto si presenta come incredibilmente utile per evitare che possano esserci potenziali problemi. Ricordiamo che anche un solo attacco portato a termine, può avere un impatto significativo in termini economici.
Prevenzione di attacchi futuri
Grazie a questo insieme di analisi di CTI si possono, quindi, prevenire futuri attacchi. Il nostro team non solo si occupa di analizzare le potenziali e future minacce, ma anche quelle che potrebbero essere basate sulla situazione attuale dell’infrastruttura IT.
Vogliamo rimarcare, infatti, come le costanti minacce siano oggetto di un’evoluzione rapida e quanto sia importante essere sempre adeguatamente protetti e prevenuti. Con servizi come il SOCaaS e il CTI, monitoriamo in sicurezza la rete aziendale assicurandoci che resti protetta e sana.
CTI: L’importanza della massima sicurezza online
Vi invitiamo quindi a considerare queste situazioni di rischio per la sicurezza come meno remote di quanto si possa pensare. Queste stesse situazioni possono essere la causa di una serie di breach e data loss che possono compromettere l’azienda.
Grazie al nostro SOCaaS, e in particolare al CTI. è possibile evitare che i dati presenti della rete aziendale, possano essere intercettati con facilità.
Capire quali sono le minacce, avere un report dettagliato e soprattutto analizzare quali sono le contromisure che bisogna adottare è il nostro compito e grazie ai nostri sistemi all’avanguardia offriamo un servizio completo in grado di mettere in totale sicurezza l’infrastruttura.
I nostri servizi coprono molte situazioni di rischio per la sicurezza e offriamo in generale molte soluzioni professionali per aziende. Il SOCaaS, con sistema SIEM e UEBA, così come campagne di CTI e phishing, sono solo alcuni dei nostri servizi.
Mantenere sempre al top la sicurezza è il nostro compito, se volessi ulteriori informazioni, non esitare a conttattarci!
Useful links:
Estimated reading time: 6 minuti
Oggi vediamo una delle ultime novità per il nostro SOCaaS, l’Autonomous Threat Sweeper (ATS). Un sistema in grado di supportare il SOC in modo innovativo e proteggere dalle più innovative minacce.
Il Garante della Privacy, attraverso il provvedimento datato 27 maggio 2021, ha introdotto alcune modifiche in materia di violazione di dati sensibili e personali. Un particolare riferimento è stato fato ai numerosi casi di data breach. In sostanza si è inasprita la normativa relativa al sistema delle notifiche. La normativa prevede l’applicazione di una determinata procedura da adottare in caso di violazione dei dati.
Non è semplice restare aggiornati sulle continue normative in tema di privacy, né tantomeno avere a disposizione dei sistemi di prevenzione di minacce informatiche come i ransomware che lavorano nell’ombra e sempre più aggressivi e pericolosi. Per questo motivo la protezione dalle minacce è divenuta una questione non più facilmente gestibile attraverso sistemi non professionali. Oggi sono richieste specifiche competenze informatiche continuamente in aggiornamento e professionisti operanti nel settore, soprattutto per le aziende.
Contesto: l’inarrestabile crescita dei ransomware
Come sappiamo, con il termine ransomware si definisce una categoria di un malware in grado di cifrare i file e documenti contenuti nel computer attaccato, in alcuni casi anche nella rete a cui è collegato. Lo abbiamo visto in vari articoli attraverso degli esempi noti.
l ransomware negli ultimi anni si sono diffusi moltissimo, tanto da essere catalogati come la minaccia informatica più pericolosa per le aziende.
Fra le principali aziende prese di mira vi sono quelle che dispongono di un elevato quantitativo di dati sensibili le quali, qualora venissero sottratti esporrebbero l’azienda alla sfiducia da parte dei loro clienti. La crittografia dei file memorizzati all’interno dei dispositivi viene, quindi, risolta solo a seguito del pagamento di un riscatto.
Purtroppo, una volta compromesso, il sistema non consente agli utenti di poter accedere ai dati presenti all’interno dei loro dispositivi impedendo di fatto l’utilizzo.
Attualmente il ransomware è una delle principali minacce informatiche, tanto da essere catalogata come un modello di business redditizio. Questo a causa dei costanti miglioramenti apportati ai loro software che rendono l’utilizzo da parte di hacker sempre più semplice. Il risultato è un crescente numero di attacchi eseguiti con strumenti che hanno richiesto quasi nessuna competenza specifica.
Sicurezza informatica: aumento del rischio = aumento polizze assicurative
In tema di sicurezza informatica gli aspetti da considerare sono diversi, tra questi, appunto, vi è quello legato ai software ransomware. Questi richiedono una maggiore definizione dei requisiti di segnalazione in caso di data breach a causa dell’aumento di un rischio sistemico.
Questo problema ha generato, di riflesso, un aumento dei prezzi del mercato delle assicurazioni. Poiché tali minacce, oltre a essere sempre più frequenti, sono la causa di elevati danni alle aziende, le compagnie assicurative hanno alzato i prezzi. Ma non solo, oggi pretendono anche dagli assicurati requisiti specifici, atti a dimostrare l’utilizzo di sistemi di difesa adeguati in ambito IT.
Autonomous Threat Sweeper: la nuova tecnologia integrata nel SOCaaS
Il rilevamento preventivo dei malware è la soluzione prioritaria da adottare al fine di non correre il rischio di essere attaccati da un malware che possa appropriarsi dei dati aziendali.
Ciò che preoccupa, tuttavia, non è solo l’aumento del costo delle assicurazioni, ma la maggiore definizione dei requisiti richiesti. I requisiti, cioè, relativi alle segnalazioni da inoltrare in caso di di data breach e il conseguente aumento di un rischio sistemico.
Il SOC as a Service è un servizio dedicato interamente alla sicurezza informatica delle aziende, che prevede la raccolta dei dati e l’arricchimento finalizzata all’individuazione proattiva degli attacchi di ingegneria sociale. Il sistema comprende un Security Data Lake (SDL), la gestione degli eventi e delle informazioni (SIEM) e l’analisi dei comportamenti degli utenti (UEBA).
Attraverso l’Autonomous Threat Sweeper (ATS) il team è in grado di fornire alle aziende una copertura 24/7 attraverso una ricerca automatica. Questa, una volta attivata, è in grado non solo di prevenire attacchi dall’esterno, ma di scovare anche eventuali malware installati in precedenza all’interno dei dispositivi aziendali.
Tale sistema consente di automatizzare un rilevamento rapido di queste minacce. Una volta individuate è facile mettere in pratica azioni mirate al fine di contrastarne gli attacchi. Poiché gli attacchi informatici sono e saranno sempre presenti nella vita aziendale di tutti i giorni, è sicuramente importante essere attrezzati al meglio. Gli attacchi continueranno a crescere in ampiezza e scala e non scordiamoci il trend nel mercato della scarsità di tecnici. Possiamo solo mettere in gioco sistemi che automatizzino le prime fasi di controllo e individuazione.
L’Autonomous Threat Sweeper (ATS) è attualmente uno dei pochi sistemi in grado di codificare anticipatamente gli attacchi informatici di ultima generazione. La sua copertura include le reti e i dispositivi aziendali.
Autonomous Threat Sweeper (ATS)
Autonomous Threat Sweeper (ATS) è un sistema costantemente aggiornato in grado di rilevare le minacce di ultima generazione. Questo garantisce alle aziende che si rivolgono a noi di essere sempre protette dai rischi informatici di ultima generazione alle infrastrutture e dispositivi.
Abbiamo già parlato di SIEM, strumenti software in grado di fornire ai professionisti della cyber security un’analisi dei log e degli eventi al fine offrire un minitoring delle minacce in tempo reale. Ecco, l’ATS migliora persino le funzionalità di un software così complesso e accurato come il SIEM, rendendolo in grado di rilevare minacce basse e lente attraverso post-hoc.
In sostanza, con l’ATS si potrà accelerare il processo di rilevamento delle minacce al fine di evitare danni che compromettono anche la solidità dell’infrastruttura.
Conclusioni: Come comportarsi in caso di violazione
Nel caso in cui si verificasse una violazione informatica, con o senza dolo, che comporti la perdita, distruzione, modifica o divulgazione non autorizzata o l’accesso non autorizzato ai dati trattati da un’azienda, il titolare del trattamento dei dati nominato dalla stessa dovrà notificare la violazione subita entro 72 ore.
Successivamente potrebbero scattare indagini per capire l’entità del danno e poi anche sanzioni in caso di negligenza. Adottando un Autonomous Threat Sweeper la vostra azienda sarà in grado di intercettare le minacce prima che possano fare alcun danno.
Prevenire data breach, richieste di riscatto e altri attacchi alla sicurezza informatica è semplice, se ci si rivolge a persone competenti. Chiedici ulteriori dettagli su come possiamo supportare la vostra azienda per quello che riguarda la sicurezza informatica. Saremo lieti di rispondere ad ogni vostro dubbio.
Useful links:
Webinar: SOCaaS (Security Operation Center as a Service) e NGS (Next Generation SIEM)
Pass the Ticket: how to mitigate it with a SOCaaS
Use cases of a SOCaaS for companies part 2
Use cases of a SOCaaS for companies part 1
Predictive cybersecurity with our SOCaaS
Gli attacchi informatici sono numerosi e non fanno distinzione tra aziende e singoli individui quando prendono di mira un bersaglio. Molto probabilmente avrai già sentito il temine “cyber threat” sui media ma esattamente di cosa stiamo parlando? Altri modi in cui puoi averlo sentito sono “minaccia informatica”, “cyberattacchi” o simili.
Cos’è un Cyber Threat?
Oggi il temine “cyber threat” è usato prevalentemente nel mondo della sicurezza informatica.
Un cyber threat è un atto malevolo concepito con lo scopo di danneggiare sistemi, rubare dati o qualsiasi finalità che ha lo scopo di arrecare danno di qualsiasi natura. Virus, violazioni di dati e attacchi DDoS ne sono compresi. Anche se la minaccia è virtuale, ciò che è reale è l’intento dell’aggressore così come il potenziale impatto. Mentre molti cyberattacchi sono semplici seccature, alcuni sono abbastanza seri. Alcuni, addirittura, minacciano potenzialmente anche vite umane.
Il potenziale impatto che questo genere di attacchi può arrecare è spesso sottovalutato. Il più delle volte, gli attacchi sono facilmente identificabili e non comportano grossi rischi. Invece, altre volte capita di imbattersi in alcune minacce più sofisticate, difficilmente identificabili, che rappresentano un grosso problema anche per molte realtà aziendali.
I cyber threat sono una problematica importante per le aziende. Gli attacchi informatici possono causare interruzioni elettriche, guasti alle attrezzature governative e violazioni di segreti di stato. Possono manipolare le reti telefoniche e informatiche o, come nel caso dei ransomware, possono paralizzare interi sistemi rendendo i dati non accessibili.
Ogni giorno nuove aziende ed organizzazioni mettono piede nel digitale con la consapevolezza dei rischi legati alle loro infrastrutture tecnologiche. In alcuni casi vengono sottovalutate le minacce informatiche e questo significa spesso un grosso danno economico e d’immagine per l’azienda che ha sottovalutato i cyber threat e la sicurezza.
L’aumento dei rischi legati al mondo IT è reale, come lo sono anche le soluzioni di sicurezza dei dati. La cosa migliore da fare è prendere subito le dovute misure di sicurezza.
Tipi di Cyber Threat
I tipi di cyber threat sono numerosi, e bisogna anche considerare che sono in continua evoluzione. L’intento degli hackers di solito è garantirsi un guadagno economico effettuando operazioni di sabotaggio, spionaggio o furto dei dati. Di conseguenza, ci si può aspettare che facciano tutto il possibile per raggiungere i loro scopi.
Praticamente ogni cyber threat rientra in uno sei seguenti dieci tipi di rischi. Gli hackers hanno un’abbondanza di opzioni tra cui scegliere per poter operare. Inoltre, l’alfabetizzazione infomatica è tutto sommato scarsa, quindi gli hacker hanno spesso vita facile, soprattutto per le piccole realtà locali.
I 10 tipi più comuni di minacce informatiche
Malware
È una tipologia di software che esegue un comando malevolo su un dispositivo o all’interno di una rete informatica, corrompendo i dati o prendendo il controllo del sistema.
Phishing
Il phishing è un attacco via e-mail che consiste nell’ingannare il destinatario, facendogli rivelare informazioni riservate o invitandolo a scaricare un malware cliccando su un collegamento presente nel corpo del messaggio. Si tratta di vere e proprie truffe, di cui abbiamo parlato ampiamente in altri articoli. Spesso non coinvolgono nemmeno grandi doti informatiche da parte di chi sferra gli attacchi, solo un po’ di ingegneria sociale.
Vishing
Il vishing è una forma più sofisticata di phishing in cui l’hacker sfrutta la tecnologia VoIP per contattare la vittima, tendando di raggirarla. Esiste anche una variante che invece sfrutta gli sms per attaccare, è chiamata smishing.
Man in the Middle
Come suggerisce il nome stesso, questa tipologia di attacchi si riferisce a quando un hacker si interpone in una conversazione fingendosi una delle due parti, con il fine di sottrare informazioni sensibili. Quello a cui spesso non si pensa, è che la conversazione è tra due macchine e quindi non immdiata da monitorare.
Virus Trojan
L’origine del suo nome prende spunto dal famoso Cavallo di Troia dell’antica Grecia. Il Trojan è un tipo di malware che si infiltra in un sistema informatico nascondendo la sua vera natura. Ad esempio potrebbe spacciarsi per un software conosciuto per poi rilasciare del codice maligno una volta all’interno del dispositivo ospitante.
Ransomware
I ransomware sono degli attacchi che sfruttano la crittografia per rendere inaccessibili le informazioni presenti in un sistema. Il fine è quello di richiedere un riscatto in cambio della possibilità di accedere nuovamente ai dati. Possibilità che a volte, in realtà, non è nemmeno assicurata.
Attacco DDoS
Si verifica quando l’attaccante utilizza molti dispositivi per sovraccaricare di richieste un bersaglio, come ad esempio un sito web, causandone il crash o delle instabilità.
Attacchi ai dispositivi IoT
Questo è un attacco sempre più diffuso per via della natura dei bersagli. Dispositivi come sensori o impianti industriali collegati alla rete sono vulnerabili a molteplici tipi di cyber threat. L’hacker potrebbe prendere il controllo del dispositivo per poi successivamente utilizzarlo in un attacco DDoS. Alternatuvamente potrebbe rubare le informazioni presenti nel dispositivo stesso ottenendo dati importanti per proseguire l’attacco. Dato il loro numero e i sistemi operativi spesso non aggiornati, i dispositivi IoT sono un obiettivo molto appetibile.
Malware all’interno di applicazioni mobile
Cellulari e tablet sono vulnerabili ai malware proprio come ogni altro dispositivo. È possibile inserire malware all’interno di app, nei siti web o nelle e-mail sfruttando il phishing. Una volta compromesso, un dispositivo mobile può fornire l’accesso a informazioni personali, dati di localizzazione e conti finanziari.
Un esempio recente di questo tipo di eventualità è il software Pegasus, utilizzato per monitorare e raccogliere dati di giornalisti in tutto il mondo. (Fonte: The Guardian)
Soluzioni pratiche di difesa e prevenzione
I cyber threat sono sempre in continua espansione e miglioramento. Ogni anno ne vengono creati milioni, in molti seguono le caratteristiche sopracitate, però altri sono tecnologicamente più complessi e più potenti.
Fortunatamente però, ci sono anche sempre più aziende estremamente qualificate nell’ambito della sicurezza informatica che offrono strumenti e servizi all’avanguardia che aiutano a prevenire, identificare e bloccare tempestivamente ogni genere di attacco informatico.
Strumenti di rilevamento delle minacce
Gli strumenti di rilevamento delle minacce sono una parte essenziale dello stack tecnologico di cybersecurity di un’azienda. Il rilevamento delle minacce è anche la prima difesa contro ogni Cyber Threat.
Soluzioni specifiche, come ad esempio l’utilizzo di un SOCaaS, sono di vitale importanza per la salvaguardia di un′infrastruttura informatica, grazie anche all’integrazione del motore SIEM che include UBA e UEBA, garantendo un controllo completo anche sugli utenti.
Un altro strumento utile è sicuramente ACP. Acronis Cyber Protect è una soluzione che integra protezione e gestione dei dati al fine di tutelare endpoint, dati e sistemi. Le sue capacità di automazione forniscono una protezione senza pari, permettendo alle aziende di aumentare la loro produttività e riducendo i rischi.
Vulnerability Assessment & Penetration Test (VA-PT)
I servizi come VA & PT sono test sul campo che mettono alla prova l’infrastruttura in un contesto concreto. I nostri team di hacker white hat trovano vulnerabilità all’interno del sistema per puntare il dito contro le debolezze da risolvere.
Conclusioni
Abbiamo appreso cos’è un cyber threat e le sue più comuni tipologie, scoprendo anche quali soluzioni è possibile adottare al fine di garantire una migliore sicurezza aziendale e dei suoi dipendenti.
La tua azienda quali contromisure ha preso per tutelare la tua sicurezza? Se desideri avere ulteriori informazioni a riguardo puoi contattarci premendo il pulsante qui in basso. Offriamo servizi e soluzioni ad hoc per rafforzare le difese aziendali.
Link utili
Estimated reading time: 5 minuti
Con l’avvento delle piattaforme di big data, le aziende che si occupano di sicurezza IT possono ora prendere decisioni guidate su come proteggere le loro risorse. Registrando il traffico di rete e i flussi di rete è possibile farsi un’idea dei canali sui quali scorrono le informazioni aziendali. Per facilitare l’integrazione di dati tra le varie applicazioni e per sviluppare nuove funzionalità analitiche, ci viene incontro l’Open Data Model di Apache.
L’Open Data Model comune per reti, endpoint e utenti ha diversi vantaggi. Per esempio, l’integrazione più semplice tra le varie applicazioni di sicurezza, ma anche le aziende sono facilitate nella condivisione delle analisi nel caso in cui vengono rilevate nuove minacce.
Hadoop offre strumenti adeguati per gestire un Security Data Lake (SDL) e l’analisi dei big data. Si possono anche rilevare eventi che di norma sono difficili da identificare, come ad esempio il lateral movment, fughe di dati, problemi interni o comportamenti furtivi in generale. Grazie alle tecnologie che ci sono dietro al SDL è possibile raccogliere i dati del SIEM per poterli sfruttare tramite SOCaaS dato che, essendo un Open Data Model libero, i log sono memorizzati in maniera tale da poter essere utilizzati da chiunque.
Cos’è Hadoop Open Data Model
Apache Hadoop è un software gratuito e open source che aiuta le aziende a ottenere informazioni sui loro ambienti di rete. L’analisi dei dati raccolti porta all’individuazione di potenziali minacce di sicurezza o eventuali attacchi che avvengono tra le risorse in cloud.
Mentre i tradizionali strumenti di Cyber Threat Intelligence aiutano nell’identificazione delle minacce e degli attacchi in generale, un Open Data Model fornisce uno strumento che permettere alle aziende di rilevare connessioni sospette sfruttando l’analisi dei flussi e dei pacchetti.
Hadoop Open Data Model unisce tutti i dati relativi alla sicurezza (eventi, utenti, reti, ecc) in un’unica area visiva che può essere utilizzata per identificare le minacce in modo efficace. È possibile anche utilizzarli anche per creare nuovi modelli analitici. Infatti, un Open Data Model permette la condivisione e il riutilizzo dei modelli di rilevamento minacce.
Un Open Data Model, inoltre, fornisce una tassonomia comune per descrivere i dati telemetrici di sicurezza utilizzati per scovare le minacce. Utilizzando strutture e schemi di dati nella piattaforma Hadoop è possibile raccogliere, archiviare e analizzare i dati relativi alla sicurezza.
Open Data Model Hadoop, i vantaggi per le aziende
- – Archiviare una copia dei dati telemetrici di sicurezza
- – Sfruttare le analisi out-of-the-box per rilevare le minacce che puntano a DNS, Flow e Proxy
- – Costruire analisi personalizzate in base alle proprie esigenze
- – Permette a terzi di interagire con l’Open Data Model
- – Condividere e riutilizzare i modelli di rilevamento delle minacce, algoritmi, visualizzazioni e analisi provenienti dalla community Apache Spot.
- – Sfruttare i dati telemetrici di sicurezza per rilevare meglio le minacce
- – Utilizzo dei registri di sicurezza
- – Ottenere dati dagli utenti, endpoint e dalle entità di rete
- – Ottenere dati di intelligence sulle minacce
Open Data Model: tipi di dati raccolti
Per fornire un quadro completo sulla sicurezza e per analizzare efficacemente i dati relativi alle minacce informatiche, è necessario raccogliere e analizzare tutti i log e gli avvisi riguardanti gli eventi di sicurezza e i dati contestuali inerenti alle entità a cui si fa riferimento in questi log. Le entità più comuni comprendono la rete, gli utenti e gli endpoint ma in realtà sono molte di più, come ad esempio i file e i certificati.
Proprio per la necessità di raccogliere e analizzare gli avvisi di sicurezza, i log e i dati contestuali, i seguenti tipi di dati sono inclusi nel Open Data Model.
Avvisi su eventi di sicurezza in Open Data Model
Questi sono i log relativi agli eventi provenienti da fonti di dati comuni utilizzati per identificare le minacce e comprendere meglio i flussi di rete. Per esempio i log del sistema operativo, i log IPS, i log firewall, i log dei proxy, web e molti altri ancora.
Dati del contesto di rete
Questi includono le informazioni sulla rete che sono accessibili a chiunque dalla directory Whois, oltre che database di risorse e altri fonti di dati simili.
Dati del contesto dell’utente
Questo tipo di dati include tutte le informazioni relative alla gestione degli utenti e della loro identità. Sono incluse anche Active Directory, Centrify e altri sistemi simili.
Dati del contesto dell’endpoint
Comprende tutte le informazioni sui sistemi endpoint (server, router, switch). Possono provenire da sistemi di gestione delle risorse, scanner delle vulnerabilità e sistemi di rilevamento.
Dati contestuali sulle minacce
Questi dati contengono informazioni contestuali su URL, domini, siti web, file e molto altro ancora, sempre inerenti alle minacce conosciute.
Dati contestuali sulle vulnerabilità
Questi dati includono informazioni sulle vulnerabilità e sui sistemi di gestione delle vulnerabilità.
Articoli della RoadMap
Questi sono dati contestuali dei file, certificati, convenzione di denominazione.
Denominazione degli attributi
Una convenzione di denominazione è necessaria per un Open Data Model al fine di rappresentare gli attributi tra prodotti e tecnologie del fornitore. La convezione di denominazione è composta da prefissi (net, http, src, dst, etc) e da nomi di attributi comuni (ip4, usarname, etc).
È comunque opportuno utilizzare più prefissi in combinazione con un attributo.
Conclusioni
Abbiamo visto cos’è l’Open Data Model di Hadoop e come può essere impiegato grazie alla sua capacità di filtrare il traffico ed evidenziare potenziali attacchi informatici elencando i flussi sospetti, le minacce per gli utenti, i pericoli per gli endpoint e le principali minacce di rete.
Se hai dubbi o desideri avere ulteriori chiarimenti non esitare a contattarci premendo il pulsante qui in basso, saremo lieti di rispondere ad ogni domanda.
Useful links:
Estimated reading time: 5 minuti
Ogni anno cresce costantemente il numero di attacchi che minacciano la sicurezza di dispositivi, sistemi informatici, server e infrastrutture di rete. Questo avviene traendo vantaggio dalle vulnerabilità presenti in questi sistemi. Tra le tante tipologie di attacchi, bisogna prestare particolarmente attenzione all’attacco pass the ticket (PTT).
Con un attacco pass the ticket è possibile sfruttare il protocollo di rete Kerberos, presente in tutti i principali sistemi operativi, per accedere alla sessione di un utente pur non avendo le sue credenziali d’accesso. Un attacco di questo tipo può essere difficile da rilevare e solitamente è in grado di aggirare i più comuni controlli d’accesso al sistema.
Pass The Ticket: cos’è e come funziona
Kerberos
Prima di capire nel dettaglio cos’è e come funziona un attacco PTT è opportuno fare un po’ di chiarezza sul protocollo di rete Kerberos dato che un attacco di questo tipo, sfrutta proprio questo protocollo. Kerberos è un protocollo di rete progettato dal MIT negli anni ’80 ed è diventato uno standard IETF nel 1993. Viene usato per l’autenticazione forte tra diversi terminali tramite un sistema di crittografia a chiave simmetrica, senza trasmettere alcuna password.
Il vantaggio nell’utilizzare il protoccolo Kerberos sta nel suo sistema di autenticazione forte tra client e server. Questo lo rende molto efficace contro i tentativi di phishing e contro gli attacchi “man in the middle“.
Kerberos è integrato in tutti i principali sistemi operativi appartenenti ad aziende note come Microsoft, Apple, Red Hat Linux e molte altre ancora.
Con un attacco pass the ticket è possibile sfruttare l’autenticazione Kerberos per ottenere l’accesso ad un account utente. Le conseguenze che potrebbe comportare un avvenimento del genere non sono da sottovalutare. Tra i tanti scenari immaginabili ad esempio, ci potrebbe essere la possibilità che l’account compromesso goda di elevati privilegi amministrativi garantendo così all’hacker pieno accesso alle risorse.
L’attacco
Un attacco pass the ticket permette di ottenere un accesso privilegiato alle risorse di rete senza dover utilizzare alcuna password utente. Ecco come: in Active Directory, un Ticket Granting Ticket (TGT) ha la funzione di dimostrare che un utente è proprio chi dice di essere. Tramite alcuni strumenti e tecniche, un hacker potrebbe raccogliere questi ticket e utilizzarli per richiedere dei Ticket Granting Service (TGS) con il fine di accedere alle risorse presenti in altre parti della rete.
Un attacco PTT potrebbe comportare dei rischi anche se l’account compromesso non gode di particolari privilegi amministrativi dal momento che l’hacker, tramite il Lateral Movment, potrebbe riuscire ad ottenere l’accesso ad altri account e dispositivi.
La differenza tra il pass the ticket e un attacco pass the hash sta nel fatto che il primo sfrutta i ticket TGT che hanno una scadenza di poche ore, mentre il secondo utilizza gli hash NTLM che cambiano solo nel caso in cui un utente decida di cambiare la sua password. Un ticket TGT deve essere utilizzato entro i tempi della sua scadenza oppure va rinnovato per un periodo di tempo più lungo.
Come difendersi e prevenire un attacco Pass The Ticket
Mantenere sicura una rete e i dispositivi ad essa connessi è un fattore molto importante. Bisogna sempre avere protocolli e software che riescano a garantire una protezione efficace da ogni tipo di minaccia, con sistemi aggiornati che mantengano le informazioni sensibili al sicuro. Le aziende possono avvalersi di tecnologie di rilevamento e risposta degli endpoint. Sarà possibile il rilevamento locale di più ticket utilizzati per la stessa sessione.
Caso account senza privilegi
Nel caso in cui avvenga un attacco pass the ticket, se l’account compresso a cui è stato sottratto il TGT o il TGS era un account con privilegi limitati, la mitigazione potrebbe essere abbastanza semplice. Basta reimpostare la password di Active Directory dell’utente. Un’azione simile invaliderebbe il TGT o il TGS, impedendo all’hacker di generare nuovi ticket.
Caso account con privilegi
Al contrario, se l’attacco PTT ha compromesso un account privilegiato, limitare il danno è molto più difficile. In questi casi, le aziende potrebbero rispondere all’attacco reimpostando il servizio Kerberos TGT in modo da generare una nuova chiave di firma, assicurandosi di eliminare la chiave compromessa.
Successivamente è necessario analizzare nel dettaglio i registri Kerberos e le informazioni di Active Directory per investigare e scoprire a quali risorse di rete sono state compromesse. In questo modo si ha anche modo di capire quali dati potrebbero essere stati sottratti. La tecnologia SIEM consente alle organizzazioni di assimilare, analizzare e analizzare questi dati.
Protezione dall’attacco
Per garantire una protezione completa ad una infrastruttura, impedendo anche attacchi pass the ticket, è bene usare tecnologie di rilevamento valide come UEBA e SIEM. Infatti, è possibile prevenire attacchi Pass The Ticket analizzando il comportamento degli utenti e delle entità. La soluzione UEBA, in questi casi, assicurerebbe l’identificazione rapida di qualsiasi account compromesso, bloccandolo in modo da mitigare i danni.
Alcuni software SIEM inoltre, permettono non solo di analizzare i tradizionali logs ma sono in grado anche di fornire un’analisi accurata della sicurezza, analizzando il comportamento della rete e degli utenti in modo da rilevare tempestivamente la presenza di eventuali minacce all’infrastruttura.
Conclusioni
Abbiamo visto cos’è un attacco pass the ticket e in che modo le aziende possono adottare soluzioni specifiche per intercettare i pericoli e le anomalie di un’intera infrastruttura informatica. Possiamo così mitigare più efficacemente le minacce.
Una soluzione completa, come abbiamo visto, coinvolge un monitoring costante e granulare delle comunicazioni. La soluzione che proponiamo a questo scopo è un SOCaaS.
Se vuoi conoscere i nostri servizi dedicati alla sicurezza, non esitare a contattarci. Puoi usare il pulsante qui sotto, saremo lieti di rispondere a qualsiasi tua domanda.
Useful links:
Estimated reading time: 6 minuti
Il Database Activity Monitoring (DAM) è una tecnologia applicata alla sicurezza dei database. Il DAM può combinare più dati di monitoraggio della rete e le informazioni di audit per fornire un quadro completo di tutte le attività di un database. I dati raccolti dal DAM vengono poi utilizzati per analizzare le attività del database, supportando le indagini relative alle violazioni dei sistemi IT e scovando anomalie.
Il DAMP invece, è un’estensione del DAM che si applica per bloccare tutte le attività non autorizzate.
Il DAM è importante per proteggere i database contenenti informazioni sensibili dagli attacchi esterni da parte degli hacker. Secondo le più recenti indagini, il numero delle violazioni dei database è aumentato esponenzialmente, mettendo a rischio le informazioni personali degli utenti. Per garantire una protezione completa ad un sistema informatico, la soluzione migliore è avvalersi di un servizio SOCaaS.
Inoltre, il DAM fornisce un sistema di monitoraggio degli accessi da parte di utenti e applicazioni con privilegi. Può funzionare come un controllo aggiuntivo per i problemi legati alla separazione dei compiti degli utenti privilegiati, monitorando l’attività degli amministratori.
Questa tecnologia migliora la sicurezza del database rilevando attività insolite sia di lettura che di aggiornamento del database. L’aggregazione degli eventi del database, la correlazione e il reporting forniscono una capacità di audit del database senza la necessità di abilitare le funzioni native. Queste, infatti, diventano facilmente molto dispendiose in termini di risorse man mano che il livello di auditing aumenta.
Database Activity Monitoring: casi d’uso
Monitoraggio degli utenti privilegiati
Questo include il monitoraggio degli utenti con privilegi elevati (superuser), come gli amministratori di database (DBA), gli amministratori di sistema (sysadmin), gli sviluppatori, l’help desk e il personale. È essenziale per la protezione contro le minacce sia esterne che interne. Il monitoraggio degli utenti privilegiati include il controllo di tutte le attività e transazioni. Include anche l’identificazione di attività anomale, come ad esempio la visualizzazione di dati sensibili o la creazione di nuovi account con privilegi elevati.
Inoltre, dato che solitamente gli attacchi hacker puntano ad ottenere credenziali di utenti con privilegi di alto livello, il monitoraggio delle attività con privilegi elevati è anche un modo efficace per identificare i sistemi compromessi.
Il monitoraggio degli utenti con elevati privilegi amministrativi aiuta a garantire:
– La privacy dei dati, facendo in modo che solo le applicazioni e gli utenti autorizzati possano visualizzare le informazioni sensibili.
– Data governance, in modo che le strutture e i valori critici del database non vengano modificati al di fuori delle procedure di controllo aziendali.
– Monitoraggio delle applicazioni: Lo scopo principale del monitoraggio dell’attività delle applicazioni è quello di fornire un livello maggiore di responsabilità dell’utente finale e rilevare le frodi (e altri abusi di accesso legittimo) che si verificano attraverso le applicazioni aziendali, piuttosto che attraverso l’accesso diretto al database.
– Protezione dagli attacchi informatici: la SQL injection è un tipo di attacco usato per sfruttare pratiche di codifica sbagliate in applicazioni che utilizzano database. L’hacker utilizza l’applicazione per inviare un’istruzione SQL col fine di estrapolare le informazioni presenti nel database.
Uno dei modi in cui il DAM può aiutare nella prevenzione di attacchi di tipo SQL Injecton è monitorando le attività dell’applicazione, generando come riferimento una linea di “comportamento normale” e identificando gli attacchi scovando divergenze dalle normali strutture e istruzioni SQL.
Database Activity Monitoring: caratteristiche principali
Gli strumenti di Database Activity Monitoring utilizzano diversi meccanismi di raccolta dei dati, li dati per l’analisi e segnalano i comportamenti che violano le politiche di sicurezza o indicano la presenza di anomalie comportamentali. Con il progresso tecnologico, le funzionalità dei DAM aziendali stanno iniziando ad ampliarsi introducendo nuovi strumenti capaci di rilevare le attività dannose o gli accessi anomali o non approvati dell’amministratore del database (DBA).
Alcune delle funzionalità di Database Activity Monitoring più avanzate includono:
– La capacità di monitorare attacchi intra-database e back-door in tempo reale
– Blocco e prevenzione delle intrusioni
– Individuazione dei dati a rischio
– Miglior visibilità del traffico delle applicazioni
– La capacità di offrire il monitoraggio dell’attività del database in ambienti virtualizzati o nel cloud
Alcune imprese sono anche alla ricerca di altre funzioni. Alcune di queste sono:
Funzionalità di DLP (Data Loss Prevention) capaci di affrontare i problemi di sicurezza. Per esempio come l’identificazione dei dati e i requisiti di protezione del Payment Card Industry (PCI) ed altre normative incentrate sui dati. Un’altra funzionalità interessante sono i rapporti di attestazione dei diritti dell’utente del database, richiesti da un’ampia gamma di regolamenti. Ancora, la capacità di offrire il monitoraggio dell’attività del database in ambienti virtualizzati, o anche nel cloud, dove non esiste una topologia di rete ben definita o coerente. Infine, una miglior integrazione con i prodotti di scansione delle vulnerabilità.
Struttura di un Database Activity Monitoring
Il Database Activity Monitoring può essere classificato in base alla sua tipologia di architettura. Le tre tipologie di architetture sono:
Architettura basata sull’intercettazione
La maggior parte dei moderni sistemi di Database Activity Monitoring analizzano e raccolgono le attività del database, I sistemi DAM individuano dei punti in cui possono esaminare i flussi delle comunicazioni col fine di ottenere richieste e risposte senza dover interrogare il database.
Architettura basata sulla memoria
Alcuni sistemi DAM hanno un sensore che si collega ai database interrogandolo continuamente per raccogliere le istruzioni SQL mentre vengono eseguite.
Architettura basata sui log
Si definiscono così quelle tipologie di DAM che analizzano ed estraggono le informazioni dai log delle transazioni. Questi sistemi sfruttano il fatto che molti dei dati siano memorizzati all’interno dei registri di ripristino ed estrapolano le informazioni contenute in questi log. Sfortunatamente, non tutte le informazioni richieste si trovano nei registri di ripristino.
Questi sistemi sono un ibrido tra un vero sistema DAM (che è completamente indipendente dal DBMS) e un SIEM che si basa sui dati generati dal database.
Conclusioni
Le attività di Database Activity Monitoring offrono una protezione da tutte le minacce rivolte ai database monitorando e segnalando tutte le attività anomale del database e degli utenti con privilegi di amministrazione elevati.
La tutela delle informazioni è un aspetto che non bisogna trascurare. Utilizzare un servizio SOCaaS può aiutare a prevenire e a mitigare gli attacchi informatici, garantendo una sicurezza completa sotto ogni aspetto, salvaguardando l’integrità dei nostri dati sensibili.
Hai qualche dubbio o necessiti saperne di più a riguardo? Contattaci premendo il pulsante qui in basso, saremo pronti a rispondere ad ogni domanda.
Useful links:
Estimated reading time: 5 minuti
Nell’articolo precedente abbiamo visto i più comuni casi d’uso di un SOCaaS, spiegando in che modo può essere utile per le aziende avvalersi di questo strumento per prevenire attacchi informatici e spiegando inoltre quali sono i Threat Models più comuni.
In questo articolo, invece, vedremo più da vicino alcuni dei più comuni indicatori di compromissione (IOC). Prima vedremo brevemente i modelli di minaccia malware che l’uso di un SOCaaS può prevenire e bloccare. Per come funziona, un SOCaaS può essere molto duttile e analizzare molti dati contemporaneamente, fornendo così risultati approfonditi e precisi.
Malware Threat Models
È importante saper distinguere e classificare le diverse tipologie di malware per capire in che modo possono infettare sistemi e dispositivi, il livello di minaccia che rappresentano e come proteggersi da essi. Noi di SOD consigliamo di adottare l’uso di un SOCaaS in modo da poter classificare l’intera gamma di malware o di oggetti potenzialmente indesiderati. I malware vengono catalogati in base all’attività che svolgono sui sistemi infetti.
Rilevamento malware Wannacry
Grazie a questo modello di minaccia è possibile rilevare il comportamento del noto malware Wannacry.
Il malware Wannacry è un ransomware che attacca il sistema crittografando file di particolare importanza per un’organizzazione in modo da renderli illeggibili.
Il rilevamento tempestivo di un ransomware è probabilmente l’azione più efficace che si possa svolgere per difendersi. Esistono anche servizi che riescono a bloccare l’azione del malware e ripristinare gli eventuali file già cifrati con quelli di un backup, per esempio Acronis Cyber Protect Cloud.
Anomalia del network seguita da infiltrazioni di dati
Identifica i tentativi di aggregazione dei dati di rete che hanno avuto successo, seguiti da segni di infiltrazione dei dati. Qui di seguito vediamo alcune delle anomalie e di come l’uso di un SOCaaS possa individuare indizi importanti per contrastare le minacce.
Durante una scansione della rete è possibile notare enumerazioni di account e privilegi AD, conteggio dei servizi LDAP fuori dalla rete aziendale e un numero sospetto di richieste di ticket al protocollo Kerberos. Inoltre, altri indicatori possono essere un picco nel traffico LDAP e l’enumerazione dei servizi SMB.
Per quello che riguarda le anomalie dell’unità di rete, l’uso di un SOCaaS è in grado di controllare gli accessi allo sharepoint in modo da individuare un numero insolito di accessi ad elementi condivisi. Questo anche in relazione agli utenti e al loro livello di accesso.
Sotto l’aspetto di Data Aggregation e di infiltrazione di dati, sono monitorati le quantità di byte scaricati dalle porte dei server e tramite protocolli FTP, così come una quantità inconsueta di byte trasmessi verso l’esterno.
Rilevamento Petrwrap/Goldeneye/Amalware
Questo modello di minaccia ha lo scopo di rilevare il malware Petrwrap. L’uso di un SOCaaS può rilevare attività di network scanning tramite il monitoring del numero di attività SMBv1, così come le anomalie in queste attività. Anche il tentativo di raggiungere un host mai raggiunto prima potrebbe essere un indicatore.
Un altro modo in cui è possibile individuare queste minacce con l’uso di un SOCaaS è il controllo delle attività con privilegi sospette. Per esempio si verifica che non ci sia un’escaletion di privilegi, un accesso insolito in una zona admin o anche la manomissione dei file di log.
Indicatori di rischio in generale
Gli indicatori di rischio sono metriche utilizzate per mostrare che l’organizzazione è soggetta o ha un’elevata probabilità di essere soggetta a un rischio.
Questi indicatori vengono usati per classificare il tipo di comportamento o minaccia per una policy e possono essere utilizzati in più policy per diverse funzionalità in base all’origine dei dati. Gli indicatori di rischio possono essere concatenati con i modelli di minaccia per identificare attacchi sofisticati su più fonti di dati.
Si tratta, in sostanza, di indizi o campanelli di allarme che indicano eventi a cui gli operatori di sicurezza di un’azienda dovrebbero prestare particolare attenzione. L’uso di un SOCaaS può aiutare a individuare questi indizi grazie all’analisi di grandi quantità di dati e log in tempi ridotti.
Qui di seguito vediamo un elenco non esaustivo di alcuni degli indicatori di minaccia più comuni che sono individuabili tramite l’uso di un SOCaaS. Li divideremo in diversi ambiti, per chiarezza.
Accessi
Le anomalie che riguardano l’accesso o comunque l’account includono il rilevamento di accesso allo sherepoint amministrativo anomalo ma anche tempi di caricamento delle applicazioni anomali. Anche applicazioni che utilizzano una quantità inconsueta di memoria potrebbero essere indicatori di compromissione.
Per quello che riguarda gli account, ovviamente, il blocco di un account risulta un campanello di allarme, così come un numero inconsueto di account creati o un numero spropositato di autenticazioni fallite. Infine, l’uso di un SOCaaS potrebbe indicare come IOC un numero sospetto di account in esecuzione contemporaneamente.
Reti
I campanelli di allarme che riguardano le reti sono, ovviamente, quelli più comuni. Essendo le reti come “le strade” di un’infrastruttura aziendale, è normale che i comportamenti anomali in queste siano particolarmente rilevanti.
Come indicatori comuni ci sono i trasferimenti anomali di zone DNS o le richieste non riuscite fatte al firewall. Ma anche un numero anomalo di host in esecuzione o di connessioni ICMP. Tramite l’uso di un SOCaaS è controllato anche il traffico in generale, in modo che ogni movimento sospetto di dati sia analizzato o comunque verificato. Un esempio di questo sono i movimenti di pacchetti verso porte critiche, i tentativi di connessione RDP, SSH o a un server DHCP. Questi eventi indicano spesso dei tentativi anomali di connessione a oggetti o a condivisioni di rete.
Tramite l’uso di un SOCaaS è molto semplice anche controllare il comportamento degli account che spesso mostrano di per sé dei campanelli di allarme. Per esempio, un account che accede a un host per la prima volta, la creazione di un account o l’aggiunta di privilegi.
Conclusioni
Affidarsi alla fortuna per catturare le minacce è una follia, come ci ha dimostrato l’attacco SolarWinds.
Create la vostra fortuna con la nostra soluzione SOCaaS, assicurandovi di individuare le minacce prima che accadano incident e di essere abbastanza “fortunati” da contrastarle.
Contattaci per sapere come i nostri servizi possono rafforzare le difese della tua azienda, saremo lieti di rispondere a ogni domanda.
Useful links:
Estimated reading time: 6 minuti
Dal nulla, qualcuno risponde a una conversazione email datata mesi fa. Si tratta di una conversazione vera che è realmente accaduta. Forse riguarda una riunione, un’opportunità di lavoro. Questa email sembra molto rilevante, ma attenzione, potrebbe essere zombie phishing.
Infatti, qualcosa non va, l’argomento discusso è passato da mesi e ora c’è uno strano messaggio di errore nel corpo della mail. Questa è una tattica subdola: far rivivere una conversazione via email morta da tempo.
Non il solito phishing
Il Cofense™ Phishing Defense Center™ (PDC) ha individuato nel 2018 una vasta campagna di Zombie Phishing. La truffa, come quasi ogni attacco di phishing, viene realizzata attraverso account di posta elettronica compromessi.
I truffatori si impadroniscono di un account email e rispondono a conversazioni già chiuse da tempo con un link di phishing o un allegato dannoso (per esempio malware o un keylogger). Dato che l’oggetto dell’email è solitamente rilevante per la vittima, è molto probabile che si verifichi un clic guidato dalla curiosità. Non scordiamoci, infatti, che la conversazione originale era già presente tra i messaggi ricevuti, è facile pensare che si tratti di un follow up o simili.
Questi attacchi di Zombie Phishing sembrano utilizzare URL di infezione generati automaticamente per eludere il rilevamento. Non ci sono due link uguali, inoltre, sono nascosti dietro messaggi di “errore” senza troppi fronzoli nel corpo del messaggio. Questo scenario fornendo uno schema di apparente legittimità per gli utenti che ne sono vittime.
Gli zombie in informatica
Nel settore informatico, uno zombie è un computer compromesso connesso alla rete. Lo stato di compromissione potrebbe essere dovuto a un hacker, un virus, un malware o un trojan horse.
La macchina infetta esegue compiti dannosi sotto una direzione remota. Le botnet di computer zombie sono spesso utilizzate per diffondere spam e-mail e lanciare attacchi di tipo denial-of-service (DoS).
Tipi di attacco
Ecco alcuni modelli osservati di Zombie Phishing che trasportano link dannosi. Un fattore distintivo era l’uso di due template grafici distinti contenenti messaggi di errore con pulsante o link.
Il messaggio recita qualcosa tipo “Messaggio incompleto” o “Impossibilità di mostrare tutto il messaggio”. Il link o pulsante invita a cliccare per vedere il messaggio originale. Ovviamente il click comporta solo l’installazione di un malware o altri eventi simili. Da notare che non sono stati individuati due link uguali, segno che probabilmente a generare gli indirizzi era un bot.
Un altro fattore comune è l’utilizzo di domini con TLD .icu
. Questo è probabilmente un fattore che col tempo varia sensibilmente. Ecco alcuni dei domini riscontrati nella prima analisi del 2018:
Si è osservato che questi attacchi zombie phishing utilizzano loghi organizzativi ufficiali per aggiungere legittimità alle false pagine di login. Una pratica comune nelle tecniche di phishing che abbiamo già visto in altri articoli.
Le pagine di destinazione sono progettate per sembrare un portale online legittimo, compreso di logo dell’azienda e persino una favicon. In questi casi l’obiettivo finale è il furto di credenziali della vittima.
Inoltre, qualsiasi vittima che visita il sito web dannoso viene “marcata” utilizzando l’indirizzo IP dell’host come identificatore e, dopo aver inserito le credenziali, viene indirizzata allo stesso sito web di spam visto da altre vittime. Questo avviene spesso tramite link offuscati utilizzando accorciatori di URL (come hxxps://href[.]li/
).
Se lo stesso host tenta di visitare di nuovo il link di phishing, la finta pagina di login viene saltata e si viene inoltrati direttamente alla pagina di spam. Questa marcatura e l’offuscamento dell’URL shortener aiuta gli aggressori a mantenere un basso profilo e a continuare la loro campagna senza sosta.
Conversation Hijacking
La tattica del conversation hijacking non è affatto nuova e sta ora vivendo una nuova vita grazie al zombie phishing . I truffatori hanno dirottato account di posta elettronica compromessi per distribuire malware ed email di phishing come risposte a conversazioni concluse da anni ormai.
Questa tecnica è ancora popolare perché rende le vittime molto più propense a cliccare su link e scaricare o aprire i file. La soglia di attenzione contro i classici attacchi di phishing è abbassata quando i messaggi sono portati all’interno di conversazioni già nella loro casella di posta.
Un esempio datato un paio d’anni di questo è stata la botnet Geodo. Sostanzialmente si tratta di inserimento in thread di posta elettronica esistenti (conversation hijacking) per consegnare documenti dannosi. Questi, a loro volta, scaricano un campione di Geodo o altri malware come Ursnif, che secondo il Key4Biz era il più diffuso in Italia a giugno 2020.
Tuttavia, l’efficacia di questa tattica può dipendere molto dal contenuto delle conversazioni. Una risposta a un’email pubblicitaria automatica ha meno probabilità di provocare un’infezione rispetto a una risposta a un thread di supporto help-desk.
Sono state diverse le campagne zombie phishing di Geodo consistenti in risposte a email pubblicitarie automatizzate. Questo è indice del fatto che, in alcuni casi, le campagne consistono in risposte indiscriminate a tutte le email in una casella di posta. Dato che il volume di queste campagne di conversation hijacking è ancora relativamente basso, la portata ridotta di queste email è probabilmente limitata dal numero di conversazioni in corso.
Alcuni tipi di account hanno quindi maggiori probabilità di attirare l’attenzione diretta degli attori delle minacce e di indurli a investire ulteriori sforzi e tempo nello sviluppo di campagne di phishing uniche per quegli account.
Difesa dal zombie phishing
Ecco alcuni suggerimenti veloci per evitare di perdere le credenziali per un attacco Zombie Phishing:
- Attenzione ai soggetti delle email che possono sembrare rilevanti ma che provengono da vecchie conversazioni
- Fate attenzione a un eventuale messaggio di errore nel corpo del messaggio
- Non fidatevi dei documenti allegati solo perché stanno rispondendo a una conversazione
- Passate il mouse sopra i pulsanti o i link nei messaggi sospetti per controllare che non contengano domini sospetti
È stato osservato che queste campagne sono diventate sempre più intelligenti. Per combattere questo e altre forme di phishing, la formazione dei dipendenti è fondamentale.
Una forza lavoro adeguatamente formata è ciò che serve per difendere la tua organizzazione contro gli attacchi di Zombie Phishing.
SOD offre un servizio completo a riguardo. Cominciamo attaccando in modo controllato l’azienda, testando eventuali debolezze nella sicurezza o nel comportamento dei dipendenti. Successivamente viene progettata una formazione specifica per rimediare alle lacune e formare in modo completo il personale.
Per mantenere alte le difese, inoltre, il nostro SOCaaS comprende l’analisi del comportamento degli utenti, dei log delle macchine collegate e della rete in modo da individuare immediatamente tentativi di phishing.
Useful links:
Estimated reading time: 10 minuti
Ingegneria sociale è il termine usato per una vasta gamma di attività dannose compiute attraverso le interazioni umane. Utilizza la manipolazione psicologica per indurre gli utenti a commettere errori di sicurezza o a fornire informazioni sensibili. In seguito, con quelle informazioni, l’hacker è in grado di portare a termine con successo attacchi mirati, come il furto di dati, un ransomware o un’interruzione di servizi.
Gli attacchi di ingegneria sociale avvengono solitamente in più fasi. L’esecutore prima indaga sulla vittima designata per raccogliere le informazioni di base necessarie, come i potenziali punti di ingresso e i protocolli di sicurezza deboli, necessari per procedere con l’attacco. Poi, l’attaccante si muove per guadagnare la fiducia della vittima e fornire stimoli per azioni successive che violano le pratiche di sicurezza, come rivelare informazioni sensibili o concedere l’accesso a risorse critiche.
Ciò che rende il social engineering particolarmente pericoloso è che si basa sull’errore umano, piuttosto che sulle vulnerabilità del software e dei sistemi operativi. Gli errori commessi dagli utenti legittimi sono molto meno prevedibili, il che li rende più difficili da identificare e contrastare rispetto a un’intrusione basata sul malware.
È da notare che il target di un ingegnere sociale non è per forza una rete o un software. Riuscire ad entrare in un edificio eludendo la sicurezza, per poi installare un dispositivo o rubare dei documenti, sono azioni che rientrano comunque sotto questa tipologia di attacchi.
Le tecniche dell’ingegneria sociale
Gli attacchi di ingegneria sociale si presentano in molte forme diverse e possono essere eseguiti ovunque sia coinvolta l’interazione umana. I seguenti sono cinque metodi più comuni di attacchi di ingegneria sociale digitale.
Baiting (dall’inglese bait, “esca”)
Come suggerisce il nome, gli attacchi di baiting utilizzano una falsa promessa (un esca, appunto) per stuzzicare l’avidità o la curiosità della vittima. Attirano gli utenti in una trappola che ruba le loro informazioni personali o installa sui loro sistemi un malware.
La forma più infame di baiting utilizza supporti fisici per disperdere il malware. Per esempio, gli aggressori lasciano l’esca (tipicamente chiavette infette) in aree appariscenti dove le potenziali vittime sono certe di vederle (ad esempio, bagni, ascensori, il parcheggio di un’azienda presa di mira). L’esca ha un aspetto legittimo, come un’etichetta che indica il contenuto, come la lista degli stipendi dell’azienda. L’indizio che rivela cosa dovrebbe contenere può cambiare, ovviamente, ma ha la prerogativa di essere potenzialmente molto interessante.
Le vittime raccolgono l’esca per curiosità e la inseriscono in un computer di lavoro o di casa, con conseguente installazione automatica di malware sul sistema.
Le truffe di adescamento non devono necessariamente essere eseguite nel mondo fisico. Le forme di baiting online consistono in annunci allettanti che portano a siti dannosi o che incoraggiano gli utenti a scaricare un’applicazione infetta da malware. Qui si sfocia nelle tecniche di phishing, che vedremo tra poco.
Note di difesa: per difendersi da questi attacchi di ingegneria sociale, oltre che prestare la massima attenzione a cosa si collega al proprio computer, non guasta avere un sistema di antivirus e anti-malware efficiente. Per l’azienda, un sistema SIEM di nuova generazione e UEBA aiutano nell’individuare comportamenti sospetti degli utenti e riducono moltissimo il rischio di infezione malware.
Scareware (dall’inglese to scare, “spaventare”)
Lo scareware consiste nel bombardare le vittime con falsi allarmi e minacce fittizie. Gli utenti sono ingannati a pensare che il loro sistema sia infettato da un malware, spingendoli a installare un software che non ha alcun beneficio reale (se non per l’esecutore) o è esso stesso un malware. Lo scareware viene anche chiamato software di inganno (deception software), rogue scanner software e fraudware.
Un esempio comune di scareware è il banner popup dall’aspetto legittimo che appare nel tuo browser mentre navighi sul web, mostrando un testo come “Il tuo computer potrebbe essere infettato da programmi spyware dannosi“. In altri casi il popup si offre di installare lo strumento (spesso infetto da malware) al posto vostro, o vi indirizza a un sito dannoso dove il vostro computer viene infettato.
Lo scareware è anche distribuito tramite email di spam che distribuisce avvisi fasulli, o fa offerte agli utenti per comprare servizi inutili/nocivi. L’ingegneria sociale è spesso molto fantasiosa e riesce a trovare modi sempre nuovi per ingannare. È necessario essere sempre all’erta.
Note di difesa: Nel caso si sospetti che il messaggio ricevuto sia davvero legittimo, la cosa migliore è cerca una soluzione attivamente, senza cioè usare i link suggeriti dal messaggio stesso. Per esempio, si è ricevuto un messaggio da un servizio che annuncia che il nostro account è stato compromesso. In caso di dubbio, si può contattare l’assistenza del servizio direttamente dal loro sito per chiedere chiarimenti. Evitare a tutti i costi di usare i link suggeriti dal messaggio sospetto.
Pretexting (dall’inglese to pretend, “fingere”)
In questo attacco di ingegneria sociale, un attaccante ottiene informazioni attraverso una serie di menzogne abilmente costruite. La truffa è spesso avviata da un esecutore che finge di aver bisogno di informazioni sensibili da una vittima in modo da eseguire un compito critico.
L’aggressore di solito inizia stabilendo la fiducia con la sua vittima impersonando colleghi, polizia, funzionari bancari e fiscali, o altre persone che hanno il diritto di conoscere l’autorità. L’hacker pone domande che sono apparentemente necessarie per confermare l’identità della vittima, attraverso le quali raccoglie importanti dati personali.
Molti tipi di informazioni vengono raccolte utilizzando questa tecnica, come numeri di carta d’identità, indirizzi personali e numeri di telefono, registri telefonici, date di ferie del personale, registri bancari e persino informazioni di sicurezza relative a un impianto fisico.
Ogni informazione, per quanto possa sembrare innocua, potrebbe successivamente essere usata per un secondo attacco. Anche il nome di una guardia giurata assunta dall’azienda potrebbe essere già sufficiente per instaurare fiducia e chiedere uno strappo alla regola quando si domanda il codice di accesso alle porte automatiche.
Phishing (dall’inglese to fish, “pescare”)
Essendo uno dei più popolari tipi di attacco di ingegneria sociale, le truffe di phishing sono campagne di e-mail e messaggi di testo che mirano a creare un senso di urgenza, curiosità o paura nelle vittime. Poi le spinge a rivelare informazioni sensibili, a cliccare su link a siti web dannosi o ad aprire allegati che contengono malware.
Un esempio è un’e-mail inviata agli utenti di un servizio online che li avvisa di una violazione della politica che richiede un’azione immediata da parte loro, come un cambio di password obbligatorio. Include un link a un sito web, quasi identico nell’aspetto alla sua versione legittima, che invita l’utente a inserire le sue credenziali attuali e la nuova password. Dopo aver inviato il modulo, le informazioni vengono inviate all’attaccante.
Dato che i messaggi identici, o quasi identici, vengono inviati a tutti gli utenti nelle campagne di phishing, individuarli e bloccarli è molto più facile per i server di posta che hanno accesso alle piattaforme di condivisione delle minacce.
Nota di difesa: Se è vero che in alcuni casi ci siamo abituati a non dare peso a questo tipo di messaggi, è anche vero che gli ingegneri sociali si sono fatti sempre più furbi. Non è il caso di abbassare la guardia. Invece è molto utile diffidare sempre di messaggi che richiedono inserimento di credenziali.
Questi attacchi fanno leva sul fatto che è facile imbrogliare alcuni utenti, vuoi per distrazione o ingenuità. La difesa migliore è la formazione dei dipendenti tramite un servizio di phishing etico e successivi training mirati.
Spear phishing (dall’inglese spear, “lancia”)
Questa è una versione più mirata del phishing in cui un aggressore sceglie specifici individui o imprese. Quindi adattano i loro messaggi in base alle caratteristiche, alle posizioni lavorative e ai contatti delle loro vittime per rendere il loro attacco meno evidente. Lo spear phishing richiede molto più sforzo da parte dell’autore e può richiedere settimane e mesi per essere portato a termine. Sono molto più difficili da rilevare e hanno migliori tassi di successo se fatti con abilità.
Uno scenario di spear phishing potrebbe coinvolgere un attaccante che, impersonando il consulente IT di un’organizzazione, invia un’e-mail a uno o più dipendenti. È formulata e firmata esattamente come il consulente fa normalmente, ingannando così i destinatari a pensare che sia un messaggio autentico. Il messaggio richiede ai destinatari di cambiare la loro password e fornisce loro un link che li reindirizza a una pagina dannosa dove l’attaccante ora cattura le loro credenziali.
Come difendersi dagli attacchi di ingegneria sociale
Gli ingegneri sociali manipolano i sentimenti umani, come la curiosità o la paura, per portare avanti gli schemi e attirare le vittime nelle loro trappole. Pertanto, è essenziale essere prudenti ogni volta che vi sentite allarmati da un’e-mail, attratti da un’offerta visualizzata su un sito web, o quando vi imbattete in media digitali vaganti in giro. Essere all’erta può aiutarvi a proteggervi dalla maggior parte degli attacchi di ingegneria sociale che avvengono online.
Inoltre, i seguenti consigli possono aiutare a migliorare la tua vigilanza in relazione agli attacchi di ingegneria sociale.
- Non aprire e-mail e allegati da fonti sospette. Se non si conosce il mittente in questione, non è necessario rispondere a un’e-mail. Anche se li conosci e sei sospettoso del loro messaggio, fai un controllo incrociato e conferma le notizie da altre fonti, come per telefono o direttamente dal sito di un fornitore di servizi. Anche un’e-mail che sembra provenire da una fonte affidabile potrebbe essere stata avviata da un aggressore.
- Usare l’autenticazione multi-fattore. Uno dei pezzi più preziosi di informazioni che gli aggressori cercano sono le credenziali dell’utente. Usando l’autenticazione a 2 fattori aiuti a garantire la protezione del tuo account in caso di compromissione del sistema. Esistono applicazioni gratuite per ogni tipo di dispositivo mobile che ti permettono di implementare questo tipo di autenticazione.
- Diffidare delle offerte allettanti. Se un’offerta sembra troppo allettante, pensaci due volte prima di accettarla come reale. Usa Google per verificare l’argomento e determinare rapidamente se hai a che fare con un’offerta legittima o con una trappola.
- Aggiornare il software antivirus/antimalware. Assicurati che gli aggiornamenti automatici siano attivati. Controlla periodicamente che gli aggiornamenti siano stati applicati e scansiona il tuo sistema per possibili infezioni.
Se l’azienda dispone di un reparto IT, questi consigli dovrebbero essere le misure standard di sicurezza.
Servizi di sicurezza per aziende
Quando si pensa ai dati che la propria azienda custodisce e gestisce, non si è mai troppo prudenti nella difesa. L’ingegneria sociale fa leva sul fatto che un dipendente si hackera più facilmente di un computer, cosa che molto spesso risulta veritiera.
Oltre alle misure di protezione informatica elencate qui sopra, è bene che i dipendenti siano tutti consapevoli dei rischi e delle potenziali minacce.
SOD propone una serie di servizi che vanno proprio in questa direzione. Il primo e forse più importante è quello di phishing etico in cui proviamo ad attaccare l’azienda con tecniche di phishing. Scopriamo quali sono i punti deboli e organizziamo training interni per fornire gli strumenti adeguati al personale.
Abbiamo anche i classici Vulnerability Assessment e Penetration Test per testare i sistemi di sicurezza informatica. A questo servizio sono applicabili degli addon per coprire un maggior numero di aree. È disponibile un addon specifico per l’analisi delle app e la revisione del codice, ma anche uno in cui proviamo a violare l’azienda con attacchi fisici. Testeremo la sicurezza fisica dell’azienda, la possibilità di entrare negli edifici, l’accesso alle centraline di rete e altro.
Infine, per mantenere controllate le reti, il servizio SOCaaS permette di monitorare tutta la rete, individuare azioni sospette (con analisi del comportamento tramite intelligenza artificiale), installazioni non autorizzate, tentativi di violazioni e molto altro.
La sicurezza dei dati in azienda è davvero importante, contattaci per sapere come possiamo aiutarti!
Useful links:
Tempo di lettura stimato: 7 minuti
Il phishing è un tipo di attacco di ingegneria sociale spesso utilizzato per rubare i dati degli utenti, comprese le credenziali di accesso e i numeri delle carte di credito. Si verifica quando un aggressore, mascherato da un’entità fidata, inganna una vittima ad aprire un’e-mail, un messaggio istantaneo o un messaggio di testo.
Il destinatario viene quindi indotto a cliccare su un link dannoso, che può portare all’installazione di malware, al congelamento del sistema come parte di un attacco ransomware o alla rivelazione di informazioni sensibili.
Un attacco può avere risultati devastanti. Per gli individui, questo include acquisti non autorizzati, il furto di fondi o il furto di identità.
Cos’è il phishing per le aziende?
Ancora più dannoso, il phishing è anche utilizzato per guadagnare un punto d’ingresso nelle reti aziendali o governative come parte di un attacco più grande, come un evento di minaccia avanzata persistente (APT – Advanced Persistent Threat). In quest’ultimo scenario, i dipendenti vengono compromessi al fine di aggirare i perimetri di sicurezza, distribuire malware all’interno di un ambiente chiuso, o ottenere un accesso privilegiato ai dati protetti.
Un’organizzazione che soccombe a un attacco di questo tipo in genere subisce gravi perdite finanziarie, oltre a un calo della quota di mercato, della reputazione e della fiducia dei consumatori. A seconda della portata, un tentativo di phishing potrebbe degenerare in un incidente di sicurezza da cui un’azienda avrà difficoltà a riprendersi.
Come si presenta un attacco phishing
Sapere cos’è il phishing spesso non basta per proteggersi. La cosa migliore da fare è lavorare sulla resilienza agli attacchi e capire come individuarli prima di caderne vittima.
Come abbiamo accennato prima, infatti, le conseguenze possono essere di proporzioni enormi. Ma, se sembra semplice da fare quando si tratta di un singolo individuo, come fare se c’è un’intera azienda da proteggere? SOD offre un servizio orientato proprio a questo: formare intere aziende al riconoscimento e mitigazione del rischio di attacchi phishing.
Attraverso un primo attacco controllato, siamo in grado di capire quali sono i punti su cui lavorare. Successivamente vengono organizzate delle proposte formative per i dipendenti. Viene loro insegnato come riconoscere le minacce prima che queste diventino problematiche. Per saperne di più, è possibili visitare la pagina del servizio.
Ma vediamo come si presenta un attacco generico.
Esempio di attacco
1. Un’email fasulla apparentemente proveniente da lamiauniversita.edu
viene distribuita in massa al maggior numero possibile di membri della facoltà.
2. L’email sostiene che la password dell’utente sta per scadere. Vengono date istruzioni per andare sul link lamiauniversita.edu/rinnovo
per rinnovare la loro password entro 24 ore.
Possono accadere varie cose cliccando sul link proposto.
– L’utente viene reindirizzato a lamiauniversita.edurinnovo.com
, una pagina fasulla che appare esattamente come la vera pagina di rinnovo, dove vengono richieste sia la password nuova che quella esistente. L’attaccante, monitorando la pagina, dirotta la password originale per – ottenere l’accesso alle aree protette della rete universitaria.
– L’utente viene inviato alla vera pagina di rinnovo della password. Tuttavia, mentre viene reindirizzato, uno script maligno si attiva in background per dirottare il cookie di sessione dell’utente. Questo si traduce in un attacco di tipo Cross Site Scripting, dando all’autore l’accesso privilegiato alla rete universitaria.
Logica di un attacco
L’email phishing è un gioco di grandi numeri. Un aggressore che invia migliaia di messaggi fraudolenti può ottenere informazioni significative e somme di denaro, anche se solo una piccola percentuale di destinatari cade nella truffa.
Gli hacker si impegnano a fondo nella progettazione di messaggi per un attacco phishing imitando le email reali di un’organizzazione camuffata. Usando lo stesso fraseggio, gli stessi caratteri tipografici, gli stessi loghi e le stesse firme, i messaggi appaiono legittimi.
Inoltre, un’altra cosa a cui prestare attenzione, è che gli aggressori di solito cercano di spingere gli utenti all’azione creando un senso di urgenza. Per esempio, come mostrato in precedenza, un’email potrebbe minacciare la scadenza dell’account e mettere il destinatario in una condizione di urgenza. L’applicazione di tale pressione porta l’utente ad essere meno diligente e più incline all’errore.
Infine, i link all’interno dei messaggi assomigliano alle loro controparti legittime, ma in genere hanno un nome di dominio scritto male o sottodomini extra. Nell’esempio precedente, l’URL lamiauniverista.edu/rinnovo
è stato cambiato in lamiauniversita.edurinnovo.com
. Le somiglianze tra i due indirizzi offrono l’impressione di un collegamento sicuro, rendendo il destinatario meno consapevole che un attacco è in corso.
Cos’è lo spear phishing
Lo spear phishing prende di mira una specifica persona o impresa, al contrario degli utenti casuali. È una versione più approfondita del phishing che richiede una conoscenza speciale di un’organizzazione, compresa la sua struttura di potere.
Un attacco potrebbe svolgersi nel seguente modo:
– Un hacker ricerca i nomi dei dipendenti all’interno del dipartimento di marketing di un’organizzazione e ottiene l’accesso alle ultime fatture dei progetti.
– Fingendosi il direttore del marketing, l’aggressore invia un’email a un project manager del dipartimento utilizzando un oggetto che dice: Fattura aggiornata per le campagne Q3. Il testo, lo stile e il logo incluso duplicano il modello di email standard dell’organizzazione.
– Un link nell’e-mail reindirizza a un documento interno protetto da password, che è in realtà una versione falsificata di una fattura rubata.
– Al direttore marketing viene richiesto di effettuare il login per visualizzare il documento. L’attaccante ruba le sue credenziali, ottenendo l’accesso completo alle aree sensibili all’interno della rete dell’organizzazione.
Fornendo all’attaccante credenziali di accesso valide, lo spear phishing è un metodo efficace per eseguire la prima fase di un attacco di tipo ransomware.
Cos’è il whale phishing
Il whale phishing, o whaling, è una forma di spear phishing che mira ai pesci molto grossi: CEO o altri obiettivi di alto valore. Molte di queste truffe prendono di mira i membri del consiglio di amministrazione di un’azienda, che sono considerati particolarmente vulnerabili. Infatti, essi hanno una grande autorità all’interno dell’azienda, ma poiché non sono dipendenti a tempo pieno, spesso usano indirizzi email personali per la corrispondenza relativa al business, che non ha le protezioni offerte dalle email aziendali.
Raccogliere abbastanza informazioni per ingannare un obiettivo di alto valore potrebbe richiedere tempo, ma può avere un ritorno sorprendentemente alto. Nel 2008, i criminali informatici hanno preso di mira i CEO aziendali con e-mail che sostenevano di avere allegati i mandati di comparizione dell’FBI. In realtà, hanno installato keylogger sui computer dei dirigenti. Il tasso di successo dei truffatori è stato del 10%, catturando quasi 2.000 vittime.
Come difendersi
La protezione contro un attacco phishing richiede l’adozione di misure sia da parte degli utenti che delle imprese.
Per gli utenti, la vigilanza è la chiave. Un messaggio contraffatto spesso contiene errori sottili che espongono la sua vera natura. Questi possono includere errori di ortografia o modifiche ai nomi di dominio, come visto nell’esempio dell’URL precedente. Gli utenti dovrebbero domandarsi quale sia il motivo per cui stanno ricevendo una certa e-mail.
Per le imprese, una serie di misure possono essere prese per mitigare sia il phishing che gli attacchi di spear phishing:
L’autenticazione a due fattori (2FA) è il metodo più efficace per contrastare gli attacchi di phishing, in quanto aggiunge un ulteriore livello di verifica quando si accede ad applicazioni sensibili. La 2FA si basa sul fatto che gli utenti abbiano due cose: qualcosa che conoscono, come una password e un nome utente, e qualcosa che hanno con sé, come il loro smartphone. Anche quando i dipendenti vengono compromessi, 2FA impedisce l’uso delle loro credenziali compromesse, poiché queste da sole non sono sufficienti per entrare.
Oltre all’uso di 2FA, le aziende dovrebbero applicare rigorose politiche di gestione delle password. Per esempio, ai dipendenti dovrebbe essere richiesto di cambiare frequentemente le loro password e di non essere autorizzati a riutilizzare una password per più applicazioni.
Infine, le campagne educative possono anche aiutare a diminuire la minaccia di attacchi di phishing facendo rispettare pratiche sicure, come non cliccare su link esterni alle email. A questo proposito vorrei ricordare il servizio di phishing etico di SOD, che ha proprio l’intento di testare l’azienda e organizzare formazioni mirate per mitigare i rischi.
Non è sufficiente sapere cos’è il phishing, è necessario anche saperlo riconoscere.
Useful links:
Link utili:
Ransomware a doppia estorsione
Tempo di lettura: 5 min
Uno Zero-Day attack (noto anche come 0-day) sfrutta una vulnerabilità software sconosciuta agli addetti alla sicurezza e al fornitore del software. Gli hacker possono sfruttare la debolezza, fintanto che non viene mitigata, tramite Zero-Day exploit o, appunto attack.
Il termine “zero-day” si riferiva originariamente al numero di giorni dal rilascio del software. Un software “zero-day”, quindi, indicava un programma ottenuto attraverso la forzatura del computer di uno sviluppatore prima del rilascio. Il termine è stato poi applicato alle vulnerabilità che questa pratica permette di sfruttare. Una volta che il venditore viene a conoscenza della vulnerabilità, solitamente crea delle patch o consiglia delle soluzioni per mitigarla.
Vulnerabilita’ del software
I software hanno spesso delle vulnerabilità. Queste sono difetti involontari, o problemi nei codici che potrebbero ipoteticamente essere sfruttati. Per esempio, ci può essere un difetto che permette a un cyber-criminale di accedere a dati altrimenti sicuri. I programmatori sono spesso alla ricerca di queste vulnerabilità e quando le scoprono, le analizzano, producono una patch per risolverle, poi distribuiscono quella patch in una nuova versione del software.
Tuttavia, questo è un processo che richiede tempo. Quando il difetto diventa noto, gli hacker di tutto il mondo possono iniziare a cercare di sfruttarlo.
Zero-Day Attack
Se un hacker riesce a sfruttare la vulnerabilità prima che gli sviluppatori riescano a trovare una soluzione, questo exploit diventa quindi noto come attacco Zero-Day attack.
Le vulnerabilità zero-day possono assumere quasi ogni forma, perché possono manifestarsi come qualsiasi tipo di vulnerabilità nel software. Per esempio, possono assumere la forma di crittografia dei dati mancanti, SQL injection, buffer overflow, autorizzazioni mancanti, bug o problemi con la sicurezza delle password.
Questo rende queste vulnerabilità difficili da trovare prima che siano sfruttate in zero-day attack. Questo, per certi versi, è una buona notizia: significa anche che gli hacker avranno difficoltà a trovarle. Ma anche che è difficile difendersi da queste vulnerabilità in modo efficace.
Come proteggersi
Abbiamo visto come sia difficile proteggersi dalla possibilità di un zero-day attack, perché può assumere molte forme. Quasi ogni tipo di vulnerabilità di sicurezza potrebbe essere sfruttata come uno zero-day se una patch non viene prodotta in tempo. Inoltre, molti sviluppatori di software cercano intenzionalmente di non rivelare pubblicamente la vulnerabilità nella speranza di poter distribuire una patch prima che qualsiasi hacker scopra la vulnerabilità presente.
Ci sono alcune strategie che possono aiutarti a difendere il tuo business contro gli attacchi del giorno zero:
Resta informato sugli Zero-Day attack
Gli exploit zero-day non sono sempre pubblicizzati, ma occasionalmente si sente parlare di una vulnerabilità che potrebbe essere potenzialmente sfruttata. Se rimani sintonizzato sulle notizie e presti attenzione ai rilasci dei tuoi fornitori di software, potresti avere il tempo di mettere in atto misure di sicurezza o di rispondere a una minaccia prima che venga sfruttata. Un buon metodo per farlo è seguire le newsletter dei tuoi fornitori. In fondo a questa pagina trovi il form per iscriverti a quella di SOD.
Tieni aggiornati i tuoi sistemi
Gli sviluppatori lavorano costantemente per mantenere il loro software aggiornato e sicuro per prevenire la possibilità di exploit. Quando una vulnerabilità viene scoperta, è solo una questione di tempo prima che producano una patch. Tuttavia, spetta a te e al tuo team assicurarsi che le tue piattaforme software siano sempre aggiornate. L’approccio migliore in questo caso è quello di abilitare gli aggiornamenti automatici, in modo che il software venga aggiornato di routine, e senza la necessità di un intervento manuale.
Impiegare misure di sicurezza aggiuntive
Assicurati di utilizzare soluzioni di sicurezza che ti proteggano da un zero-day attack. SOD, offre una soluzione che comprende un set di strumenti che permettono di alzare le difese in modo significativo. Il SOCaaS è un vero e proprio centro operativo di sicurezza per la tua azienda. Tramite strumenti all’avanguardia come SIEM e UEBA e grazie a un controllo granulare sulla rete monitorata, ogni tentativo di attacco viene individuato nel minor tempo possibile.
Ogni tipo di dati prodotto dai sistemi interconnessi nell’infrastruttura vengono raccolti, normalizzati e analizzati alla ricerca di anomalie. Ciò significa che non solo si verifica l’eventuale presenza di indicatori di compromissione noti (IOC), ma si monitorano anche operazioni e comportamenti sospetti degli utenti della struttura. In questo modo è possibile individuare anche tentativi di attacco normalmente molto difficili da individuare, come quelli che riguardano gli Zero-Day Attack, ma non solo. Infatti, tramite il servizio SOCaaS, è possibile individuare account compromessi, la violazione di dati protetti, attacchi lateral movement, phishing, etc.
La sicurezza del sistema IT di un’azienda è un argomento molto importante a cui noi teniamo molto. La compromissione o perdita di dati sensibili può costare parecchio sia da un punto di vista economico che di reputazione. Non trascurare questo aspetto importante per la sicurezza della tua impresa, contattaci per parlarci della tua situazione, saremo lieti di mostrarti come possiamo aiutarti.
Link utili:
Proteggere un sito in WordPress: pacchetto sicurezza
SIEM in informatica: la storia
SOAR: cos’e’ e come puo’ essere utile per le aziende
Shadow IT: una panoramica
Contattaci
Tempo di lettura: 5 min
Una definizione comune di data exfiltration (esfiltrazione dei dati) è il furto, la rimozione o lo spostamento non autorizzato di qualsiasi dato da un dispositivo. L’esfiltrazione dei dati implica tipicamente un cybercriminale che ruba dati da dispositivi personali o aziendali, come computer e telefoni cellulari, attraverso vari metodi di cyberattack.
L’incapacità di controllare la sicurezza delle informazioni può portare alla perdita di dati che può causare danni finanziari e di reputazione a un’organizzazione.
Come avviene un data exfiltration?
L’esfiltrazione dei dati avviene in due modi, attraverso attacchi da parte di estranei e attraverso minacce dall’interno. Entrambi sono rischi importanti, e le organizzazioni devono garantire che i loro dati siano protetti individuando e prevenendo l’esfiltrazione dei dati in ogni momento.
Un attacco dall’esterno dell’organizzazione si verifica quando un individuo si infiltra in una rete per rubare dati aziendali o credenziali degli utenti. Questo tipicamente è il risultato di un cyber-criminale che inserisce malware in un dispositivo connesso ad una rete aziendale.
Alcuni filoni di malware sono progettati per diffondersi nella rete di un’organizzazione e infiltrarsi in altri, cercando dati sensibili nel tentativo di estrazione. Altri tipi di malware rimangono dormienti su una rete per evitare di essere rilevati dai sistemi di sicurezza delle organizzazioni fino a quando i dati non vengono estratti in modo sovversivo o le informazioni non vengono gradualmente raccolte nel corso di un periodo di tempo.
Gli attacchi possono derivare da insider malintenzionati che rubano i dati della propria organizzazione e inviano documenti al proprio indirizzo email personale. Tipicamente i dati sono poi venduti a cyber criminali. Possono anche essere causati da un comportamento disattento dei dipendenti che vede i dati aziendali cadere nelle mani di cattivi attori.
Tipi di Esfiltrazione Dati
La data exfiltration avviene in vari modi e attraverso molteplici metodi di attacco, per lo più su Internet o su una rete aziendale.
Le tecniche che i cyber criminali usano per estrarre i dati dalle reti e dai sistemi delle organizzazioni stanno diventando sempre più sofisticate. Queste includono: connessioni anonime ai server, attacchi ai Domain Name System (DNS), Hypertext Transfer Protocol (HTTP) tunneling, indirizzi IP (Direct Internet Protocol), attacchi fileless ed esecuzione remota del codice.
Vediamo nel dettaglio alcune tecniche di attacco per sapere di cosa stiamo parlando nello specifico.
1. Ingegneria sociale e attacchi di phishing
Gli attacchi di ingegneria sociale e gli attacchi di phishing sono dei popolari vettori di attacco alla rete. Vengono usati per ingannare le vittime a scaricare malware e a inserire le credenziali del loro account.
Gli attacchi di phishing consistono in email progettate per sembrare legittime e spesso sembrano provenire da mittenti fidati. Solitamente contengono un allegato che inietta malware nel dispositivo. Altre tipologie contengono un link a un sito web che sembra legittimo ma che viene falsificato per rubare le credenziali di accesso inserite. Alcuni aggressori lanciano anche attacchi mirati di phishing per rubare dati da un utente specifico. Spesso i target sono i dirigenti di una società o individui noti.
Per difendersi da questo tipo di attacchi, la cosa migliore è riconoscerli immediatamente e cestinare le email. In un’azienda è possibile aiutare il processo tramite un percorso di formazione ad hoc, basato su dati raccolti internamente all’azienda tramite un test controllato. SOD offre anche questo servizio, se fossi interessato, maggiori informazioni le troverai nella pagina del servizio stesso.
2. Email in uscita
I cyber criminali controllano la posta elettronica per recuperare qualsiasi dato in uscita dai sistemi di posta elettronica delle organizzazioni. I dati recuperati possono essere calendari, database, immagini e documenti di pianificazione. Questi forniscono informazioni sensibili di valore o informazioni utili per il recupero di dati di valore.
3. Download su dispositivi non sicuri
Questo metodo di esfiltrazione dei dati è una forma comune di minaccia accidentale da parte di insider. L’attore dell’attacco accede alle informazioni aziendali sensibili sul suo dispositivo di fiducia, quindi trasferisce i dati su un dispositivo insicuro. Il dispositivo insicuro potrebbe essere un drive esterno o uno smartphone non protetto da soluzioni o politiche di sicurezza aziendali, il che lo mette a rischio di esfiltrazione dei dati.
Anche gli smartphone sono suscettibili all’esfiltrazione dei dati. I dispositivi Android sono vulnerabili all’installazione di malware che prendono controllo del telefono per scaricare applicazioni senza il consenso dell’utente.
4. Upload su dispositivi esterni
Questo tipo di esfiltrazione di dati proviene tipicamente da malintenzionati. L’aggressore interno può estrarre i dati scaricando le informazioni da un dispositivo sicuro, per poi caricarle su un dispositivo esterno (non sicuro). Questo dispositivo esterno potrebbe essere un laptop, uno smartphone, un tablet o una chiavetta USB.
5. Errore umano e comportamenti non sicuri nella rete
Il cloud fornisce agli utenti e alle aziende una moltitudine di vantaggi, ma insieme ci sono significativi rischi di esfiltrazione dei dati. Per esempio, quando un utente autorizzato accede ai servizi cloud in modo insicuro, consente a un malintenzionato una via di accesso da cui può recuperare dati e portarli fuori dalla rete sicura. Anche l’errore umano gioca un ruolo nell’estrazione di dati, perché la protezione appropriata potrebbe non essere più in atto.
Come individuare un attacco data exfiltration
A seconda del tipo di metodo di attacco utilizzato, il rilevamento dell’esfiltrazione dei dati può essere un compito difficile. I cyber criminali che utilizzano tecniche più difficili da rilevare possono essere scambiati per il normale traffico di rete. Questo significa che possono rimanere in agguato nelle reti inosservati per mesi e persino anni. L‘esfiltrazione dei dati spesso viene scoperta solo quando il danno è stato già causato.
Per rilevare la presenza di utenti a rischio, le organizzazioni devono usare strumenti che scoprano automaticamente e in tempo reale il traffico dannoso o insolito.
Uno strumento con questa capacità è il SOC (offerto anche come servizio: SOCaaS) che implementa un sistema di monitoraggio delle intrusioni, così come un sistema automatico che verifica del comportamento degli utenti. Quando il SOC rileva una possibile minaccia, invia un avviso ai team IT e di sicurezza dell’organizzazione che possono intervenire e verificare la situazione.
Il SOC funziona cercando e rilevando le anomalie che si discostano dalla regolare attività di rete. Quindi emettono un avviso o un rapporto in modo che gli amministratori e i team di sicurezza possano esaminare il caso.
Oltre a rilevare le minacce automatiche, le organizzazioni possono anche costruire l’intera sequenza di un evento così come si è verificato, inclusa la mappatura su una kill chain conosciuta o su un framework di attacco.
Utilizzare un SOCaaS, per un’azienda che gestisce dati sensibili, è un vantaggio sotto molti punti di vista. Essendo offerto come servizio, l’azienda non dovrà investire nel mettere in piedi un reparto specializzato IT per il proprio SOC, non dovrà assumere personale aggiuntivo e potrà contare su sistemi di sicurezza sempre aggiornati con operatori qualificati e sempre disponibili.
Per maggiori informazioni, non esitare a contattarci.
Link utili:
Testa la tua azienda con attacchi di phishing etico
SIEM in informatica: la storia
SOAR: cos’e’ e come puo’ essere utile per le aziende
Insider threat: individuarle e combatterle
Customers
Twitter FEED
Recent activity
-
SecureOnlineDesktop
Estimated reading time: 6 minutes L'impatto crescente delle minacce informatiche, su sistemi operativi privati op… https://t.co/FimxTS4o9G
-
SecureOnlineDesktop
Estimated reading time: 6 minutes The growing impact of cyber threats, on private or corporate operating systems… https://t.co/y6G6RYA9n1
-
SecureOnlineDesktop
Tempo di lettura stimato: 6 minuti Today we are talking about the CTI update of our services. Data security is… https://t.co/YAZkn7iFqa
-
SecureOnlineDesktop
Estimated reading time: 6 minutes Il tema della sicurezza delle informazioni è di grande attualità in questo peri… https://t.co/tfve5Kzr09
-
SecureOnlineDesktop
Estimated reading time: 6 minutes The issue of information security is very topical in this historical period ch… https://t.co/TP8gvdRcrF
Newsletter
{subscription_form_2}© 2024 Cyberfero s.r.l. All Rights Reserved. Sede Legale: via Statuto 3 - 42121 Reggio Emilia (RE) – PEC [email protected] Cod. fiscale e P.IVA 03058120357 – R.E.A. 356650 Informativa Privacy - Certificazioni ISO